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Sprechi e burocrazia, ecco quanto ci costano

(Adnkronos) - Il cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica grava su famiglie e imprese per almeno 11 punti di Pil ovvero 225 miliardi di euro all’anno. E' la stima formulata dall'Ufficio Studi della Cgia che segnala il peso economico di "regole tortuose e complicate della nostra burocrazia statale, mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA), la…

(Adnkronos) – Il cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica grava su famiglie e imprese per almeno 11 punti di Pil ovvero 225 miliardi di euro all’anno. E’ la stima formulata dall’Ufficio Studi della Cgia che segnala il peso economico di “regole tortuose e complicate della nostra burocrazia statale, mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA), la lentezza della giustizia civile, deficit infrastrutturale, gli sprechi nella sanità e nel trasporto pubblico locale”.  

Al dato l’associazione arriva sommando i risultati di una serie di analisi sulle inefficienze e gli sprechi che caratterizzano la nostra Pubblica Amministrazione: il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la PA (burocrazia) è stimato pari a 57,2 miliardi di euro; i debiti commerciali di parte corrente della nostra PA nei confronti dei propri fornitori ammontano a 55,6 miliardi di euro; la lentezza della giustizia costa al Paese 2 punti di Pil l’anno, ovvero 40 miliardi di euro; il deficit logistico-infrastrutturale penalizza il nostro sistema economico per un importo di 40 miliardi di euro all’anno; gli sprechi nella sanità oltre 21 miliardi di euro; gli sprechi e le inefficienze presenti nel settore del trasporto pubblico locale ammontano a 12,5 miliardi di euro all’anno. 

E’ evidente, spiega la Cgia, “che questi malfunzionamenti, tratti da fonti diverse, non si possono sommare, innanzitutto perché sono riferiti ad anni diversi e in secondo luogo perché in alcuni casi le aree di queste analisi si sovrappongono. Tuttavia, queste accortezze non pregiudicano la correttezza della riflessione espressa. Ovvero, che l’ammontare degli effetti generati dal cattivo funzionamento della nostra PA ha dimensioni tali da ritenerla responsabile del livello di arretratezza che caratterizza la nostra macchina pubblica rispetto a quelle dei nostri principali competitor commerciali”. 

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