(Adnkronos) – “La vaccinazione è raccomandata a tutti al fine di prevenire una serie di patologie. Nell’ambito sportivo, però, assume un’importanza particolare per una serie di motivi, primo fra tutti il fatto che gli stessi atleti condividono allenamenti e momenti conviviali che aumentano i rischi di trasmissione delle malattie infettive. Inoltre, l’atleta è più a rischio se non immunizzato”. Così Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene e sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, intervenendo in occasione del live talk “Sport&Prevenzione: il ruolo della vaccinazione per un sistema immunitario allenato e sempre in forma”, che si è tenuto oggi a Roma presso il Palazzo dell’Informazione, sede di Adnkronos, dibattito moderato dal vicedirettore Adnkronos Fabio Insenga
Obiettivo dell’evento – realizzato con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline e Sanofi – sottolineare l’importanza della vaccinazione per chi pratica uno sport, anche a livello non agonistico e per ogni età. Un aspetto non secondario che riguarda il medico anche in fase di rilascio del certificato di idoneità sportiva, quale occasione per eseguire uno screening vaccinale e dare le opportune raccomandazioni alla popolazione, anche a fronte delle indicazioni di copertura indicate dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale non ancora ideali per una fetta di popolazione ampia, che potrebbe trovare nel medico di medicina dello sport l’interlocutore ideale.
“Alcuni studi – ha spiegato – hanno dimostrato l’esistenza della cosiddetta ‘fase finestra’, ovvero un momento in cui il sistema immunitario è più debole dopo lo sforzo fisico. Questo è un motivo in più per essere certi che le vaccinazioni raccomandate vengano fatte da tutti gli sportivi, dando per scontato che abbiano eseguito anche quelle obbligatorie. Nell’ambito professionistico – ha ricordato Signorelli – abbiamo un problema legato ai molti stranieri che svolgono attività professionista e sportiva nel nostro Paese, atleti che hanno buchi importanti nelle coperture vaccinali, anche quelle essenziali”.
In merito al vaccino antinfluenzale, Signorelli non ha dubbi: “Viene raccomandato assolutamente a tutti gli sportivi professionisti anche in relazione al fatto che quest’anno l’influenza è molto aggressiva. Lo abbiamo visto anche durante i Mondiali del Qatar: tra le squadre finaliste ci sono stati problemi con alcuni calciatori colpiti dall’influenza. Saltare un momento importante, una manifestazione come i campionati del mondo di calcio rappresenta un danno per una società sportiva”.
Per chi pratica sport da contatto, inoltre, “dove avviene uno scambio di sangue e di liquidi biologici bisogna valutare con grande attenzione la vaccinazione anti epatite”, ha detto Signorelli. “Durante la pandemia in Italia – aggiunge l’igienista – abbiamo registrato una altissima adesione alla campagna vaccinale contro il Covid ma allo stesso tempo abbiamo visto diminuire le adesioni alle vaccinazioni del calendario vaccinale. Come gruppo tecnico del ministero stiamo rivedendo questa cosa in vista della pubblicazione del nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale”. Signorelli si è detto preoccupato per le coperture del vaccino anti papilloma virus “in alcune regioni al di sotto del 50%, nonostante l’anti Hpv prevenga 6 tumori maligni abbastanza gravi e nonostante sia efficace, sicuro e gratuito”. Da qui la necessità di intervenire tra i più giovani “visto che l’adolescenza è anche il momento in cui si svolgono più spesso attività sportive” conclude.