(Adnkronos) – “Ero appena uscito fuori dal negozio, mi trovavo sulla rampa di scale. A venti metri da me, all’improvviso è atterrato un razzo. Pochi secondi, non ricordo quasi nulla, solo che mi sono ritrovato sotto una macchina. Intorno a me era tutto nero, pieno di fumo denso e non vedevo nulla”. E’ lo scioccante racconto all’Adnkronos di Oleksandr, dipendente del centro commerciale ‘Amstor’ di Kremenchuck sopravvissuto all’esplosione in seguito all’attacco avvenuto il 27 giugno che, dall’ospedale dove si trova ancora ricoverato, ripercorre quei terribili istanti. “Quando mi sono risvegliato ho capito che dovevo salvarmi -ricorda- e ho cominciato a strisciare via dalla macchina. Dal centro commerciale ho visto uscire delle ragazze, una di loro ha utilizzato la sua cintura per fasciarmi la gamba. Da lì è arrivata un’ambulanza e mi hanno ricoverato”.
“Ero sotto choc, non ricordo molto ma ho nella mente le immagini di macchine che bruciavano, tante persone ferite dalle schegge delle vetrine esplose -racconta Oleksandr, che lavora come dipendente all’interno di un negozio che vende elettrodomestici. È stata un’esplosione molto forte, ci sono stati molti morti. Molti miei colleghi sono morti, purtroppo….”, si interrompe con voce rotta. L’uomo si trova attualmente ricoverato nell’ospedale della città, in condizioni molto serie ma non in pericolo di vita. “Mi fa male tutto il corpo -si lamenta- Sono pieno ovunque di ferite da schegge, una contusione alla gamba, tendini strappati e orecchie otturate per il fortissimo rimbombo dell’esplosione”. Accanto a lui, nella stanza, un amico “che è rimasto ferito anche lui”.
Lo choc è forte, e resterà per sempre: “Nessuno si aspettava questo in un enorme centro commerciale, il luogo più affollato della città: non saprei dire le dimensioni precise, ma dentro c’erano circa mille persone. E’ stato terribile”. Un trauma alleviato dall’idea che la famiglia fosse, in quel momento, in salvo: “Ho moglie e figli, loro per fortuna stanno bene e sono salvi, non erano al centro commerciale in quel momento. Li ho rivisti in ospedale. Sono fortunato”.