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La proposta del ministro Valditara all’Europa: «Niente cellulari a scuola fino ai 14 anni»

Cellulari banditi nelle scuole di tutta Europa almeno fino ai 14 anni di età. È la proposta portata dal ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, all'attenzione di Bruxelles e che sarà ufficializzata nei prossimi giorni. «A gennaio avevo avanzato questa idea alla presidenza polacca e il 12 maggio formalizzerò ufficialmente questa richiesta di raccomandazione…
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Foto LaPresse

Cellulari banditi nelle scuole di tutta Europa almeno fino ai 14 anni di età. È la proposta portata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, all’attenzione di Bruxelles e che sarà ufficializzata nei prossimi giorni.

«A gennaio avevo avanzato questa idea alla presidenza polacca e il 12 maggio formalizzerò ufficialmente questa richiesta di raccomandazione per il divieto di utilizzo quantomeno fino a 14 anni nelle scuole dell’Unione europea- ha spiegato a ‘Formato Famiglia’ su Rai Radio 1- L’iter prevede che la Commissione decida se fare o meno propria la proposta, gli Stati la discuteranno e poi i ministri dell’Istruzione dei Paesi Ue eventualmente l’approveranno. Voglio sottolineare come la presidenza polacca abbia già sostenuto l’iniziativa e la Svezia abbia già manifestato l’intenzione di appoggiare il nostro invito».

Le motivazioni

Alla base della proposta la volontà di «difendere la salute dei nostri giovani – ha evidenziato Valditara -Ormai tutti gli studi scientifici stanno a dimostrare l’impatto fortemente negativo dell’abuso del cellulare sulla capacità di concentrazione, sulla memoria, sulla fantasia dei nostri ragazzi e anche sullo sviluppo cognitivo».

«Aggiungo- ha proseguito Valditara – che al G7 di Trieste lo scorso anno l’Ocse chiarì proprio che l’uso del cellulare a scopi didattici incide negativamente persino sulle capacità di apprendimento delle materie scientifiche, forse perché induce a una maggiore distrazione. Ovviamente poi il dibattito si amplierà e quindi si affronterà eventualmente anche il tema di estendere anche alle superiori questo divieto. Il dibattito è aperto, credo sia opportuno verificare l’opportunità di questa ulteriore restrizione».

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