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Ue, Fmi: “Crescita nel 2023-2024 sarà modesta”

(Adnkronos) - È probabile che la crescita economica nell'area dell'euro "riprenda gradualmente dopo un significativo indebolimento". Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale. Il risultato del 2022 "ha superato le proiezioni post-invasione iniziali, grazie a una rapida risposta politica e a un forte rimbalzo dei servizi. L'attività si è tuttavia notevolmente indebolita nella seconda metà dell'anno…

(Adnkronos) – È probabile che la crescita economica nell’area dell’euro “riprenda gradualmente dopo un significativo indebolimento”. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale. Il risultato del 2022 “ha superato le proiezioni post-invasione iniziali, grazie a una rapida risposta politica e a un forte rimbalzo dei servizi. L’attività si è tuttavia notevolmente indebolita nella seconda metà dell’anno ed è scivolata in una lieve recessione tecnica all’inizio del 2023, quando le condizioni finanziarie si sono inasprite, i salari reali sono diminuiti e la fiducia dei consumatori è crollata a seguito dell’impennata dei prezzi dell’energia”.  

Il Fondo prevede che “la crescita aumenterà modestamente per tutto il 2023 e il 2024, sostenuta da una lenta ripresa dei redditi reali, un ulteriore allentamento dei vincoli di offerta e una domanda esterna più solida, anche se le condizioni finanziarie continuano a inasprirsi. Guardando al medio termine, è probabile che la produzione rimanga al di sotto della tendenza prebellica per un periodo prolungato, dati i costi dell’adeguamento ai prezzi dell’energia più elevati”. 

È “fondamentale” raggiungere “presto” un accordo sulla riforma del patto di stabilità, “in modo che il nuovo quadro possa ancorare le politiche di bilancio nel 2025 e oltre”, sottolinea quindi il Fondo Monetario Internazionale nel documento che conclude la missione del 2023 nell’area euro. “Un rapido accordo sulla riforma della governance economica e di bilancio dell’Ue – scrive il Fondo – è una priorità date le sfide di bilancio a medio termine. Il debito pubblico dell’area dell’euro è aumentato notevolmente nel 2020 ed è destinato a rimanere ben al di sopra delle proiezioni pre-pandemia nell’orizzonte di previsione. La proposta legislativa della Commissione per la riforma della governance economica promuoverebbe opportunamente un aggiustamento a medio termine differenziato e basato sul rischio”. Avere la spesa primaria netta “come obiettivo operativo semplifica il quadro e consente il funzionamento degli stabilizzatori automatici anticiclici. Allo stesso tempo, un’attuazione prudente del quadro sarebbe fondamentale. La possibilità di estendere i periodi di aggiustamento in cambio di riforme e investimenti a sostegno della crescita è positiva, ma occorre evitare di fare affidamento su stime di crescita eccessivamente ottimistiche. In questo contesto, un organismo europeo indipendente potrebbe aggiungere credibilità al processo. Anche una capacità di bilancio a livello dell’Ue per la stabilizzazione macroeconomica e la fornitura di beni pubblici rafforzerebbe il quadro”, conclude l’Fmi. 

Una “fedele attuazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza darebbe impulso alla crescita” dell’area euro, “realizzando le necessarie riforme strutturali e gli investimenti”, dice il Fmi nel documento. Le riforme, per Washington, “dovrebbero essere attuate come previsto, anche se potrebbe essere necessaria una maggiore flessibilità sulla tempistica degli investimenti, se i Paesi hanno vincoli sulla loro capacità di utilizzare i fondi”. Inoltre, “dati i cambiamenti settoriali in corso, anche a causa delle transizioni verde e digitale, sarebbe utile un’azione politica aggiuntiva per promuovere la riqualificazione e il miglioramento delle competenze della forza lavoro, con una forte attenzione alle competenze digitali, e il miglioramento continuo della flessibilità del mercato del lavoro, per facilitare una riallocazione agevole dei lavoratori e stimolare il dinamismo economico”.  

Le politiche per integrare meglio gli immigrati in tutta l’Ue “potrebbero aiutarli a impiegare il loro capitale umano in modo produttivo e ad alleviare parte della pressione fiscale causata dall’invecchiamento della popolazione europea. Infine, una rinnovata enfasi sugli investimenti in R&S potrebbe avvicinare l’Europa alla frontiera dell’innovazione globale”, conclude. 

L’inflazione nell’area euro “ha raggiunto il picco, ma l’obiettivo del due per cento rimane lontano”, scrive il Fondo Monetario Internazionale. Mentre l’inflazione primaria “è diminuita bruscamente dal quarto trimestre del 2022 grazie al calo dei prezzi dell’energia, l’inflazione core si è dimostrata più persistente e ha iniziato a diminuire solo di recente”. Questa dinamica riflette “in parte la trasmissione ritardata dei prezzi delle materie prime più bassi ai prezzi al consumo e la capacità delle imprese di proteggere o aumentare i profitti”. In prospettiva, si prevede che l’inflazione continuerà a diminuire poiché le condizioni finanziarie restrittive frenano la domanda e gli shock dell’offerta si rarefanno ulteriormente. La convergenza verso l’obiettivo è prevista intorno alla metà del 2025, supponendo che la crescita dei salari nominali rimanga moderata, le imprese assorbano parte dell’aumento salariale attraverso profitti inferiori e i prezzi all’importazione continuino a diminuire”. 

Al Fondo Monetario Internazionale “accogliamo con favore la decisione della Bce” di ieri di alzare i tassi di interesse e “la comunicazione che ha accompagnato questa decisione”. Lo dice la direttrice generale del Fondo Kristalina Georgieva, in conferenza stampa a Lussemburgo. 

La proposta della Commissione Europea sulla riforma del patto di stabilità aiuterà l’Ue ad avere un quadro più “anticlico” di quello attuale, che è “prociclico”, ha poi sottolineato.
 

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