Come abbondantemente prevedibile, la mozione di sfiducia al sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, viene bocciata con 21 voti contrari e 12 favorevoli. Tra i contrari, anche Quarta, che aveva apposto la tredicesima firma al documento protocollato dall’opposizione.
Una “ritrovata unità”
Il “truth day” non ha, dunque, portato al “coup de theatre” e l’amministrazione Marchionna resta al suo posto, essendo stata respinta all’unanimità dalla maggioranza la mozione di sfiducia presentata dalla minoranza (per far cadere la giunta ci vogliono 17 firme, ndr). Secondo l’opposizione, l’attuale governo cittadino è caratterizzato da una forte instabilità politica, oltre a non aver raggiunto gli obiettivi prefissati in campagna elettorale e Fusco chiede le dimissioni. «Sono ovviamente molto soddisfatto – spiega Marchionna – della ritrovata unità della maggioranza che, per la verità, non era mai stata messa in discussione, al di là delle normali fasi di confronto interno che a volte possono determinare qualche evento che, gettato sulla stampa, provoca scompiglio. Capisco che si possa pensare che non ci siano risultati, ma siamo impegnati in un’operazione che definisco di sviluppo attraverso cultura ed industria innovative. Questi due elementi non possono essere concretizzati nel giro di qualche mese». Marchionna, però, ammonisce Quarta (precedentemente lo aveva ammonito Sicilia, ndr): «Far parte di una maggioranza – afferma il sindaco – comporta l’obbligo di rispettare alcune regole, che sono fondamentali, senza le quali non c’è una convivenza civile, ma una sorta di caos. Mi sembra, da quello che è l’esito della votazione e dell’espressione di voto di Quarta, che ciò sia stato recepito. Credo che una azione politica orientata ad una visibilità effimera, invece che ad una costruzione di contenuti più strutturati, può forse portare a qualche eccesso. Se riusciremo a limitare questo tipo di esposizioni, sarà un bene tutti».
Il rebus Giunta
Rossi chiede lumi su eventuali accordi per una nuova giunta: «L’esecutivo non ha una data di scadenza – precisa il primo cittadino – naturalmente, non escludendo, come è normale in una dinamica politica, che possano svolgersi evoluzioni che al momento non sono visibili. In politica tutto è possibile e tutto è precario». L’ex sindaco è, però, scettico: «Le beghe interne secondo me sono solo sospese per una tregua, ma covano sotto la cenere». Quarta, invece, ribadisce l’appoggio a Marchionna: «Non c’è mai stata la volontà di staccare la spina a questa amministrazione – specifica Quarta – la tredicesima firma serviva a mettere fine a tutte le situazioni di pressione per il rientro in giunta di chi era stato messo alla porta, che secondo me imbarazzavano il sindaco e lo indebolivano sempre di più. Il mio obiettivo era sapere che la giunta non verrà cambiata. E’ così e questo vuol dire sicurezza e continuità amministrativa».