Favorire la piena partecipazione alla vita sociale e l’abbattimento delle barriere di comunicazione. È quanto previsto dalla legge regionale pugliese che riconosce la Lingua dei segni italiana (LIS) e ne promuove l’acquisizione, la diffusione, l’uso, insieme alla lingua dei segni italiana tattile (LIST), nella comunità sociale, nella scuola, nelle università, nell’amministrazione territoriale, nelle strutture socio-sanitarie, nei tribunali, per offrire strumenti e risorse umane operative essenziali, per una piena e reale inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e ipoacusiche.
Sono 5.000 in Puglia le persone affette da disabilità uditive a cui l’Ente nazionale sordi della Puglia, offre assistenza, realizzando interventi di segretariato sociale, programmi educativi e informativi sul tema della sordità, accogliendo le necessità delle persone sorde e contrastando situazioni di grave disagio sociale e auto-emarginazione soprattutto fra i giovani.
L’iniziativa regionale, nata da una proposta di legge del consigliere regionale Giuseppe Tupputi (Capogruppo CON Emiliano), si articolerà lungo due assi d’intervento. La prima linea di interventi, a cura dell’Assessorato regionale al Welfare, prevede azioni di integrazione sociale delle persone con disabilità sensoriale uditiva e di abbattimento delle barriere comunicative attraverso l’attivazione di capillari servizi di interpretariato sia in presenza sia mediante l’utilizzo di innovative piattaforme digitali. L’obiettivo è favorire la piena autonomia della persona sorda e contribuire al processo di integrazione della comunità sorda all’interno della società e nell’accesso agli uffici della Pubblica amministrazione e alle strutture che erogano prestazioni sanitarie e sociali.
La seconda linea di intervento, a cura dell’assessorato all’Istruzione, passerà attraverso la scuola e la sua comunità, attraverso la collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. Se è vero e incontrovertibile che il deficit non compromette a priori capacità cognitive, emotive e socio-relazionali dell’alunno sordo, è vero pure che occorre implementare le competenze, anche a livello socio-emotivo, della classe e dei docenti per condividere la quotidianità e stabilire interazioni, costruire rapporti, anche extrascolastici.