Si sono svolti oggi pomeriggio, nella concattedrale Gran Madre di Dio, i funerali di Giancarlo Cito, sindaco di Taranto dal 14 dicembre del 1993 al 24 febbraio del 1996 ed ex parlamentare con At6 – Lega d’azione meridionale, scomparso l’11 maggio scorso all’età di 79 anni.
Tanti cittadini hanno raggiunto la chiesa per dare l’ultimo saluto a Cito le cui esequie, inizialmente fissate per il giorno successivo al decesso, sono state posticipate dopo il sequestro della salma disposto dalla Procura.
A far scattare l’accertamento è stata la denuncia della sorella, secondo cui l’ex primo cittadino non avrebbe ricevuto cure adeguate durante il ricovero. Cinque i medici indagati. Solo dopo l’autopsia, la magistratura ha concesso il nulla osta alla sepoltura.
La cerimonia funebre è stata celebrata da don Ciro Alabrese, che nell’omelia ha ricordato «lo spirito di iniziativa» che ha caratterizzato la vita dell’ex sindaco, «il suo impegno» e quello che dovrebbe caratterizzare ogni persona, cioè «donarsi e aiutare gli altri liberamente, gratuitamente, disinteressatamente. Chi ha bisogno di essere aiutato, va aiutato».
Sulla bara, avvolta nel tricolore, era adagiata una bandiera rossoblu con i colori della squadra locale di calcio. Nella concattedrale si sono ritrovati familiari, amici, cittadini e anche alcuni esponenti del mondo politico.
Giancarlo Cito lascia la moglie Maria Chyurlia e i figli Mario – attualmente candidato sindaco per Taranto – e Antonella.
Figura centrale e controversa nella vita politica cittadina degli anni Novanta, Cito aveva saputo costruire un forte consenso popolare anche grazie all’utilizzo del mezzo televisivo, trasformando la propria emittente in uno strumento politico. Ma il suo percorso fu segnato anche da vicende giudiziarie: su tutte, la condanna definitiva a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa, che interruppe la sua carriera.