(Adnkronos) – Dopo quasi otto mesi di guerra in Ucraina, e le ripetute minacce di utilizzo di armi nucleari da parte di Vladimir Putin, l’America di Joe Biden considera ancora la Cina la principale sfida geopolitica, mentre il contenimento di “una Russia profondamente pericolosa” rimane l’obiettivo chiave per gli Stati Uniti. E’ questo il senso della nuova Strategia di sicurezza nazionale, che arriva con mesi di ritardo perché era “imprudente” pubblicarla quando “non era chiaro esattamente in che direzione sarebbe andata la guerra” in Ucraina, ha spiegato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan.
“La Cina e Russia stanno sempre più allineandosi, ma le sfide che costituiscono sono, in modo importante, distinte – si legge nel documento di 48 pagine diffuso ieri dalla Casa Bianca – Noi avremo come priorità il mantenimento di un vantaggio competitivo duraturo con la Cina mentre continuiamo a limitare un’ancora profondamente pericolosa Russia”.
Ma la guerra in Ucraina non ha cambiato fondamentalmente il modo in cui Biden vede il mondo, e il documento ribadisce che la Cina è l’unica potenza “che ha sia l’intento di alterare l’ordine mondiale e, in modo crescente, il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico, di farlo”. “Pechino ha l’ambizione di creare un sfera rafforzata di influenza nell’Indo-Pacifico e diventare la potenza leader nel mondo”, si legge ancora nel documento.
E in che direzione Pechino voglia spingere l’ordine mondiale, Biden lo specifica chiaramente nell’introduzione: “Gli autocrati stanno lavorando a ritmo continuo per minare la democrazia ed esportare un modello di governo fatto di repressione all’interno e coercizione all’esterno – scrive citando anche la Russia, rilanciando il tema per lui fondamentale della opposizione tra democrazia e autocrazia – questi avversari erroneamente credono che la democrazia sia più debole dell’autocrazia perché non riescono a capire che il potere di una nazione viene dal popolo”.
Nel documento, comunque, si ricorda quanto la Cina “sia centrale per l’economia globale ed abbia un impatto significativo su sfide comuni, in particolare clima e salute pubblica”, concludendo che “è possibile coesistere pacificamente contribuendo insieme al progresso umano”.
Ed è in tre punti la strategia da seguire: “investire sui fondamenti della nostra forza interna, competitività, innovazione, resilienza e democrazia; allinearsi con la rete dei nostri partner e alleati per obiettivi e cause comuni; competere in modo responsabile con la Cina per difendere i nostri interessi e costruire la nostra visione per il futuro”.
Per quanto riguarda la Russia nel documento si descrive l’invasione dell’Ucraina come il culmine “di una politica estera imperialistica adottata nell’ultimo decennio con l’obiettivo di rovesciare l’ordine mondiale”. E si sottolinea l’impegno di questi mesi dell’America, con gli alleati, “per rendere la guerra russa un fallimento strategico”.
Un fallimento non solo militare ed economico, vedi sanzioni, ma anche “una diminuzione del soft power e dell’influenza diplomatica della Russia”, continua il documento che parla di “una profonda diminuzione del suo status in relazione alla Cina ed altre potenze asiatiche come India e Giappone”. “I suoi tentativi di trasformare l’energia in un’arma sono stati controproducenti”, si legge ancora.
Presentando il documento, Sullivan ha sottolineato che il “nostro mondo si trova ad un punto di svolta” e siamo nei primi anni di “un decennio decisivo”, in cui gli Stati Uniti oltre alla “competizione geopolitica” con avversari, si trovano a affrontare “un’ampia scala di sfide transnazionali che non rispettano confini o regole internazionali”, come clima, insicurezza alimentare e pandemie.