«Quello di Marchionna? Un tentativo quasi fascistoide di delegittimazione». È così che Francesco Cannalire, segretario del Pd brindisino nonché consigliere comunale, ha voluto “rispondere” alle parole di Giuseppe Marchionna, sindaco di Brindisi, che definiva «imbecilli» chi sollevava dei dubbi sul suo essere antifascista.
Il tentativo
«Il linguaggio e gli epiteti – ha dichiarato Cannalire – usati dal sindaco Marchionna, nel maldestro tentativo di sapore quasi fascistoide di delegittimare quanti hanno osato contestare in modo democratico l’inadeguatezza del suo intervento nel giorno della Liberazione dal nazifascismo, segnano come mai prima d’ora lo squallore in cui versano oggi le martoriate istituzioni cittadine». Cannalire, ha poi definito Marchionna «lontano dalla sua tradizione politica». «Il sindaco Marchionna – ha detto – è ormai lontano tanto dalla realtà quanto dalla sua stessa tradizione politica, abbandonata per convenienza personale. Non si adiri, allora, se le sue parole per il 25 aprile non reggono il confronto con lo spessore e la qualità dell’intervento del Prefetto Luigi Carnevale, che con alto senso istituzionale ha saputo ergersi ancora una volta a garante autentico dei principi costituzionali».
I limiti
Cannalire ha concluso rincarando la dose: «La verità è che ogni volta che riceve critiche, fondate e legittime, emergono con chiarezza tutti i suoi limiti. Limiti di chi, a fasi alterne, prova ancora a rivendicare un’identità socialista ormai sconfessata nei fatti. Un’istituzione che insulta i cittadini, non è degna dell’onore e del ruolo che le sono stati attribuiti. Quanto ai risultati delle ultime amministrative, non è più compito nostro comprendere come siano stati raggiunti. Ma sul piano politico è evidente: l’inferno amministrativo e gestionale in cui il centrodestra ha precipitato il Comune di Brindisi, tra scelte discutibili e comportamenti inadeguati dei suoi rappresentanti, lo riaccompagnerà nel dimenticatoio per altri 20 anni».
Il M5S
Anche il M5S ha voluto dire la sua. «Ci saremmo aspettati – si legge in un comunicato – maggiore chiarezza da altre istituzioni locali, che hanno scelto di non nominare l’antifascismo, privando il 25 aprile della sua radice più autentica. Il silenzio, su questi temi, pesa e lascia il segno. Il Movimento 5 Stelle non farà mai un passo indietro. Difendere l’antifascismo, difendere la Costituzione, ricordare la verità storica non è solo un dovere: è una scelta di campo netta e irrinunciabile. Noi stiamo, senza ambiguità, dalla parte della Resistenza».