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Andria, la “stradina più stretta d’Italia” diventa un caso: residente la decora ma viene multato

Antonio Vilella, cittadino andriese, papà di due figli, residente a un passo della “stradina più stretta d’Italia”, al primo Vicolo San Bartolomeo, ha ricevuto una multa per occupazione di suolo pubblico dopo aver valorizzato un luogo che fino a qualche anno fa regnava nell’incuria e nella indifferenza più assoluta di tutti. «Sembra che il mondo…
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Antonio Vilella, cittadino andriese, papà di due figli, residente a un passo della “stradina più stretta d’Italia”, al primo Vicolo San Bartolomeo, ha ricevuto una multa per occupazione di suolo pubblico dopo aver valorizzato un luogo che fino a qualche anno fa regnava nell’incuria e nella indifferenza più assoluta di tutti.

«Sembra che il mondo giri al contrario. Anzi Andria gira al contrario», ha esordito così Antonio Vilella. Come un fulmine a ciel sereno. Proprio mentre erano partiti gli allestimenti per la festa degli innamorati con l’iniziativa gratuita “Un bacio di Speranza” organizzata in collaborazione con le associazioni andriesi per il rilancio turistico del centro storico degradato, arriva la doccia fredda.
Ha, così, i giorni contati il signor Vilella perché entro mercoledì 9 febbraio dovrà procedere alla rimozione degli allestimenti, altrimenti il Comune provvederà alla rimozione forzata. Nonostante, lo scorso novembre, il signor Vilella avesse formalizzato, alla sindaca di Andria, la richiesta di occuparsi a sue spese sia della cura che della manutenzione delle installazioni, al solo fine di preservare l’intera via pubblica, soggetta, sempre più, negli ultimi tempi, a turisti provenienti da tutti il mondo. A questa sua richiesta non è mai arrivata alcuna risposta. Anzi, proprio durante il periodo natalizio, sono state organizzate delle iniziative di quartiere, in collaborazione con la Chiesa di San Agostino, dove la stessa sindaca non solo ha partecipato ma si è anche complimentata per aver valorizzato un angolo importante della città.
Alla luce di questo, oggi sembra essere tutto paradossale. «Prima di tutto questo decoro c’era solo degrado, sporcizia. Era un angolo invivibile. Era un bagno a cielo aperto oltre che un immondezzaio», racconta Vilella che ha trasformato un luogo di spaccio e perversione in un giardino. Lui, inizialmente, l’ha fatto per tutelare se e la sua famiglia, oggi lo fa anche per la comunità, perché grazie al suo senso civico ha visto crescere in meglio il suo quartiere e l’ha reso un luogo sicuro e vivibile per tutti. L’appello di Antonio viene immediatamente raccolto dall’associazione civica “Io ci sono!” con il presidente Savino Montaruli che chiede che le richieste già formulate dalla famiglia Vilella vengano accolte senza alcuna titubanza e annuncia che nelle prossime ore saranno organizzati sit in spontanei, flash mob e mobilitazione civica per salvare la stradina più piccola che ha visto crescere l’interesse dell’intera comunità e non solo.

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