Vendita illecita di sostanze stupefacenti è l’accusa a carico di due persone, madre e figlio, della di Monopoli a cui i finanzieri del comando provinciale di Bari hanno sequestrato 610 chili di marijuana. I due sono stati denunciati.
Stando a quanto emerso nel corso delle indagini la canapa sativa prodotta in un impianto non sarebbe stata, in realtà, destinata agli usi consentiti dalla legge – come la produzione di alimenti, cosmetici, materiale organico o semilavorati artigianali – ma sarebbe stata venduta in bustine di plastica come sostanza stupefacente.
La vendita, come accertato nel corso delle indagini, avveniva anche attraverso un sito internet – con le modalità dell’e-commerce – su cui gli acquirenti potevano scegliere la propria confezione di cannabis in quantitativi dai 3 ai 100 grammi.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura di Bari, la donna si sarebbe occupata della gestione della coltivazione, suo figlio invece della vendita online. La commercializzazione delle dosi di marijuana sarebbe avvenuta anche attraverso il sito web dell’impresa dei due «su cui era sponsorizzata la commercializzazione di confezioni di diversa qualità di cannabis in quantitativi dai tre ai cento grammi», si legge in una nota della guardia di finanza in cui si specifica che «l’acquisto poteva essere effettuato con le note modalità dell’e-commerce» ovvero «scelta della merce, inserimento nel carrello, pagamento e spedizione all’indirizzo richiesto».
Dietro lo “schermo” di un’attività economica legale, dunque, secondo gli inquirenti sarebbe stata di fatto venduta sostanza stupefacente.
