Papa Francesco è morto soltanto un mese fa. Eppure molti, inclusi quelli che ancora oggi lo piangono, sembrano aver dimenticato il passo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium in cui Bergoglio tuonava contro la cultura dello scarto: “Ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco”.
In altre parole, l’enorme quantità di alimenti che ogni giorno finisce in pattumiera evidenzia la contrapposizione tra due culture: quella del troppo e quella del troppo poco, entrambe radicate nel mancato riconoscimento etico dell’altro.
Come si esce da questa spirale che alimenta disuguaglianze, affama milioni di persone e brucia enormi risorse economiche? L’unica strada percorribile è quella di una rivoluzione culturale che rimetta al centro il valore della persona. Il che, concretamente, vuol dire aprirsi a logiche inclusive, confrontare e contaminare i diversi modelli di vita, affidarsi a pratiche finalmente non consumistiche.
Ben vengano, dunque, tutte le iniziative orientate in tal senso, dalle attività di sensibilizzazione all’utilizzo delle più avanzate tecnologie: qualsiasi strumento va utilizzato per abbattere le culture del troppo e del troppo poco che non solo trasformano il cibo in spazzatura, ma soprattutto finiscono per generare rifiuti umani nella società.
Bentornato,
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