Un vulcano di energia, si divide tra due trasmissioni tv (Tale e Quale Show e I Fatti vostri) e una tournée teatrale. Emanuela Aureli sarà a Bari domani per il suo spettacolo “Ce la farò, anche stRavolta” (TeatroTeam alle 21). Nel frattempo rivela: «Sto studiando i politici del momento, Draghi per esempio».
Partiamo dal titolo dello show di venerdì. Perché stravolta?
«Perché tutti i miei personaggi mi hanno stravolto la vita, sono loro che mi hanno portato fin qui, non mi lasciano mai da sola, è come se vivessi in un condominio di presenze».
Ne ho contati 61 di vip imitati da lei. Sono moltissimi.
«In realtà sono anche di più. Ho iniziato a 18 anni e ne ho accumulati così tanti che ormai fanno parte di me, del mio vissuto, persino mio figlio ha iniziato a parlare vedendo le mie imitazioni».
E che effetto le ha fatto?
«All’inizio un po’ si impressionava nel vedermi con le parrucche e alle prese con quella mimica facciale, poi ci ha fatto l’abitudine e anzi, ora ci prova anche lui».
Torniamo allo spettacolo. Ci può dare qualche anticipazione?
«Mi esibirò con un vasto repertorio di cantanti e presentatori, performance classiche intervallate col racconto della mia vita, anche quella privata. Cambierò giacche e parrucche, ma lavorerò soprattutto sulla mimica. E pensare che alcune volte devo rappresentare tre personaggi contemporaneamente, come per i Ricchi e Poveri, ci vuole un dispendio di energia fisica».
Ma ce n’è una particolarmente difficile, di imitazione?
«No, sono tutte difficili. C’è una cosa però che devo ammettere».
Quale?
«Ho provato molte volte a fare l’imitazione di Celentano, ma ho ceduto le armi. Non ci sono mai riuscita. Anche Milly Carlucci è difficile, ma in quel caso ho esasperato un po’ i toni, senza riprodurla fedelmente, ne è venuta fuori una macchietta, per questo ha funzionato».
Imitazioni in cantiere?
«Sto studiando Draghi, il suo parlato si presta, ma non posso dire nulla perché non c’è niente di certo al momento».
Ha esordito a 17 anni col mitico Corrado. E’ cambiata molto la tv da allora?
«Eccome se è cambiata. Ora i ritmi sono incalzanti, si vuole tutto e subito, come se la velocità fosse fondamentale, invece i tempi comici non devono essere necessariamente veloci, anzi. La tivvù di allora rispecchiava lo stile di una vita più semplice.
Oggi conta soprattutto il dramma, non più l’evasione. E’ il dramma del vissuto che finisce in tv. Manca il varietà insomma, quello elegante di un tempo, i lustrini, le paillettes, un nome per tutti: la Carrà. Ecco, ci vuole quella classe, quell’atmosfera sana e pulita. Trasmissioni come Tale e Quale show hanno questa funzione, che poi d’altronde è la funzione del teatro in sé, nasce come strumento di evasione».
Che cosa l’ha colpita di più dell’esperienza da coach?
«Non dimenticherò mai la bravura di Annalisa Minetti che partecipò a un’edizione del programma, e nonostante i limiti fisici oggettivi (è non vedente, ndr) riuscì a cogliere tutti gli insegnamenti e a realizzare delle performance straordinarie».
Lo spettacolo al TeatroTeam rientra nella rassegna “Comix”, è stato scritto da Francesca Nunzi e la stessa Aureli con Giandomenico Anellino, che la accompagnerà.