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Casa, Fimaa-Confcommercio: bene Consiglio di Stato su affitti brevi

Roma, 8 mag. (askanews) – La sentenza del Consiglio di Stato sul caso di Sirmione è un freno importante ai regolamenti locali che cercano di contrastare il fenomeno delle locazioni turistiche, ma non deve spostare l’attenzione dal fatto che, se ci sono sempre meno immobili da destinare alle locazioni residenziali, non è a causa degli…
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Roma, 8 mag. (askanews) – La sentenza del Consiglio di Stato sul caso di Sirmione è un freno importante ai regolamenti locali che cercano di contrastare il fenomeno delle locazioni turistiche, ma non deve spostare l’attenzione dal fatto che, se ci sono sempre meno immobili da destinare alle locazioni residenziali, non è a causa degli affitti brevi. A sostenerlo è Fimaa Confcommercio.

“Il problema reale – commenta Santino Taverna, presidente Nazionale di Fimaa-Confcommercio – è che l’attuale assetto normativo sulle locazioni residenziali scoraggia i proprietari a locare correndo il rischio di dover affrontare un calvario nel caso di inquilini morosi. Chi può, preferisce utilizzare l’immobile per locazioni brevi. Chi non può, e si tratta di una fortissima maggioranza, preferisce lasciare l’immobile sfitto. E realtà come quelle di Firenze e Milano confermano che il numero degli immobili vuoti è di gran lunga superiore di quelli locati a fini turistici”.

Anche se probabilmente il caso di Sirmione non è del tutto sovrapponibile a quelli di Roma, Firenze o Bologna, il Consiglio di Stato – ricorda Fimaa – afferma esplicitamente che i Comuni non possono impedire di locare abitazioni a fini turistici, se questa attività viene svolta in forma non imprenditoriale. I giudici sottolineano infatti che questa attività rappresenta “un atto dispositivo dell’immobile, riconducibile al diritto del proprietario ed alla libertà contrattuale”, e come tale “non è soggetto a poteri prescrittivi ed inibitori della pubblica amministrazione”. Chi decide di locare un immobile per uso turistico in forma non imprenditoriale pertanto non deve richiedere una Scia, ma deve effettuare “una mera comunicazione di inizio attività, a fini di monitoraggio”. In simili casi, il Comune non dispone di “poteri conformativi o inibitori”. Eventualmente – e solo nel caso in cui possa esercitare “altri poteri espressamente conferiti” – può “avviare un altro procedimento”.

“Questi principi – prosegue Taverna, – limitano i poteri di intervento dei tanti Comuni che negli ultimi anni cercano di dissuadere l’orientamento alle locazioni turistiche, e ribadiscono in modo chiaro che il proprietario ha diritto di disporre del proprio immobile come meglio crede. Al di là di questo, bisogna riconoscere che in Italia esiste un problema reale per la mancanza di immobili da destinare alle locazioni residenziali. La causa però va cercata altrove, ovvero in una normativa che dovrebbe tutelare anche la proprietà nei casi di inquilini morosi con proprietari costretti ad affrontare spese onerose e tempi lunghi per ritornare in possesso della propria unità. Una disciplina da rivedere per evitare di indurre ulteriormente i proprietari dal concedere in locazione le proprie case per uso residenziale”.

I dati dell’Istat dimostrano inequivocabilmente che i proprietari nella maggior parte dei casi preferiscono lasciare vuote le proprie case. In Italia, attualmente ci sono 9,5 milioni di unità vuote, su 35 milioni di abitazioni. Quasi una su tre. “Non si tratta di abitazioni che si trovano solo in piccoli paesi – sottolinea Taverna -, ma anche in città a forte vocazione turistica. A Firenze, su 177mila abitazioni totali, 38mila risultano locate con contratti residenziali di 4+4 anni, 10mila sono utilizzate per le locazioni brevi e ben 26mila sono le abitazioni vuote. Dati che esprimono che ogni 4 case destinate a locazioni turistiche, ce ne sono almeno altre 10 vuote. A Milano le proporzioni sono addirittura maggiori: le case locate a medio-lungo termine sono 180mila, le locazioni turistiche 20mila, e ben 100mila le case vuote: per ogni appartamento destinato a uso turistico ce ne sono altri 5 inutilizzati. Stiamo parlando di realtà nelle quali i proprietari non avrebbero alcun problema a trovare un inquilino – conclude il presidente nazionale di Fimaa-Confcommercio, – e se non intendono locare è evidente che il rinunciare ad un’entrata extra, sia tuttora il male minore”.

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