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Mottola, polemiche dopo il 25 aprile: «Cittadini identificati per aver cantato “Bella ciao”»

A Mottola, in provincia di Taranto, dieci persone sono state identificate dai carabinieri e rischiano una denuncia per aver cantato "Bella ciao" il 25 aprile scorso, in occasione della Festa della Liberazione. Secondo quanto riferito da alcuni dei presenti, tra cui l'esperto di storia locale Sergio Maglio, un gruppo di circa dieci cittadini, uomini e…
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A Mottola, in provincia di Taranto, dieci persone sono state identificate dai carabinieri e rischiano una denuncia per aver cantato “Bella ciao” il 25 aprile scorso, in occasione della Festa della Liberazione.

Secondo quanto riferito da alcuni dei presenti, tra cui l’esperto di storia locale Sergio Maglio, un gruppo di circa dieci cittadini, uomini e donne che stavano seguendo il corteo commemorativo, dopo aver cantato “Bella ciao”, simbolo della Resistenza, avrebbero voluto intonare anche “Fischia il vento“, altro celebre canto partigiano. «Un carabiniere ce l’ha impedito, senza fornire molte spiegazioni», ha raccontato Maglio, aggiungendo: «Ci hanno vietato di cantare gli inni della Resistenza. Non c’erano esagerazioni o toni violenti, erano le solite cose che facciamo ogni anno».

Un altro dei presenti ha espresso la sua perplessità: «Fatico ancora a capirne le ragioni. Dovrebbe esserci una fattispecie penale che presuppone un’ordinanza, un decreto. Sono pronto ad autodenunciarmi».

Dalle testimonianze raccolte, non sarebbero avvenuti disordini o alterchi tra i cittadini e il rappresentante delle forze dell’ordine, ma solo un confronto dai toni civili. «Il Governo ha invitato alla sobrietà e questo significa che ognuno se la autoimpone non oltrepassando i limiti della legge. È illecito forse cantare canzoni storiche che siano poco appetibili al gusto musicale del carabiniere di turno?», si è chiesto Maglio.

Il vicesindaco di Mottola, Giuseppe Scriboni, ha dichiarato: «È inimmaginabile che qualcuno possa impedire di cantare una canzone. Io stesso ho invitato i presenti a essere sobri, come richiesto dalla prefettura, ma non mi sarei mai sognato di impedire nulla. Anzi, credo che un provvedimento del genere sarebbe inaccettabile».

La vicenda ha rapidamente acceso un dibattito sui social media. Isanna Maldarizzi, segretaria del Pd di Mottola, ha commentato: «La nostra voce non si spegne, nemmeno davanti ai tentativi di censura. Il 25 aprile è memoria viva, è lotta, è libertà. E chi cerca di silenziarlo, sta solo dimostrando da che parte della Storia ha scelto di stare. Contro l’omologazione al silenzio, noi scegliamo di parlare. Di resistere. Per chi ha lottato. Per chi è morto. Per chi oggi può vivere libero solo grazie a quella lotta».

Anche Rifondazione Comunista ha preso posizione, chiedendo il ritiro delle eventuali denunce e sollecitando «una seria riflessione istituzionale e politica sul valore della memoria antifascista». Al momento, non si hanno ulteriori dettagli sulle possibili contestazioni formali da parte delle autorità competenti.

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