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Ucraina, “forze speciali Russia distrutte”: nuovi documenti dal Pentagono

(Adnkronos) - La guerra in Ucraina ha distrutto le forze speciali, usate dalla Russia per operazioni clandestine, tanto che ci vorrà un decennio per ricostruire questa forza. E' quanto emerge da nuovi documenti riservati del Pentagono, coinvolti nella fuga di notizie, secondo quanto scrive il Washington Post.  Sottoposti a un durissimo addestramento di quattro anni,…

(Adnkronos) – La guerra in Ucraina ha distrutto le forze speciali, usate dalla Russia per operazioni clandestine, tanto che ci vorrà un decennio per ricostruire questa forza. E’ quanto emerge da nuovi documenti riservati del Pentagono, coinvolti nella fuga di notizie, secondo quanto scrive il Washington Post.  

Sottoposti a un durissimo addestramento di quattro anni, le forze speciali sono state creati per portare a termine missioni clandestine ad alto rischio, compreso l’apparente ordine di catturare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’inizio del conflitto. Ma i comandanti militari russi, poco convinti delle capacità delle truppe convenzionali, hanno inviato al fronte anche questa forza di elite, che è stata in gran parte distrutta nei combattimenti, nota l’intelligence americana. Ciò limita fortemente le capacità della Russia di usare tattiche clandestine a sostegno dei combattimenti convenzionali sia in Ucraina che in altre aree del mondo. 

I documenti non riportano la cifra esatta delle forze speciali russe rimaste uccise, ma viene citato il caso della 346esima unità che “ha perso una intera brigata, con 125 persone rimaste attive su un totale di 900 dispiegati”. Foto satellitari delle guarnigioni, prima della partenza per il fronte e dopo il ritorno alla base la scorsa estate evidenziano “significative perdite” per quattro di cinque brigate di forze speciali russe, dispiegate al fronte. Gli analisti Usa hanno tracciato i movimenti di ogni unità di forze speciali, ritornata alla base nel sud della Russia, salvo degli uomini del 25esimo reggimento. Forti perdite di uomini ed equipaggiamento “potrebbero spiegare perché non vi sono chiari segnali del loro ritorno”, notano gli analisti.  

 

 

 

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