(Adnkronos) – “L’obiettivo non è quello di bloccare il flusso del petrolio e del gas russo in Europa, ma del flusso di denaro europeo in Russia”, riassume l’economista russo che nel 2013 ha lasciato il suo Paese per trasferirsi in Francia, Sergei Guriev, in una intervista all’Adnkronos, a margine del Festival internazionale dell’economica di Torino, dove è intervenuto oggi, sottolineando l’opportunità di introdurre un tetto al prezzo del petrolio e del gas.
Il bando alle importazioni del 90 per cento del petrolio russo varato da poche ore dall’Unione europea “è un primo passo, senza il quale Putin sarebbe stato molto contento”. “Fino a ieri i mercati credevano che ci sarebbe stato un altro veto da parte di Viktor Orban”, precisa l’economista.
“La decisione concordata dall’Ue prevede l’introduzione dell’embargo entro sei mesi. Da qui a quando il bando entrerà in vigore, i mercati saranno molto nervosi e il prezzo del petrolio aumenterà. E Putin, in seguito a questo passo, ironicamente, incasserà più denaro. Quindi è ora il momento di introdurre un tetto al prezzo del petrolio fino a quando non entrerà in vigore il bando, sanzioni ai trasporti, alle assicurazioni, e alcune di queste decisioni non hanno bisogno dell’accordo del Premier ungherese”, precisa Guriev, che ora ha una cattedra a Science Po a Parigi, ricordando che “ogni euro che incassa la Russia dall’Europa va al comparto militare”.
“Con il gas, la situazione è diversa. Putin non ha altro uso per il suo gas. Non ha gasdotti che vanno altrove, non ha capacità logistica. L’Unione europea può introdurre un tetto al prezzo del gas, fare in modo che il gas fluisca e che Putin riceva molti meno soldi per quello che vende”, che è poi l’obiettivo dell’Europa.
“La Russia è un monopolista sul mercato globale del gas e fa parte del cartello Opec +. Il prezzo del petrolio è decisamente superiore ai costi di produzione, quello del gas è decisamente superiore a quelli della produzione. Gli economisti suggeriscono, in casi come questo, di introdurre un tetto al prezzo, che richiede un certo coordinamento fra gli acquirenti”.
Una misura, quella del tetto, che “può anche aiutare gli acquirenti non europei. Anche gli indiani o i cinesi pagheranno meno per il gas. Se il prezzo in Europa è più basso, la Cina sarà in grado di dettare un prezzo più basso per quello che acquista”, aggiunge Guriev.