(Adnkronos) – La valanga di ghiaccio crollata oggi pomeriggio sulla Marmolada “non stupisce” il glaciologo del Cnr Roberto Roberto Colucci, che all’Adnkronos spiega così l’accaduto: “Da un punto di vista glaciologico si è staccato un seracco, c’è stata cioè la frattura con relativo scorrimento verso valle, di un grosso pezzo di ghiacciaio, nei pressi della cima della Marmolada”.
Una frattura dovuta “a diverse cause, una di lungo periodo e due di breve periodo. Quella di lungo periodo è ascrivibile al riscaldamento globale, al fatto cioè che il ghiacciaio si sta riducendo e quindi è sempre più fragile”. A cui si aggiunge “il fatto che quest’anno ha nevicato poco, quindi c’è poca neve residua che protegge il ghiacciaio dal caldo estivo, ma soprattutto che sono settimane e settimane nel corso delle quali abbiamo registrato valori di temperatura straordinariamente elevati, molto al di sopra delle medie normali di giugno e luglio”.
“Un caldo perdurante, aggravato da quest’ultima ondata di calore che arriva dal Nord Africa – prosegue Colucci – che ha portato ad avere tanta acqua liquida, che si è messa a scorrere dentro il ghiacciaio e alla base del ghiacciaio stesso, di fatto lubrificando il contatto tra il ghiacciaio e la roccia o tra uno strato e l’altro di ghiaccio e quindi facendo sì che questo pezzo molto grande di ghiaccio si staccasse e crollasse verso valle”.
Se il crollo non stupisce, lo fanno però le sue conseguenze: almeno 6 i morti e 8 i feriti. “Se il seracco fosse caduto di notte, non sarebbe successo niente. Ci sarebbero solo state il giorno dopo persone a fotografare la montagna di ghiaccio venuta giù. Invece è caduta nel momento in cui c’erano delle cordate e il risultato è questo”.