Settemila morti in un anno, sessantamila nell’ultimo decennio. L’Italia guida la triste classifica europea delle vittime da esposizione all’amianto, superando Germania e Francia. I dati arrivano in concomitanza con la giornata nazionale in memoria delle vittime e tracciano un bilancio drammatico, mentre l’Onu segnala oltre 200mila decessi ogni anno nel mondo, con numeri probabilmente sottostimati.
L’allarme
«Non sono cifre del passato, ma drammi di oggi – denuncia Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) – molti ignoravano il rischio, troppi sono stati sacrificati per il profitto. E il bando globale dell’amianto resta un’utopia». In Italia, il mesotelioma maligno, tumore raro legato nel 90% dei casi all’esposizione a fibre d’amianto, rappresenta lo 0,8% di tutte le neoplasie maschili e lo 0,3% di quelle femminili. Il picco dei nuovi casi, stimati in 10mila l’anno, è previsto tra la seconda e la terza decade del 2000. Il tasso di mortalità è tra i più alti: circa il 93% dei malati non sopravvive. Nonostante il bando ufficiale risalga al 1992, l’Italia resta pesantemente contaminata: secondo l’Ona, nel 2024 si contano ancora 40 milioni di tonnellate di amianto distribuite in un milione di siti e micrositi, di cui 50mila di origine industriale e 42 di interesse nazionale. I focolai maggiori sono in Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, che concentrano oltre il 56% dei casi. Non si tratta di “minacce” nuove ma di depositi su edifici vecchi, caduti in disuso, abbandonati e sotto vincolo che prima essere ristrutturati e ricevere una bonifica attendono anni.
Il pericolo nelle città
Il rischio riguarda anche scuole, ospedali e luoghi pubblici. Sono almeno 2.500 gli istituti scolastici ancora contaminati, frequentati da oltre 352mila studenti e 50mila dipendenti. A questi si aggiungono 1.500 tra biblioteche ed edifici culturali e almeno 500 ospedali, in cui l’amianto è presente in strutture e impianti tecnici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che 125 milioni di lavoratori nel mondo siano ancora esposti quotidianamente alla sostanza cancerogena. Ogni anno più di 107mila persone muoiono a causa di malattie correlate. «L’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia – incalza Bonanni – questa giornata deve essere memoria, ma anche impegno. Bonifiche, giustizia, prevenzione: non possiamo più tollerare che il profitto venga prima della vita». L’appello è chiaro: accelerare le bonifiche, garantire la tutela delle vittime e prevenire nuove tragedie. La strage silenziosa dell’amianto continua, e il tempo per fermarla sta finendo.