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Politica Puglia

Regionali in Puglia, si stringe per il “listone” dei Civici: fumata bianca attesa in settimana

La fumata bianca è attesa prima del fine settimana. E, secondo i registi dell’operazione, dovrebbe arrivare al termine di un incontro al quale prenderanno parte sia il governatore uscente Michele Emiliano sia il candidato presidente Antonio Decaro. Certo è che il “listone” dei civici di centrosinistra alle prossime elezioni regionali ci sarà. Con o senza gli scettici che finora ne hanno rallentato l’ufficializzazione.

Il via libera

La nascita della nuova formazione, che ambisce a diventare “seconda gamba” del centrosinistra dopo il Partito democratico, è di fatto imposta da una serie di elementi. Il primo: la soglia di sbarramento al 4% rappresenta un ostacolo difficile da superare per Con, Per la Puglia e Azione. Per i tre gruppi, quindi, sarebbe meglio “fondersi” in un’unica lista che invece potrebbe arrivare anche in doppia cifra, eleggendo almeno un consigliere in ogni provincia se non due nel Foggiano, nel Barese e in Salento. A suggerire questa strategia è anche la necessità di evitare la frammentazione che, soprattutto negli ultimi mesi, ha paralizzato la maggioranza di Emiliano. E guai a concepire il listone come la “spina nel fianco” dello stesso Emiliano nei confronti di Decaro: i registi dell’operazione parlano della nuova formazione come «un ulteriore elemento di forza per il futuro presidente della Puglia e non come un muro di sbarramento». Ecco perché i sostenitori del rassemblement dei civici vogliono che il via libera arrivi al più presto e all’esito di un incontro con Emiliano e Decaro la cui data potrebbe essere fissata già nella giornata di oggi.

Lo scenario

Sono queste le ragioni che i fautori del listone stanno evidenziando a quanti sono invece scettici. Del primo gruppo fanno parte lo stesso Emiliano, i vertici di Con, il segretario pugliese di Azione Ruggiero Mennea e anche di Mauro Vizzino e Antonio Tutolo, consiglieri uscenti di Per. I recalcitranti sono l’assessore uscente Sebastiano Leo e il consigliere Saverio Tammacco che, nei giorni scorsi, hanno avanzato l’ipotesi di una civica composta soltanto da esponenti di Azione e Per (dunque senza Con) che, nelle loro intenzioni, potrebbe arrivare a rappresentare la seconda forza della coalizione guidata da Decaro. In realtà, la ritrosia è dettata anche da un ulteriore elemento: Leo vorrebbe evitare il “derby”, nel collegio del Salento, con Alessandro Delli Noci, altro assessore uscente e “uomo forte” del centrosinistra a Lecce e dintorni. Si vedrà. «Al listone non c’è alternativa, ragion per cui si farà e anche in tempi brevi – assicura una “gola profonda” dei progressisti – perché dietro l’angolo c’è una campagna elettorale da affrontare».

Gli obiettivi

Ma quali saranno le ambizioni del nascente listone? Di sicuro la rielezione degli assessori e consiglieri uscenti in quota a ciascuno dei tre gruppi: Ruggiero Mennea (Azione) nella Bat, Sergio Clemente (Azione) e Antonio Tutolo (Per) nel Foggiano, Stefano Lacatena (Con) e Saverio Tammacco (Per) nel Barese, Antonio Lopane (Con) nel Tarantino, Sebastiano Leo (Per) e Alessandro Delli Noci (Con) in Salento, Mauro Vizzino (Per) nel Brindisino. Il secondo obiettivo sarebbe quello di eleggere un secondo consigliere in almeno tre province su sei. E non è da escludere che tra questi ci sia Emiliano che potrebbe trovare posto proprio tra i civici.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, anche i vendoliani stanno con Decaro. Il M5s temporeggia: «Prima i temi»

«Antonio Decaro sarebbe un candidato che ci metterebbe nelle condizioni di concentraci già su come continuare a governare la Puglia»: è Mino Di Lernia, segretario regionale di Sinistra Italiana e tra i più vicini all’ex presidente Nichi Vendola, il primo a reagire all’endorsement che il senatore Francesco Boccia ha fatto due giorni fa all’ex sindaco di Bari e attuale europarlamentare del Pd.

Il rebus riguarda il Movimento Cinque Stelle che, in vista delle elezioni regionali, ancora non scopre le carte e probabilmente non lo farà fino al prossimo 9 aprile, quando la Corte Costituzionale si esprimerà sul terzo mandato per i governatori.

I vendoliani

I vendoliani, dunque, accolgono di buon grado quella che a gran parte degli addetti ai lavori è sembrata l’ufficializzazione della candidatura di Decaro alla presidenza della Puglia. «È il candidato più autorevole e più capace di continuare il cammino intrapreso vent’anni fa», ha detto Boccia a margine della direzione regionale del Pd. E Sinistra Italiana sembra condividere la linea quando, per bocca del suo segretario regionale, fa capire che Decaro è il nome giusto e aggiunge: «Serve mettersi al lavoro subito affinché a vincere le elezioni sia prima di tutto una buona proposta politica».

I Cinque Stelle

Resta da chiarire la posizione del Movimento Cinque Stelle che, nel frattempo, a Taranto ha proposto un candidato sindaco alternativo a quello del Pd. «A oggi non ci sono candidati ufficiali – precisa il deputato Leonardo Donno, coordinatore pugliese del M5s – Per noi prima vengono i temi e gli obiettivi da raggiungere, poi sarà il momento di avviare le eventuali interlocuzioni e la condivisione di un percorso che porterà all’individuazione dei nomi».

Nel frattempo il M5s ha avviato le assemblee provinciali, come quella che si è svolta ieri a Lecce, per mettere a fuoco «le esigenze reali per territorio, persone e imprese». Secondo qualcuno, una svolta potrebbe arrivare dopo il 9 aprile, data in cui è atteso il verdetto della Corte Costituzionale sul terzo mandato ai governatori. In caso di via libera, con la Campania destinata al dem Vincenzo De Luca, il M5s potrebbe rivendicare la candidatura alla presidenza della Puglia. Ma siccome a queste latitudini è Decaro il candidato oggettivamente più forte, i Cinque Stelle potrebbero ben presto essere chiamati a scegliere: correre in coalizione con Pd, civici e Avs, con buone chance di superare lo sbarramento del 4%, oppure proporre un proprio candidato presidente, con la conseguenza di dover raggiungere la più alta e ostica soglia dell’8%.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, pronte cinque liste per sostenere Magistà. FdI cerca l’exploit

Ora si attende soltanto la “benedizione” della premier Giorgia Meloni. Ma la candidatura di Enzo Magistà, direttore del Tg Norba, a presidente della Regione Puglia per il centrodestra non sembra in discussione. Tanto che conservatori e moderati stanno già allestendo la coalizione di cui dovrebbero far parte non più di cinque liste e nella quale dovrebbero rivedersi portatori di voti del calibro di Massimo Cassano e Anita Maurodinoia.

Fratelli d’Italia

Il partito che punta all’exploit è, ovviamente, Fratelli d’Italia, che a livello nazionale sfiora il 30% dei consensi. In Puglia l’obiettivo è eleggere otto o nove consiglieri regionali, cioè due o tre in più rispetto al 2020. E i nomi che circolano, d’altra parte, sono “pesanti”. A Bari e dintorni è certo della candidatura Domenico Damascelli, ex sindaco di Bitonto che potrebbe trovarsi in lista il consigliere comunale barese Pino Viggiano, la coordinatrice del partito nel capoluogo Antonella Lella e il consigliere regionale uscente Tommaso Scatigna.

Dovrebbe esserci spazio anche per Antonio Caprio, segretario dell’Ugl, Piero Paparella, consigliere comunale a Ruvo, ed Eustachio Sollazzo, vicesindaco di Acquaviva delle Fonti. I consiglieri regionali uscenti saranno ricandidati nelle rispettive province: è il caso di Paolo Pagliaro e Dino Basile in Salento, Renato Perrini nel Tarantino, Luigi Caroli nel Brindisino, Tonia Spina nella Bat e Giannicola De Leonardis in Capitanata. New entry potrebbero essere il foggiano Nicola Gatta, la martinese Grazia Lillo e il fasanese Antonio Scianaro.

Gli altri partiti

Forza Italia e Lega “si contendono” l’ex sottosegretario Massimo Cassano, oggi leader di Puglia Popolare che sarà candidato nel Barese. La sua formazione ha già raggiunto un’intesa con Democrazia Cristiana e Partito liberale e, nei prossimi giorni, potrebbe fare altrettanto con Sud chiama Nord: questo “mini-rassemblement” stringerà poi un patto federativo con Forza Italia e Lega, con l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento del 4%.

Ecco perché nomi come Carlo Laurora, Luigi Mazzei, Pietro Zingariello e Claudio Dilernia potrebbero comparire nelle liste berlusconiane o in quelle del Carroccio in quota Puglia Popolare. Forza Italia sembra pronta a schierare Giandomenico Marroccoli, consigliere comunale ad Altamura, più gli uscenti Giuseppe Tupputi e Francesco La Notte nella Bat, Paolo Dell’Erba nel Foggiano “in compagnia” di almeno uno tra Pasquale Rignanese e Leo Di Gioia, Paride Mazzotta in Salento al quale potrebbe aggiungersi Antonio Raone, Massimiliano Di Cuia nel Tarantino.

Il rebus riguarda il Brindisino: qui la candidata naturale sarebbe stata la fasanese Laura De Mola che però è entrata nel cda di Anas e, di conseguenza, dovrebbe essere “sostituita” da Gianluca Quarta, capogruppo berlusconiano nel Consiglio comunale di Brindisi. La Lega, invece, è pronta a schierare i consiglieri regionali uscenti Fabio Romito, Joseph Splendido e Giacomo Conserva.

Le altre due liste a sostegno di Magistà dovrebbero essere Noi Moderati, che potrebbe apparentarsi con l’Udc, e una civica nella quale sono destinati a confluire esponenti delle formazioni minori del centrodestra, che altrimenti non supererebbero lo sbarramento del 4%, e numerosi esponenti della società civile, che hanno già manifestato la propria disponibilità al giornalista.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, Emiliano tra Pd e “listone”. Decaro si prepara a schierare quattro suoi ex assessori

In quale lista sarà candidato Michele Emiliano che, alle prossime regionali, punterà a conquistare uno scranno da consigliere? Se lo chiedono in molti, soprattutto i vertici del Partito democratico che però potrebbero vedersi costretti a “cedere” il governatore al nascente “listone” dei civici.

Un rebus sono anche le candidature di un altro grande ex come Nichi Vendola, che comunque ha manifestato la propria disponibilità a Sinistra Italiana, e dei consiglieri uscenti del Movimento Cinque Stelle, che non sanno ancora se sarà loro consentito di puntare per la terza volta consecutiva al seggio nel Parlamentino di via Gentile.

Il Partito democratico

Emiliano ha fatto sapere di essere pronto a candidarsi come consigliere regionale a sostegno dell’aspirante presidente Antonio Decaro. La sua naturale collocazione sarebbe la lista del Pd in provincia di Bari, dove i dem contano di eleggere tre esponenti. Certi i successi dell’uscente Francesco Paolicelli, fedelissimo di Decaro, e di Elisabetta Vaccarella, assessora comunale di Bari forte del pacchetto di voti del compagno Marco Lacarra, a loro si aggiungerebbe senza dubbio Emiliano.

Rischierebbe di restare fuori Lucia Parchitelli, consigliera regionale uscente e vicine alla segretaria regionale dem Elly Schlein. Ecco perché da via del Nazareno, sede romana del Pd, spingono perché Emiliano si candidi nel listone di civici e centristi al quale egli stesso sta lavorando senza sosta da settimane, ma sul quale non si è ancora trovato un accordo. In questo modo Emiliano “trascinerebbe” i civici verso un risultato di tutto rispetto e Parchitelli, che ha già avviato la campagna elettorale in tandem con l’assessore barese Pietro Petruzzelli, non resterebbe “a bocca asciutta”.

Gli assessori

Già, gli assessori. Da Bari sono pronti a candidarsi in cinque. Oltre Vaccarella e Petruzzelli, scaldano i motori Paola Romano, che potrebbe correre in ticket con Paolicelli nella lista del Pd, e Vito Lacoppola, destinato ad accasarsi tra i civici. Decaro, insomma, potrà contare su un blocco di fedelissimi che sono stati al suo fianco nei dieci anni da sindaco di Bari e che ora scalpitano per portargli voti: a Romano, Petruzzelli e Lacoppola potrebbe aggiungersi Ines Pierucci nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra.

I civici

La questione dei civici, però, sembra lontano dall’essere risolta. Emiliano spinge perché Con e Per diano vita a un listone unico insieme con i reduci di Azioni: il nome è già stato ipotizzato e, per non scontentare nessuno, dovrebbe essere Con Decaro Per la Puglia in Azione. I maggiorenti delle tre formazioni coinvolte, però, non riescono a raggiungere un equilibrio.

Certo è che nel listone, se il progetto dovesse concretizzarsi, o in Con, se i civici non dovessero trovare l’intesa, ci sarà spazio per Filippo Caracciolo: l’ex capogruppo del Pd non potrà essere ricandidato tra i dem in quanto rinviato a giudizio per corruzione e turbativa d’asta, sicché dovrà “accasarsi” altrove e una civica sembra l’approdo più facile.

Stesso discorso per l’assessore Fabiano Amati che non può essere candidato nel Pd essendo stato leader di Azione negli ultimi due anni: per lui è “prenotato” un posto tra i civici di Con o, secondo altre voci, in una lista di diretta emanazione di Decaro. Occhio, però, alle candidature di Emiliano e Amati tra i civici, che potrebbero provocare qualche “smottamento” verso il centrodestra: con il governatore candidato nel Barese, non è escluso che esponenti come Stefano Lacatena e Saverio Tammacco virino verso il centrodestra dove avrebbero più chance di elezione e lo stesso potrebbe fare il brindisino Antonio Leoci.

Sinistra e Cinque Stelle

Quanto ad Avs, l’ex governatore Nichi Vendola ha dato la propria disponibilità a candidarsi e lo stesso potrebbe fare Mino di Lernia, segretario regionale di Sinistra Italiana. Tra i Verdi, invece, sono attesi i co-portavoce pugliesi Rosa D’Amato e Riccardo Rossi e l’ex assessore Mimmo Lomelo. Nella rete civica di Avs potrebbero rientrare alcuni esponenti della Giusta Causa: se non proprio il leader Michele Laforgia, i suoi sodali Roberto Voza e Anna Maria Candela. Tra i Cinque Stelle, infine, non ci sarà Antonella Laricchia, mentre gli uscenti Rosa Barone, Grazia Di Bari, Marco Galante e Cristian Casili attendono il definitivo via libera del M5s al terzo mandato per i consiglieri regionali.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, Magistà parla da candidato: «Non esistono partite già vinte»

Apre con la metafora calcistica: «Dopo aver imparato come si gioca, come si allena e come si arbitra, posso partecipare alla partita con l’esperienza necessaria». Poi si rivolge ai “corvi”: «Le partite vinte in partenza non esistono». E infine una dichiarazione che è tutta un programma: «Farò vincere la Puglia un’altra volta ancora». Enzo Magistà parla da candidato presidente della Regione Puglia.

Dopo l’intervista con la quale ha ufficializzato la disponibilità a correre per il centrodestra, il direttore del Tg Norba chiarisce ulteriormente la situazione nel corso dello stesso telegiornale. E mentre si appresta a ricevere le definitiva investitura dai vertici nazionali della coalizione, da Roma filtra un’altra notizia incoraggiante: l’ala fittiana di Fratelli d’Italia non imporrà alcun veto alla candidatura del 72enne giornalista di Conversano.

L’intervento

Ai telespettatori del Tg Norba, dunque, Magistà chiarisce di non essere ancora candidato ma di essere «pronto a scendere in campo», dopo che «la squadra del centrodestra gli ha offerto di fare il capitano». Poi sottolinea come il suo nome rappresenti «una novità che mancava alla politica pugliese: un esponente della società civile neutro per ribaltare una storia che sembra già scritta». Sondaggi alla mano, infatti, il centrosinistra appare destinato a governare ancora la Puglia: dopo dieci anni di amministrazione Vendola e altrettanti sotto l’egida di Michele Emiliano, tra qualche mese potrebbe toccare all’ex sindaco di Bari e attuale parlamentare del Partito democratico Antonio Decaro. Magistà, tuttavia, non è spaventato quando ricorda che «le partite vinte in partenza non esistono e vanno giocate tutte».

A sostegno di questa tesi il direttore di Tg Norba ricorda quando il centrodestra pugliese, capitanato dall’ex ministro Pinuccio Tatarella, candidò Salvatore Distaso alla guida della Regione sbaragliando la concorrenza di Luigi Ferrara «contro ogni aspettativa». Insomma, Magistà vuole essere della partita e lo ribadisce quando si dice pronto a «continuare a servire la regione in un’altra posizione» e che, se sarà candidato alla presidenza, lavorerà «per far vincere la Puglia ancora una volta».

Lo scenario

Sull’ipotetica candidatura di Magistà non sembrano esserci veti da parte delle forze politiche di centrodestra con le quali il giornalista ha continuato a confrontarsi anche nella giornata di ieri. A porre ostacoli sul cammino di Magistà non sarà nemmeno l’ala fittiana di Fratelli d’Italia che in un primo momento, secondo alcune voci, era apparsa non proprio entusiasta.

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Bari Politica

Bari, fa discutere l’assunzione della moglie di Caracciolo in Aeroporti di Puglia

La nuova responsabile delle risorse umane di Aeroporti di Puglia è Carmen Fiorella: una designazione che fa discutere visto che la quasi ex manager di Adecco è la moglie di Filippo Caracciolo, consigliere regionale del Partito democratico.

La selezione

Fiorella ha partecipato alla selezione aperta da Aeroporti di Puglia otto mesi fa. La società che gestisce gli hub in regione, infatti, non disponeva di una figura come quella del responsabile delle risorse umane. Delle tre candidature presentate, una è stata immediatamente scartata perché priva dei titoli indicati nel bando. Gli altri due candidati, invece, hanno sostenuto le prove e alla fine la scelta della commissione, composta da tre docenti ed esperti di altissimo profilo, è caduta su Fiorella.

La manager, d’altra parte, aveva dalla sua un vantaggio: non il cognome del marito, ma la vasta esperienza in Adecco, società che si occupa di somministrazione del lavoro. Uno strumento giuridico, quest’ultimo, largamente usato da Aeroporti di Puglia che, in quanto società pubblica, è tenuta a rispettare un determinato tetto di assunzioni, salvo poi poter fare ricorso alla somministrazione di lavoro in particolari momenti.

L’Anticorruzione

Alcuni hanno sollevato perplessità non solo sulla “parentela illustre” di Fiorella, ma anche sul fatto che il nome della manager non sia stato indicato in chiaro nei documenti relativi alle ultime fasi del bando. Interrogata sul punto, l’Anticorruzione ha chiarito la perfetta regolarità della procedura. E così, nei prossimi giorni, Fiorella saluterà Adecco e si accaserà in Aeroporti di Puglia.

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Cultura e Spettacoli Italia

Brunori ritrova il suo popolo. Dopo Sanremo, ecco i palazzetti

Voleva raggiungere «i brunoriani che non sapevano di esserlo» e, a giudicare dal successo riscosso nella prima data del suo nuovo tour nei palazzetti, Dario Brunori ci è riuscito in pieno confermando anche quanto fosse indovinato “L’albero delle noci”, il brano col quale si è classificato al terzo posto all’ultimo Festival di Sanremo. «Sanremo è un inferno se lo pigli male, io – ha raccontato il cantautore cosentino dopo il concerto in quello che ha definito “l’inferno ligure” – Mi sono divertito ed è andata bene, ogni cosa che è arrivata era una sorpresa, nella parte finale sul podio mi sembrava di essere in “The Truman Show”».

Il cantautorato

L’ultima edizione del Festival ha segnato anche la rivincita del cantautorato e della figura del cantautore, come confermato non solo dal terzo posto di Brunori ma anche – e, forse, soprattutto – dal secondo di Lucio Corsi. «Erano anni che il cantautore classico era ai margini del mainstream. Avevo persino il timore che una proposta come quella di Lucio potesse anche essere ridicolizzata e invece è emerso anche lui: evidentemente – ha aggiunto Brunori – c’è il desiderio di qualcosa di autentico, magari è passeggero, ma è accaduto. Domenica i cantautori erano degli sfigati, venerdì siamo diventati dei fighi, è un attimo che torniamo al museo».

Il tour nei palazzetti

Questa indole a non prendersi troppo sul serio Brunori l’ha confermata sul palco di Vigevano, dove sul palco è salito da solo, chitarra in mano, con le luci ancora accese. Solo quando ha cominciato a intonare “Il pugile” il pubblico ha capito che lo show era iniziato. A seguire, momenti intimi chitarra e voce ad altri più tirati, tutti tenuti insieme dalla volontà di «mettere al centro l’aspetto musicale, la suonata, il desiderio di rendere ogni concerto unico». Brunori ha aperto con brani intensi come “Il pugile” e “Il morso di Tyson”, “La ghigliottina” e “L’uomo nero”, poi si è sciolto nell’abbraccio del pubblico con “L’albero delle noci” e “Canzone contro la paura”. Ora non resta che aspettare i prossimi appuntamenti: mercoledì a Roma, poi Napoli, Torino, Casalecchio di Reno e Assago.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, il centrodestra accelera: Magistà incontra Meloni, Tajani e Salvini

La giornata decisiva è proprio quella di oggi. Nelle prossime ore, infatti, è in programma il summit tra la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, al termine del quale dovrebbe arrivare il via libera alla candidatura di Enzo Magistà, direttore di Tg Norba, alla presidenza della Regione Puglia. La disponibilità manifestata dal giornalista ha rimesso in moto i vertici del centrodestra, consapevoli della necessità di individuare al più presto lo sfidante di Antonio Decaro che molto probabilmente correrà per il centrosinistra.

L’intervista

L’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, nella quale Magistà si è detto pronto a rappresentare la coalizione di moderati e conservatori, ha rianimato la domenica politica a Bari e nel resto della Puglia. Il nome del 72enne giornalista nativo di Conversano circolava da diversi giorni, anzi da settimane.

Cioè da quando Marcello Gemmato, Mauro D’Attis e e Roberto Marti – leader locali rispettivamente di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega – avevano individuato in Magistà il candidato ideale: conosciuto dalla stragrande maggioranza dei pugliesi in virtù di una brillante carriera giornalistica e televisiva, espressione della migliore società civile, personaggio che potrebbe essere percepito come “nuovo” dall’elettorato pur conoscendo bene fatti, persone e dinamiche che hanno regolato la politica regionale almeno negli ultimi trent’anni. Le interlocuzioni sono andate avanti per settimane e l’ipotesi Magistà ha preso quota mentre parallelamente tramontavano le ipotesi Sergio Fontana, presidente della Confindustria pugliese, e Pasquale Casillo, imprenditore nel settore agroalimentare.

La svolta

Con l’intervista di Magistà, dunque, è arrivata l’attesa svolta per il centrodestra. La parola finale, però, spetta ai leader nazionali dei partiti. Oggi Meloni, Salvini e Tajani si confronteranno con Magistà nel corso di una videocall, al termine della quale potrebbe arrivare, se non proprio il via libera, un’indicazione più o meno decisiva sulla candidatura del giornalista. A favore di quest’ultimo c’è un altro elemento e cioè il fatto di mettere d’accordo i leader pugliesi dei tre principali partiti di centrodestra. Il che lo mette “al riparo” dal risiko delle candidature nelle varie Regioni al voto nel 2025.

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Politica Puglia

Regionali in Puglia, Ruggeri “scarica” Stea e i Popolari: «Con Decaro solo un legame personale»

«La mia partecipazione a discussioni preliminari non deve essere interpretata come un impegno nei confronti di questa iniziativa perché essere presente non equivale a condividere o sostenere»: Totò Ruggeri, già parlamentare dell’Udc, “scarica” l’assessore regionale Gianni Stea che nei giorni scorsi ha annunciato un accordo a sostegno della candidatura dell’eurodeputato Antonio Decaro alla presidenza della Regione.

Le distanze

In una nota di poche righe Ruggeri, in passato assessore regionale, ha preso nettamente le distanze dalla lista dei Popolari che Stea aveva lanciato domenica scorsa. E, soprattutto, ha fatto chiarezza sui legami con Decaro. «Il mio rapporto con l’eurodeputato è strettamente personale – ha spiegato Ruggeri – ma le mie scelte politiche sono frutto di una riflessione indipendente. Sono abituato ad ascoltare».

Il retroscena

L’equivoco nascerebbe da un incontro al bar avvenuto domenica mattina, nel pieno centro di Bari, tra Decaro e Stea e al quale è stato casualmente presente anche Ruggeri. I complimenti che quest’ultimo avrebbe rivolto all’eurodeputato per il lavoro svolto in tanti anni alla guida del Comune capoluogo e dell’Anci sarebbero stati interpretati come adesione alla lista dei Popolari annunciata da Stea: un fraintendimento che, a distanza di un paio di giorni, ha spinto Ruggeri a prendere le distanze dal progetto. Anche perché l’ex parlamentare è un esponente dell’Udc, partito che si colloca nella coalizione di centrodestra che si contrappone a quella progressista di Decaro.

Le conclusioni

«La politica, per me, è un impegno serio verso il benessere dei cittadini – ha concluso Ruggeri, tra l’altro membro della direzione nazionale dell’Udc – La mia traiettoria è guidata da principi solidi e da un impegno autentico verso i miei elettori. L’indipendenza e la chiarezza saranno sempre le colonne portanti della mia attività politica».

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Attualità Italia

Ucraina, il vertice tra i leader europei a Londra: «Un piano per la pace giusta. Usa? Indispensabili»

«Una pace duratura e giusta» per l’Ucraina, con gli Usa come partner «indispensabile»: ad annunciarlo è Keir Starmer, primo ministro britannico, al termine del vertice sul futuro dell’Ucraina e sulla sicurezza europea che si è tenuto ieri nella Lancaster House di Londra.

I risultati

Starmer ha evocato un piano per la pace in Ucraina al quale starebbero lavorando Gran Bretagna e Francia. In più, il primo ministro britannico si è detto d’accordo col presidente americano Donald Trump sull’obiettivo di far finire la guerra tra Russia e Ucraina in corso ormai dal 24 febbraio del 2022. Nello stesso tempo Starmer ha annunciato quattro impegni europei emersi dal vertice di Londra: a cominciare dalla conferma del sostegno militare a Kiev, passando per il mantenimento delle «pressioni economiche» su Mosca, per concludere con l’allestimento di «una coalizione di volenterosi» da schierare sul terreno nel momento di un accordo in funzione di tutela «della sicurezza e della sovranità» ucraine e di deterrenza verso la Russia. Ancora, Starmer ha annunciato un nuovo accordo per consentire all’Ucraina di utilizzare 1,6 miliardi di sterline (circa due miliardi di euro) in finanziamenti per acquistare 5mila missili per la difesa aerea. Rispondendo alle domande dei giornalisti in conferenza stampa, il primo ministro britannico ha chiarito che i missili «saranno vitali per proteggere le infrastrutture critiche e rafforzare l’Ucraina».

La sicurezza europea

Al vertice di Londra ha partecipato anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione di Bruxelles. «Dobbiamo riarmare urgentemente l’Europa», ha detto la numero uno dell’esecutivo continentale chiarendo la necessità di «intensificare in modo davvero massiccio» la produzione militare e gli investimenti. In questa prospettiva, von der Leyen ha confermato l’intenzione di proporre un piano al Consiglio europeo straordinario in programma giovedì prossimo a Bruxelles. Prima del vertice di Londra, a sollecitare un maggiore impegno dell’Europa per la propria difesa e per l’Ucraina era stato Mark Rutte: il segretario generale dell’Alleanza atlantica aveva evidenziato tre punti chiave, cioè «sostenere l’Ucraina ora e per farlo tutti in Europa dovranno fare di più; un accordo di pace duraturo che tutti vogliamo e su cui l’Europa sta intensificando; mantenere la Nato forte».

La posizione degli Usa

Nel frattempo, all’indomani del durissimo scontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader ucraino Volodymyr Zelensky, gli Stati Uniti hanno ribadito che «sarà l’Europa a occuparsi della sicurezza in Ucraina, dopo l’accordo». In un’intervista alla Cnn, il consigliere per la sicurezza nazionale americana Mike Waltz ha poi ribadito che «è prematuro parlare del ruolo degli Stati Uniti». Nel frattempo, però, la tensione tra America e Ucraina è rimasta alta. A dimostrarlo sono state le parole pronunciate da Mike Johnson, speaker della Camera statunitense, secondo il quale Zelensky dovrebbe dimettersi qualora decidesse di non firmare l’accordo sulle terre rare: «Deve tornare in sé e presentarsi al tavolo dei negoziati in segno di gratitudine, oppure qualcun altro deve guidare il Paese al suo posto».

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