La città di Bari ha reso omaggio oggi a Sabina Anemone, la prima donna medico pediatra laureata e specializzata all’Ateneo barese, intitolandole la storica palazzina “Goccia del Latte” in piazza Umberto. La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco, della consigliera comunale e metropolitana delegata alla pianificazione territoriale e del paesaggio metropolitano, della presidente del Municipio I e degli alunni delle classi quinte della scuola primaria Mazzini.
Sabina Anemone, professionista capace e generosa, ha precorso i tempi lavorando come medico e superando i pregiudizi che all’epoca relegavano le donne al ruolo di mogli e madri. Con il suo impegno, si è dedicata con particolare attenzione alla cura dei bambini e delle mamme in condizioni di disagio economico e sociale, contribuendo significativamente alla crescita della comunità barese. Per queste ragioni, l’amministrazione comunale ha scelto di intitolarle l’edificio noto come “Goccia del Latte”, un immobile tutelato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari. Questa scelta non solo perpetua la memoria di una donna che ha lasciato un segno tangibile nella storia locale, ma celebra anche il suo coraggio e la sua determinazione.
«L’amministrazione comunale di Bari è da tempo impegnata a promuovere la toponomastica di genere – ha dichiarato il sindaco Leccese -. Oggi con questa intitolazione leghiamo definitivamente il ricordo di Sabina Anemone, prima laureata in medicina e pediatra della città di Bari, a un immobile storico qual è la Goccia del latte, che dagli anni ’20, per oltre mezzo secolo, ha ospitato le attività di un’associazione solidale impegnata ad assistere le gestanti prive di mezzi, e con molti figli, così da rendere il doveroso omaggio alla memoria di una donna che ha messo il suo sapere e il suo lavoro al servizio dei minori e delle donne in difficoltà. La memoria non deve essere un esercizio retorico ma una bussola per comprendere il presente e orientare il futuro, specie per le nuove generazioni».
La consigliera comunale e metropolitana, nipote di Sabina Anemone, ha condiviso un ricordo personale: «Ho avuto una nonna speciale che, in tempi in cui sembrava una vera e propria eresia, ha creduto nel ruolo fondamentale delle donne nel mondo del lavoro e soprattutto nel contributo importante che le donne, lavorando, avrebbero potuto dare alla collettività. Sabina Anemone è stata una donna impegnata nello studio, nel lavoro e nel volontariato ma, al tempo stesso, una donna vivace, elegante, amante della musica, dell’arte e della vita. Era molto legata a questa palazzina Liberty in cui, dal 1940, per quasi 10 anni, ha svolto attività di assistenza medica e di educazione sanitaria volontaria in una città dilaniata dalla guerra e dalla povertà in cui, nel dopoguerra, collaborando con gli americani, ha introdotto l’utilizzo del latte in polvere, all’epoca sconosciuto. Oggi questa palazzina diventa luogo del cuore e della memoria, custode dell’identità e del grande valore della nostra comunità».
Cenni Biografici
Sabina Anemone nacque a Giovinazzo il 12 dicembre 1913. Nel 1937 fu la prima donna a laurearsi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari, specializzandosi in pediatria nel 1940. Durante il periodo bellico lavorò presso l’Ospedale Sanatorio Cotugno, curando neonati affetti da tubercolosi e offrendo visite gratuite alle mamme in difficoltà presso l’ambulatorio comunale “Goccia del latte”. Fu direttrice del reparto infettivi dell’Ospedaletto dei Bambini e, dal 1971 fino alla pensione, insegnante di Igiene e Anatomia all’Istituto Tecnico Femminile di Bari. Morì a Bari all’età di 91 anni.

