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Le relazioni dei Pisicchio in Regione Puglia: avrebbero «vantato e sfruttato» conoscenze

Nelle carte che hanno portato all’arresto dei fratelli Alfonsino ed Enzo (detto Roberto) Pisicchio spuntano relazioni con Antonio De Vito e Cosimo Borraccino, all'epoca dei fatti rispettivamente direttore generale della società regionale 'Puglia Sviluppo' e assessore pugliese allo Sviluppo Economico, nessuno dei due indagati. E arriva subito la replica di Borraccino: «Ho sempre denunciato le…

Nelle carte che hanno portato all’arresto dei fratelli Alfonsino ed Enzo (detto Roberto) Pisicchio spuntano relazioni con Antonio De Vito e Cosimo Borraccino, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore generale della società regionale ‘Puglia Sviluppo’ e assessore pugliese allo Sviluppo Economico, nessuno dei due indagati. E arriva subito la replica di Borraccino: «Ho sempre denunciato le irregolarità».

Andiamo con ordine: secondo quanto evidenziato dalla gip del tribunale di Bari, Ilaria Casu, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per 7 persone (uno in carcere, altri 4 tra cui i fratelli Pisicchio ai domiciliari e 2 divieti di esercitare le professioni per la durata di un anno), il faccendiere Enzo Pisicchio e l’imprenditrice coindagata Giacoma Punzo (una dei due destinatari dei divieti), per far ottenere un primo finanziamento di 3 milioni di euro (di complessivi 6 milioni) alla società veneta Nir hanno «sfruttato e vantato relazioni esistenti con Antonio De Vito e Cosimo Borraccino».

Quest’ultimo alle regionali si è candidato con il partito dei Pisicchio, “Senso Civico”, ma non è stato eletto, tuttavia è stato nominato dal governatore Michele Emiliano consigliere delegato del presidente per l’attuazione del Piano per Taranto. «Borraccino – si legge negli atti – fu proponente e relatore della delibera di Giunta regionale numero 700 del 9 aprile 2019 con la quale la Nir srl fu ammessa al contributo agevolatore», sulla base di una polizza fideiussoria che per la Procura è falsa. Enzo Pisicchio e suo fratello Alfonsino, ex assessore pugliese all’Urbanistica, sono accusati di aver pilotato ingenti finanziamenti regionali ad alcune imprese in cambio di utilità (tra cui assunzioni di familiari e militanti politici) e attraverso polizze fideiussorie false fornite da un broker, Cosimo Napoletano, con precedenti penali specifici e finito in carcere.

La Nir, nel campo dell’innovazione tecnologica, ottenne il contributo per aprire una sede produttiva a Modugno. In cambio Enzo Pisicchio, Giacoma Punzo, e Cosimo Napoletano (autore delle polizze false) chiesero al legale rappresentate della Nir, Diego De Fecondo, un pacchetto di assunzioni sulle 33 previste, oltre al 2 per cento del capitale sociale della Nir in favore di Punzo, prezzo per la mediazione illecita. Il corrispettivo venne chiesto, si legge ancora, «perché l’agevolazione avveniva grazie alle conoscenze in Regione di Enzo Pisicchio e Giacoma Punzo in quanto vi erano diversi profili che non avrebbero consentito l’erogazione del finanziamento pubblico». Per ammorbidire le resistenze di De Fecondo, Pisicchio e Punzo gli avrebbero fatto capire che avrebbero diffuso in Regione notizie pregiudizievoli al mantenimento del finanziamento concesso.

Così Punzo avrebbe ottenuto da De Fecondo 90mila euro, rinunciando al 2% del capitale della società. Dalle intercettazioni telefoniche emerge anche che Enzo Pisicchio era in contatto diretto con Antonio De Vito. Del loro rapporto si parla diffusamente nell’informativa della Guardia di finanza, dalla quale emerge – riprende la gip – che Enzo Pisicchio «si prestava a ricevere dagli imprenditori interessati ai finanziamenti e contributi regionali una scheda riepilogativa dei progetti da finanziare per sottoporli all’attenzione di De Vito ed ottenere informazioni e notizie sull’andamento delle pratiche e sul probabile esito».

E Borraccino, appreso del suo nome negli atti, precisa: «Dal 2004 ad oggi, nei lunghi anni di presenza nelle istituzioni regionali e provinciali mai ho tratto vantaggio dai miei ruoli istituzionali, anzi appena ho avuto segnalazioni che qualcosa non andava nel pieno rispetto dei crismi di legge, non ho esitato a denunciare all’autorità giudiziaria fatti e persone, costituendomi anche parte civile, come avvenuto alcuni mesi fa, per una vicenda di promessa di posto lavoro, a mia insaputa, ma utilizzando il mio nome. Agisco con la mia passione politica rifuggendo commistioni e relazioni potenzialmente borderline, nell’ovvio più rigoroso rispetto della legalità».

E intanto martedì si terranno gli interrogatori di garanzia dei fratelli Pisicchio.

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