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Code interminabili ai benzinai. Paura per i rifornimenti

È la paura, in queste ore, a lasciare a secco i distributori di benzina. Paura che la guerra tra Russia e Ucraina faccia arrivare alle stelle il costo del carburante. Paura che lo sciopero degli autotrasportatori blocchi i rifornimenti. Entrambi i timori si sono tradotti, a partire da giovedì sera, in una corsa, senza tregua,…
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È la paura, in queste ore, a lasciare a secco i distributori di benzina. Paura che la guerra tra Russia e Ucraina faccia arrivare alle stelle il costo del carburante. Paura che lo sciopero degli autotrasportatori blocchi i rifornimenti. Entrambi i timori si sono tradotti, a partire da giovedì sera, in una corsa, senza tregua, ai distributori. È venerdì mattina e in tutta la provincia di Lecce il quadro è lo stesso: lunghe file di auto incolonnate, in attesa di poter fare il pieno «perché prevenire – spiega uno degli automobilisti in fila al distributore COOP di Surbo – è sempre meglio. L’auto serve come il pane – aggiunge – e allora corriamo ai ripari, perché di problemi, soprattutto da due anni a questa parte, ne abbiamo sin troppi».

I primi allarmi a mezzo social sulla corsa al rifornimento sono arrivati, giovedì sera, da Tricase e Aradeo. Ciascun video amatoriale postato dai cittadini immortalava una lunga fila di auto, in attesa del proprio turno, nelle diverse stazioni di servizio dei paesi. Venerdì mattina la situazione è precipitata ovunque, tanto da lasciare completamente a secco, già a mezzogiorno, i distributori dell’hinterland di Galatina, Gallipoli, Nardò e Calimera. «Sono arrivato qui in tangenziale a Lecce – spiega un anziano, incolonnato direzione Q8 – dopo aver incassato un due di picche in dieci stazioni diverse, che ho raggiunto dalle prime luci del mattino. Era disponibile soltanto il GPL. Adesso che ho la possibilità di rifornirmi qui – aggiunge – farò il pieno». I benzinai raccontano, di fatto, di non aver mai visto nulla di simile. «Giovedì sera abbiamo notato un afflusso maggiore di auto, ma non ci abbiamo fatto caso. In vista del week-end in molti sono soliti fare il pieno» spiega uno di loro, che lavora in una stazione di servizio lungo la circonvallazione leccese. Il suo collega, ieri, ha lanciato l’allarme già all’alba. «Ho iniziato il mio turno di lavoro e improvvisamente ho visto crearsi la fila – spiega – e così ho chiesto agli automobilisti a cosa fosse dovuta la corsa al pieno». La gran parte ha fatto riferimento allo sciopero degli autotrasportatori che, nelle ore precedenti, avevano annunciato un inasprimento della protesta. «Qualcun altro invece – spiega ancora il giovane benzinaio – faceva riferimento al rialzo delle quotazioni del petrolio, per effetto della guerra». Petrolio che, di fatto, ha già superato i 90 dollari a barile.
Psicosi? Non proprio. E a confermarlo sono direttamente coloro che con la benzina ci lavorano ogni giorno. «Dobbiamo ammettere – spiega un benzinaio della periferia leccese – che non c’è nulla di certo in questo momento. Sulle forniture non sappiamo cosa accadrà e non possiamo garantire che saranno regolari come sempre. Noi stessi non abbiamo certezze e, di conseguenza, non possiamo rassicurare i clienti». Fatto sta che ancor prima che il prezzo di benzina e diesel salgano e che lo sciopero dei tir rallenti le forniture, a svuotare le cisterne di carburante ci ha pensato la paura, il passaparola, i messaggi allarmanti divenuti ben presto virali e che invitavano a mettersi al riparo rifornendo la propria auto.
Mentre gli automobilisti salentini erano a caccia di carburante, nella tarda mattinata di ieri è arrivata una comunicazione che ha disteso gli animi. O almeno si spera. Sono stati revocati i presidi autorizzati degli autotrasportatori pugliesi che si erano radunati lungo la Statale 16 tra Foggia e San Severo e nei pressi dei caselli autostradali di Cerignola e Candela. La mobilitazione era iniziata il 13 febbraio scorso. La parola adesso passa alle interlocuzioni tra i sindacati – che non hanno sostenuto la protesta – e le istituzioni. Per evitare disguidi e fraintendimenti, gli organizzatori hanno ritenuto giusto perseguire l’obiettivo attraverso altri canali. Ci sarebbero però ancora decine e decine di camionisti intenzionati a non mollare.
Paolo Campo, presidente della V Commissione ambiente del Consiglio regionale, nelle stesse ore ha lanciato un appello. Pur ritenendo legittima e comprensibile la protesta degli autotrasportatori, ne ha comunque richiesto la sospensione e la ripresa dell’attività di consegna delle merci, come già avvenuto in Sicilia dopo la decisione del Governo di stanziare 80 milioni di euro per fronteggiare il caro gasolio.
«Continuare a bloccare il traffico delle merci avrebbe come unico effetto quello di danneggiare migliaia di incolpevoli cittadini e bloccare la produzione a migliaia di imprese che, già oggi, non hanno potuto attivare le linee produttive» ha rimarcato Campo. Poi ha aggiunto: «Allo stesso modo, le aziende che distribuiscono i carburanti evitino speculazioni fondate sulla carenza di benzina e gasolio o sui futuri aumenti del petrolio causati dalla guerra tra Ucraina e Russia».
Intanto se la psicosi sia rientrata o meno, saranno le prossime ore a chiarirlo.

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