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Tessera n. 1 Fi a Berlusconi, consegnata ad Arcore prima dell’ultimo ricovero

(Adnkronos) - Al ''soldato'' Antonio Tajani, reggente della Forza Italia orfana di Berlusconi è andata la tessera numero 2 del partito nel 2023, quella che una volta era dell'economista ed ex ministro degli Esteri, Antonio Martino, uno dei fedelissimi di Silvio, deputato ininterrottamente per 24 anni, dal 1994 al 2018, quando decise di non ricandidarsi,…

(Adnkronos) – Al ”soldato” Antonio Tajani, reggente della Forza Italia orfana di Berlusconi è andata la tessera numero 2 del partito nel 2023, quella che una volta era dell’economista ed ex ministro degli Esteri, Antonio Martino, uno dei fedelissimi di Silvio, deputato ininterrottamente per 24 anni, dal 1994 al 2018, quando decise di non ricandidarsi, morto un anno fa all’età di 79 anni. Tullio Ferrante, neo responsabile del tesseramento nazionale azzurro, spiega di “aver dato con orgoglio ed un pizzico di emozione la tessera n. 2 al vicepremier Tajani, perché la comunità politica di Fi vede in lui una guida salda, saggia, esperta, lungimirante”. Un “uomo, prima che un politico”, assicura il sottosegretario ai Trasporti del governo Meloni, “che è stato per 30 anni leale soldato del presidente Berlusconi e che mi auguro, dopo il Consiglio Nazionale, ci guiderà in un percorso tanto complesso quanto avvincente”.  

Che fine ha fatto, invece, la tessera numero 1? è rimasta al leader e fondatore di Fi, morto il 12 giugno scorso? E’ lo stesso Ferrante a rivelare all’Adnkronos di essere riuscito a consegnarla a Berlusconi giusto una settimana prima del suo ultimo ricovero al San Raffaele. ”Ero andato ad Arcore per dargli la ‘numero uno’, fu molto felice del pensiero, mi ringraziò e sorrise”, racconta Ferrante, uno dei parlamentari più vicini alla compagna dell’ex premier, Marta Fascina, rimasta a vivere a Villa San Martino dopo il lutto. “Subito dopo -ricorda il deputato forzista- ci siamo messi a lavorare su materiale e volantini per la ‘due giorni’ del tesseramento del 24-25 giugno scorso”. Lui che curava tutto nei dettagli, sempre attento al marketing elettorale, e fino all’ultimo era concentrato sulla riorganizzazione del partito in vista delle europee, scelse “quelli con i messaggi più incisivi, diretti ed efficaci”. Per “il presidente era importante comunicare, e bene, l’azione di Fi al governo del Paese”, assicura Ferrante.  

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