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Brindisi Politica

Brindisi, respinta la mozione di sfiducia al sindaco: Marchionna va avanti

Come abbondantemente prevedibile, la mozione di sfiducia al sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, viene bocciata con 21 voti contrari e 12 favorevoli. Tra i contrari, anche Quarta, che aveva apposto la tredicesima firma al documento protocollato dall’opposizione.

Una “ritrovata unità”

Il “truth day” non ha, dunque, portato al “coup de theatre” e l’amministrazione Marchionna resta al suo posto, essendo stata respinta all’unanimità dalla maggioranza la mozione di sfiducia presentata dalla minoranza (per far cadere la giunta ci vogliono 17 firme, ndr). Secondo l’opposizione, l’attuale governo cittadino è caratterizzato da una forte instabilità politica, oltre a non aver raggiunto gli obiettivi prefissati in campagna elettorale e Fusco chiede le dimissioni. «Sono ovviamente molto soddisfatto – spiega Marchionna – della ritrovata unità della maggioranza che, per la verità, non era mai stata messa in discussione, al di là delle normali fasi di confronto interno che a volte possono determinare qualche evento che, gettato sulla stampa, provoca scompiglio. Capisco che si possa pensare che non ci siano risultati, ma siamo impegnati in un’operazione che definisco di sviluppo attraverso cultura ed industria innovative. Questi due elementi non possono essere concretizzati nel giro di qualche mese». Marchionna, però, ammonisce Quarta (precedentemente lo aveva ammonito Sicilia, ndr): «Far parte di una maggioranza – afferma il sindaco – comporta l’obbligo di rispettare alcune regole, che sono fondamentali, senza le quali non c’è una convivenza civile, ma una sorta di caos. Mi sembra, da quello che è l’esito della votazione e dell’espressione di voto di Quarta, che ciò sia stato recepito. Credo che una azione politica orientata ad una visibilità effimera, invece che ad una costruzione di contenuti più strutturati, può forse portare a qualche eccesso. Se riusciremo a limitare questo tipo di esposizioni, sarà un bene tutti».

Il rebus Giunta

Rossi chiede lumi su eventuali accordi per una nuova giunta: «L’esecutivo non ha una data di scadenza – precisa il primo cittadino – naturalmente, non escludendo, come è normale in una dinamica politica, che possano svolgersi evoluzioni che al momento non sono visibili. In politica tutto è possibile e tutto è precario». L’ex sindaco è, però, scettico: «Le beghe interne secondo me sono solo sospese per una tregua, ma covano sotto la cenere». Quarta, invece, ribadisce l’appoggio a Marchionna: «Non c’è mai stata la volontà di staccare la spina a questa amministrazione – specifica Quarta – la tredicesima firma serviva a mettere fine a tutte le situazioni di pressione per il rientro in giunta di chi era stato messo alla porta, che secondo me imbarazzavano il sindaco e lo indebolivano sempre di più. Il mio obiettivo era sapere che la giunta non verrà cambiata. E’ così e questo vuol dire sicurezza e continuità amministrativa».

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Attualità Brindisi

Brindisi, i migranti saranno trasferiti nel fabbricato confiscato alla mafia. Che sarà del dormitorio?

A breve, i migranti attualmente presenti presso il dormitorio di via Provinciale per San Vito saranno definitivamente spostati a Restinco, in una struttura confiscata alla criminalità organizzata. Bloccati, invece, i lavori di ristrutturazione del bene comunale. Lo ha annunciato l’assessore ai Servizi sociali, Ercole Saponaro, durante la commissione di riferimento, presieduta da Maurizio Colella.

Il dormitorio

L’immobile di via Provinciale per San Vito per anni è stato adibito a dormitorio per migranti, non senza criticità di varia natura, tra disagi di pubblica sicurezza per ospiti andati in escandescenza e pessime condizioni igienico-sanitarie. Oggi, però, l’amministrazione Marchionna ha dato un preciso atto politico: gli ospiti del dormitorio saranno trasferiti in una struttura sequestrata alla criminalità organizzata, nella località di Restinco. Sui tempi di trasferimento: «Il dirigente Falco sta facendo un ottimo lavoro e siamo quasi pronti col bando, in pochi mesi gli ospiti del dormitorio saranno trasferiti», ha dichiarato Saponaro. L’assessore, inoltre, ha fatto sapere che si sta lavorando anche sul futuro dell’immobile di via Provinciale per San Vito: inizialmente si pensava alla riconversione in Casa delle Culture, ma i lavori sono stati bloccati per una più interlocuzione col Ministero.

Le prospettive

Adesso, invece, potrebbero essere ben altre le idee, tra cui non è da escludere quella dell’abbattimento, al fine di liberare uno degli scorci più antichi e suggestivi di Brindisi da una struttura “ingombrante”. Proprio di fronte, infatti, è ubicata la fontana Tancredi, un bene monumentale che si trova sul percorso dell’antica via Traiana, non distante dall’ingresso della città. Fu realizzata per dare la possibilità di abbeverarsi agli animali da trasporto che giungevano a Brindisi, ma anche per permettere l’irrigazione dei campi della zona. Il consigliere indipendente, Salvatore Giannace, ha proposto di adibire l’attuale dormitorio in una struttura per casi di povertà estrema. Difatti, diversi cittadini son costretti a dormire sotto i ponti e cibarsi presso la Caritas o associazioni di volontariato. Per Cesare Mevoli di Fratelli d’Italia, invece, si continua «a massacrare il tessuto cittadino e questa è un’occasione unica per demolire il manufatto». Riccardo Rossi di Bbc/Alleanza Sinistra-Verdi ha posto il problema dei fondi: «Bene che 80 migranti vengano trasferiti a Restinco, ma che fine farà il milione e mezzo destinato al dormitorio per riconvertirlo a Case delle Culture? Si potrebbero spendere quei soldi per riqualificarlo. Per Restinco ci sono già due milioni del Pnrr».

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Brindisi Sviluppo e Lavoro

Brindisi, Sos al ministro Urso e ai parlamentari: «Lo stop di Eni? Un disastro»

Alta tensione nella chimica di base brindisina, dopo l’annuncio di Eni della chiusura dei cracking in Italia e della presentazione dei progetti di reindustrializzazione, che saranno, però, a regime dal 2028. «Siamo fortemente preoccupati per i lavoratori, per i quali si sta consumando una vicenda che ha dell’assurdo – commenta Pino Gesmundo, segretario generale confederale Cgil nazionale, intervenuto a Brindisi nell’assemblea sindacale – chiudendo la chimica di base nel Paese, c’è preoccupazione per il sistema industriale, perché agisce sull’80% delle produzioni italiane. Chiuderla, significa esporre il Paese ad un condizionamento dei prodotti dall’estero. Eni ragiona come se fosse un fondo di investimento qualsiasi e non come una partecipata pubblica. Non le interessa l’industria ed i lavoratori. La chiusura di Eni ricade anche sull’indotto, dove non c’è alcuna garanzia ed il rapporto è 1:3, ogni lavoratore diretto produce tre lavoratori dell’indotto. Per Brindisi sarebbe un grave disastro sul piano occupazionale».

L’appello

Chiesto l’intervento della politica: «Deve fare la sua parte – continua – noi abbiamo chiesto ai parlamentari del territorio di porre tutto il loro peso politico per salvaguardare un asset strategico per l’industria e l’occupazione, soprattutto al Sud. Brindisi è una polveriera da questo punto di vista. Tra chiusura di Eni e centrale di Cerano, in questa città non ci sarà più occupazione». Ma è possibile la coesistenza del cracking di Versalis e la futura gigafactory? «La gigafactory è una vicenda assurda – ha concluso Gesmundo – c’è compatibilità. Ma se è uno specchietto per le allodole, per chiudere un sito importante e produrre batterie che non serviranno a nessuno, in una condizione nella quale non è Eni che a investire ma insieme ad una azienda privata che non ci dà garanzie, anche per la propria storia, beh noi non ci stiamo».

La Regione

Anche la Regione è contraria alla chiusura dello stabilimento brindisino: «Ce ne stiamo occupando con tavoli regionali e partecipando a quelli ministeriali, per dire un secco “no” alla dismissione del cracking di Versalis, che minaccia il mondo del lavoro – sostiene Serena Triggiani, assessore regionale alle Crisi industriali – non possiamo permettere che il lavoro sia dismesso, senza optare per una conversione giusta come quella che avevamo chiesto di fare. Insisteremo. Decarbonizzazione? Bisogna raggiungerla, ma prevedendo una transizione attenta agli aspetti ambientali ed occupazionali. Commissario dal governo? È una soluzione, ma ci deve essere maggiore attenzione al territorio».

La Provincia

In campo è scesa anche la Provincia di Brindisi con una lettera inviata dal presidente Toni Matarrelli ad Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: «L’imminente chiusura a Brindisi dell’impianto di cracking rappresenta un ulteriore durissimo colpo per l’economia di una provincia che da oltre mezzo secolo è fondata proprio sui grandi insediamenti industriali i quali, pur segnando profondamente questo territorio, hanno assicurato occupazione ai dipendenti e all’indotto. A fronte di questa situazione drammatica, chiedo un incontro urgente su quanto sta accadendo».

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Attualità Brindisi Sviluppo e Lavoro

Brindisi, il piano Asl del personale non convince la Cgil: «Subito le stabilizzazioni»

Ancora nel mirino la sanità pubblica provinciale. Il Piano di fabbisogno del personale della Asl di Brindisi è insufficiente ma, dal momento che è in vigore, bisognerà prestare attenzione alle stabilizzazioni dei precari e dei comandi. È il pensiero della Funzione Pubblica della Cgil Brindisi, a seguito dell’atto deliberato recentemente dalla locale azienda sanitaria.

Il personale

Il sindacato insiste da tempo su un aumento del personale, in una sanità territoriale ormai al collasso, e ritiene che «la definizione del Piano di fabbisogno del personale deliberato dalla Asl sia insufficiente, ma a questo punto diventa imprescindibile che questo piano venga attuato immediatamente, con particolare attenzione alle stabilizzazioni dei precari e dei comandi», si legge nella nota a firma di Francesco Pollasto e Luciano Quarta, rispettivamente coordinatore sanità Fp Cgil e segretario generale Fp Cgil. Per l’organizzazione sindacale, l’aumento del tetto di spesa per il personale, grazie all’utilizzo delle risorse del DM77, non fa altro che coprire una parte di quanto occorrerebbe, quindi insufficiente a recuperare il gap che sconta la provincia brindisina.

Le criticità

Per rispondere alle gravi criticità che affliggono la sanità provinciale, tra cui liste d’attesa sempre più lunghe, mobilità passiva anche intraregionale, carenza di medici e posti letto e reparti chiusi, la Fp Cgil propone di «partire dall’avvio immediato delle procedure di assunzione di nuovo personale, includendo medici, infermieri, operatori socio-sanitari e figure tecniche e amministrative; stabilizzare i lavoratori precari, garantendo loro la continuità lavorativa necessaria per mantenere alta la qualità dei servizi sanitari offerti alla cittadinanza; definitiva assegnazione dei comandi che sono su posti vacanti e, quindi, già incardinati nell’organizzazione del lavoro».

L’urgenza

Il sindacato ribadisce alla direzione generale che «c’è bisogno dell’assoluta tempestività dell’Asl nel perfezionare le stabilizzazioni, nel definire l’assunzione degli aventi diritto ad essere richiamati in servizio e procedere alle assegnazioni definitive da comando ex art. 42bis, per poter affrontare le urgenze e poi iniziare con il piano di assunzioni, scorrendo le graduatorie attive e con i prossimi concorsi, per coprire le carenze di organico, per il bene della comunità brindisina. Siamo consapevoli che questo territorio è ben lontano da un sistema sanitario equo e giusto e che quanto messo in campo non può di certo bastare».

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Attualità Brindisi

Brindisi, Stefanazzi interroga il Governo su Versalis: «Come salverete i lavoratori?»

L’onorevole del Partito Democratico Claudio Stefanazzi ha presentato una interrogazione parlamentale per sapere se e quali misure il governo intende adottare circa lo stabilimento Versalis di Brindisi, prossimo alla chiusura.

Il caso Brindisi

Quello della chimica di base è un argomento caldo che, assieme alla decarbonizzazione, sta alimentando la grave crisi economica e occupazionale del territorio. Nello specifico, il cracking brindisino del Petrolchimico dovrebbe essere dismesso entro il prossimo aprile, per lasciare spazio alla giga factory (prevista per il 2028), in joint venture con la società Seri Industrial, in un’area attualmente libera ed adiacente agli impianti di cracking. Per i 240 dipendenti diretti dovrebbe essere garantita l’occupazione, ma vige la più totale incertezza per le 1000 unità dell’indotto.

Il tavolo regionale

La questione sarà trattata il prossimo 6 febbraio a Bari, durante un confronto tra sindacati ed il presidente della task force per le emergenze occupazionali, Leo Caroli. La stessa Regione ha espresso forte preoccupazione per la vertenza riguardante la riconversione dello stabilimento Eni Versalis, chiedendo un rinvio della chiusura dell’impianto e proponendo il mantenimento in attività dello stesso, nelle more della realizzazione della giga factory, ipotesi sposata dai sindacati e dal deputato del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, che intanto ha presentato una interrogazione parlamentare ai ministri dell’Economia e delle Finanze, delle Imprese e del Made in Italy e del Lavoro e delle Politiche sociali.

Due, dunque, gli interrogativi posti al governo: «Se e quali iniziative intendano adottare per salvaguardare i livelli occupazionali dello stabilimento Versalis di Brindisi e se intendano, coerentemente con quanto proposto dai sindacati e dalla Regione, sostenere le ragioni di una coesistenza tra l’attuale impianto per il cracking e la realizzazione della giga factory e, nel caso, quali iniziative intendano promuovere a tal fine, ovvero se intendano fornire le motivazioni della contrarietà a tale ipotesi».

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Brindisi Cronaca

Omicidio Margherito, il consulente del pm: «La pistola funzionava»

La pistola non avrebbe potuto incepparsi, perché perfettamente funzionante. È quanto emerso dalla perizia balistica disposta dalla Procura di Brindisi sull’arma che ha ucciso con un colpo alla testa Irene Margherito, brindisina di 47 anni, lo scorso 26 maggio, sulla complanare della statale 7. La pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa, era impugnata da Adamo Sardella, anch’egli brindisino, cognato 55enne di Margherito, accusato di omicidio e tentato omicidio del nuovo compagno della donna, con l’aggravante dei futili motivi.

La vicenda

L’incontro è avvenuto all’altezza della Cittadella della Ricerca ed avrebbe avuto fini chiarificatori, dopo alcuni dissidi tra la donna e la sua famiglia (anche con il proprio figlio) sfociati, però, prima in una violenta lite (il compagno della donna avrebbe utilizzato anche il fodero di una katana, ndr) e poi in una pistolettata. Dalle immagini delle telecamere di zona acquisite dagli investigatori, si vedono due auto: un Volkswagen Golf con a bordo Sardella ed il figlio della donna ed una Nissan Juke con a bordo la stessa vittima ed il compagno, Franco Acquaviva, 54enne di Mesagne. La Nissan è stata colpita dai proiettili per tre volte, uno è stato fatale a Margherito. Acquaviva, invece, ha riportato soltanto ferite di lieve entità alla testa, ma è stato denunciato a piede libero per il possesso di una katana.

Le tensioni

Dall’ascolto di parenti e conoscenti sarebbe emerso un contesto familiare assai “pesante”. Ci sarebbero stati dissidi in essere da tempo, acuiti quando la donna, vedova da una decina di anni del fratello di Sardella, ha intrapreso una relazione sentimentale con un altro uomo. Margherito era anche la sorella della moglie di Sardella. La vittima, deceduta il giorno dopo la sparatoria presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, ha lasciato due figli, un uomo e una donna, entrambi sposati. La figlia si era sposata da poco e stava per renderla anche nonna. Ci sarebbero stati anche dissapori tra i due fratelli, tanto che il figlio non era presente al funerale della madre, così come la sorella, moglie di Sardella.

La consulenza

Le conclusioni della consulenza balistica sono rilevanti rispetto all’accusa di tentato omicidio di Acquaviva. In relazione all’omicidio della donna ed all’aggravante della premeditazione, si attende il deposito della perizia sui telefoni cellulari. In analisi, chiamate e messaggi sui vari canali social. In quella circostanza, gli inquirenti capiranno chi ha chiesto l’incontro e il reale motivo.

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Brindisi Sviluppo e Lavoro

Un ponte tra giovani e imprese: il ministro Abodi inaugura l’hub del progetto “Rete” a Brindisi

Un hub per permettere ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, grazie ad una collaborazione con le imprese. Si tratta del progetto “Rete”, ideato da Invitalia e dedicato ai ragazzi dai 16 ai 35 anni, nei settori del turismo, economia del mare e nuove tecnologie, promosso dal ministero per lo Sport e i Giovani.

L’inaugurazione

Proprio il titolare del dicastero, Andrea Abodi, ha inaugurato ieri l’hub a Brindisi (ente capofila) nella cornice dell’ex convento Scuole Pie, per dare il “la” a questo trampolino di lancio dal punto di vista occupazionale: «L’obiettivo – ha spiegato Abodi – è offrire opportunità per cercare di passare dalle analisi a qualcosa di più pratico. Dobbiamo colmare alcune asimmetrie: se ci sono un milione di posti di lavoro che non trovano corrispondenza nell’offerta, vuol dire che dobbiamo aiutare i ragazzi il più possibile a comprendere in primis il valore del lavoro, che non si rifiuta mai, e poi c’è bisogno di una qualificazione che questa opportunità mette a disposizione. Sarà importante la collaborazione con scuola ed università – ha concluso il ministro – abbiamo una missione e ci aspettiamo una risposta adeguata dei giovani, anche attraverso stage in imprese italiane o all’estero. Brindisi è strettamente legate al turismo, all’economia del mare ed alle nuove tecnologie».

I numeri

In un anno di attività, i primi cinque hub hanno realizzato 2.306 iniziative, che hanno coinvolto complessivamente 25.061 giovani. L’hub di Brindisi, dunque, permetterà di creare un ponte tra i giovani e le imprese: «Siamo orgogliosi – ha dichiarato Luigi Gallo, responsabile Incentivi e Innovazione di Invitalia – di poter dare un piccolo contributo ai giovani del territorio. Offriamo servizi gratuiti a giovani che sono interessati a verificare le loro idee progettuali e le loro idee di imprese. Faremo in modo che i progetti possano diventare attività di impresa. I giovani verranno aiutati con dei servizi di accompagnamento: ciascuno di loro viene in questi luoghi e presenta le proprie idee. Invitiamo le scuole e giovani universitaria ad incontrarsi tra di loro».

Le risorse

Questo progetto può contare sull’ausilio di molte risorse: «Ci sono tantissime risorse finanziarie disponibili – ha spiegato Gallo – sta per partire la nuova misura “Resto al Sud 2.0”. Questo hub ha una connotazione legata al turismo ed all’economia del mare, settori particolarmente interessanti per questo territorio».

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Attualità Brindisi

Dopo la morte di Mirko, a Brindisi spuntano ecco i cartelli di “strada dissestata” e la “zona 30”

A seguito dell’ordinanza che impone il limite di 30 km/h nelle zone più critiche della città ed in alcune vie del centro storico, prosegue la road map del Comune delle strade più impraticabili, soprattutto di quelle periferiche. Al via, dunque, l’installazione di cartellonistica indicante “Strada dissestata”, con relativa percorrenza a 30 km/h.

Le ricognizioni

Nei vari quartieri sono state effettuate accurate ricognizioni di strade e relative pertinenze da parte del personale tecnico del Comune, riguardanti la verifica della fluidità e la sicurezza della circolazione urbana, specialmente dopo la morte di Mirko Conserva, 20enne brindisino, che la notte del 15 settembre scorso è deceduto a seguito di una caduta, in sella al proprio scooter, in via Caduti di via Fani. Da tale attività è stato constatato che le viabilità sono bisognevoli di interventi di manutenzione straordinaria, sia per l’espandersi incontrollato delle radici degli alberi e sia per la mancanza di manutenzione preventiva. Con l’arrivo della stagione invernale e delle piogge, poi, la pavimentazione in conglomerato bituminoso, in assenza appunto di manutenzione preventiva, tende a decomporsi con estrema facilità, con conseguente formazione di buche, solchi ed alterazioni stradali, che rendono non fluida e sicura la circolazione.

Le strade interessate

Così, il dirigente del settore Lavori e opere pubbliche – Mobilità urbana, Fabio Lacinio, in attesa degli stanziamenti richiesti con proposta di deliberazione di giunta del 20 settembre scorso, procederà con l’installazione di cartellonistica stradale di sicurezza “Strada dissestata” e con l’istituzione del limite di velocità consentito di 30 km/h sul tratto di viale Belgio, da via Gran Bretagna a viale Francia; sul viale Francia, nel tratto in curva verso viale Belgio; sulla strada che s’innesta con via Caduti di Via Fani; sulla strada che s’innesta con la rotatoria via Martini/Fontanesi. La segnaletica indicante “Strada dissestata” sarà, poi, rimossa solo dopo l’esecuzione delle attività di manutenzione dei tratti stradali, ma resterà il limite di 30 km/h. La cosiddetta “Zona 30” sarà apposta su tutta la zona industriale, su molte vie del centro e dei quartieri Sant’Elia, Sant’Angelo, Santa Chiara, Commenda, Cappuccini, Paradiso, Casale, Bozzano, Perrino e La Rosa e dei Villaggi San Paolo e San Pietro e della frazione di Tuturano. In pratica, una città che viaggerà a passo d’uomo a causa della mancata mappatura delle strade e della cura del verde.

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Ambiente e Sostenibilità Brindisi Politica Sviluppo e Lavoro

Brindisi, attacco bipartisan a Enel ed Eni: «Le multinazionali risarciscano il territorio»

«Serve un’azione forte e fare squadra: opposizione pronta ad accompagnare il sindaco a Roma. Le multinazionali dell’energia e della chimica devono risarcire il territorio». La richiesta arriva dall’opposizione, ma è appoggiata dal primo cittadino.

Il centrosinistra

Sembra, dunque, compatta la politica locale quando si parla del futuro del territorio. Il riferimento è ai piani industriali di Enel ed Eni che, al momento, convincono poco. Il tema è stato ampiamente discusso nella conferenza dei capigruppo, chiesta dai consiglieri comunali Pasquale Luperti di Uguaglianza Cittadina e Francesco Cannalire del Partito Democratico, alla presenza del sindaco, Giuseppe Marchionna. Il capogruppo dem sostiene che Enel ha «dimenticato il territorio, senza aver programmato alcun intervento relativo alla transizione energetica, procurando una grave crisi sociale. Servono azioni forti da parte di tutta la politica. L’opposizione è pronta ad accompagnare il sindaco ai tavoli istituzionali, per ottenere, insieme, risposte da Enel». Secondo Luperti, per ciò che concerne la chimica di base, quello che andrà a delinearsi sarà uno scenario tutt’altro che roseo, in quanto «Basell non ha ancora firmato il contratto con Versalis per l’approvvigionamento di monomero. Allo stato attuale, Basell, Versalis ed Enipower chiuderanno e non c’è, ad oggi, alcuna pietra del nuovo impianto proposto. Il crollo del petrolchimico ricade su 1500 famiglie. La decarbonizzazione è stata sottovalutata, anche dai sindacati. Poi l’Authority ha smantellato punto per punto le 13 proposte di progetto arrivate, tanto che il tecnico del ministero, scoraggiato, ha detto che potrebbe commissariare l’ente marittimo».

La posizione di Marchionna

Dal canto suo, Marchionna, nel rimarcare un atteggiamento da «prima donna» delle due multinazionali, ha condiviso le posizioni dei consiglieri di opposizione, invitando tutti, però, ad attendere prima il confronto del 3 dicembre tra Versalis e sindacati e l’approvazione della manovra finanziaria del governo (su cui sta lavorando l’onorevole Mauro D’Attis), che dovrebbe sovvenzionare l’accordo di programma per Brindisi (cioè stanziare fondi a sostegno delle 13 imprese che intendo investire sul territorio in ottica decarbonizzazione). «Delle proposte – ha chiarito il sindaco – bisogna capire progetto, investimento, ricaduta occupazionale ed imprenditoriale. Enel, qualora decidesse di abbandonare ufficialmente il territorio, dovrebbe definire una convenzione ex post, a mo’ di risarcimento per la città, per tutto quello a cui l’ha esposta nel corso degli anni».

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Brindisi Sviluppo e Lavoro

Il piano di Eni e Versalis per il sito di Brindisi non soddisfa: «Sarà un’altra bomba sociale»

Il nuovo piano industriale presentato da Eni non convince lavoratori, sindacati e politici locali. Cannalire e Luperti chiedono conferenza dei capigruppo. Perplessità e dubbi saranno esposti nel tavolo sulla situazione della chimica in Italia del prossimo 5 dicembre presso il Mimit, alla presenza del titolare del dicastero, Adolfo Urso. L’incontro era previsto per il 22 novembre, ma ai sindacati è arrivata comunicazione di rinvio dei lavori.

Le richieste

A chiedere chiarezza sono i consiglieri comunali Francesco Cannalire del Pd e Pasquale Luperti di Uc. «Il piano industriale presentato da Eni e dalla controllata Versalis per il sito di Brindisi, al netto degli annunci roboanti e sensazionalistici, rischia di trasformarsi in un’altra bomba sociale ed economica per il territorio e per tutto il tessuto produttivo – asseriscono i consiglieri di opposizione – sulla questione è calato un silenzio grave e sospetto, aggravato dal continuo rinvio del tavolo nazionale della chimica. Alla luce delle premesse e delle dichiarazioni di esponenti di Eni, le vertenze occupazionali stanno diventando una certezza e saranno diretta conseguenza delle scelte aziendali di Eni-Versalis e per le quali stanno emergendo interrogativi e riserve. Queste criticità in merito all’inerzia di due aziende di Stato come Eni ed Enel – proseguono – non possono e non devono rimanere circoscritte e derubricate a criticità locali, perché vista la portata e l’importanza devono diventare una vertenza nazionale. Gli incontri isolati del sindaco con aziende e possibili investitori rischiano di rappresentare una modalità disarticolata, e quindi senza una visione di insieme, per affrontare la più grande crisi socioeconomica che Brindisi abbia mai vissuto».

Conferenza dei capigruppo

Così, Cannalire e Luperti chiedono la convocazione urgente di una conferenza dei capigruppo, «in modo da coordinare le azioni e le iniziative a tutela anche del personale dell’indotto di Eni-Versalis ed Enel e a tutela di investimenti che possano garantire sostegno alle aziende del territorio», concludono.

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