(Adnkronos) – Il nostro Paese chiude il nuovo round di investimenti nei programmi spaziali europei con numeri globali da record e con programmi che spingeranno la crescita delle nostre imprese e di un settore, quello dello spazio, strategico per lo sviluppo nazionale. “Per l’Italia la ministeriale Esa che si è chiusa a Parigi è stata una ‘ministeriale storica’ perché chi è cresciuto di più – fra i Paesi Esa – in termini di investimenti e di peso percentuale nel bilancio europeo siamo proprio noi” afferma il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, commentando così con l’Adnkronos, il Consiglio dei ministri dello Spazio dei 22 Paesi membri dell’Esa che si è appena chiuso a Parigi. Il numero uno dell’Agenzia Spaziale Italiana riferisce che “alla ministeriale di Parigi l’Italia ha investito globalmente 3,083 miliardi di euro sui 5 anni di programmazione portandosi al 18,2% rispetto al totale che Esa ha ricevuto dagli altri Paesi”. “Si tratta di una crescita di circa il 20% rispetto rispetto alla precedente ministeriale di Siviglia quando l’Italia era al 15,7%” con un portafogli da 2,3 miliardi di euro. E Saccoccia ritiene che “questi dati dimostrano quanto l’Italia creda fortemente nel settore spaziale e quanto lo stia potenziando”. Del resto i numeri parlano chiaro. Saccoccia ricorda che “il budget totale di Esa uscito dalla ministeriale di Parigi ammonta a 17 miliardi di euro (16,923 miliardi di euro esatti) e segna un incremento del 17% rispetto ai 14,511 miliardi di euro della ministeriale di Siviglia del 2019. In quell’occasione la Germania raggiunse il 22,7%, la Francia il 18,4% e l’Italia il 15,7%. Adesso, a Parigi, il quadro registra che la Germania scende al 20,8%, la Francia sale appena al 18,9% mentre noi invece saliamo al 18,2%: una crescita notevole la nostra”. In questa cornice, Saccoccia ricorda inoltre che a Parigi l’Inghilterra è arrivata all’11,2% del budget Esa, in leggero calo rispetto all’11,4% di Siviglia”.
“L’Italia sta dimostrando di essere tra i leader assoluti delle attività spaziali europee, cresciamo in termini di investimenti, in termini di ruolo e abbiamo rafforzato il contributo nei settori chiave industriali quali l’Esplorazione, l’Osservazione della Terra, il Trasporto spaziale e saliamo anche nelle Telecomunicazioni spaziali” sottolinea ancora Saccoccia indicando che il nostro Paese nelle attività spaziali “partecipa tutti i programmi importanti anche negli altri settori strategici per le nostre industrie”. Per l’Italia, dunque, il bilancio della ministeriale Esa di Parigi “è stato straordinario” e “per questo voglio ringraziare tutto il team Asi che da febbraio scorso sta preparando l’Agenzia a questo momento così strategico per le politiche spaziali europee” continua Saccoccia. In delegazione a Parigi con il nuovo ministro con la delega per lo Spazio, Adolfo Urso, titolare dell’Industria e del Made in Italy, il presidente dell’Asi sottolinea che l’esponente del Governo Meloni sta dimostrando “una grande e immediata attenzione verso il mondo spaziale”. Saccoccia argomenta che Urso “sta riconoscendo alle imprese italiane – a tutte le aziende: grandi, medie e piccole – il loro ruolo strategico nel settore spaziale”. “Sono rimasto molto colpito da quanto il ministro Urso stia dedicando fin da subito al settore spaziale. Il piglio di Urso però non mi stupisce – osserva Saccoccia – perché so che nei suoi ruoli precedenti è stato molto a contatto con il mondo delle industrie e spaziale, quindi è un uomo delle istituzioni ben preparato” per questo settore. Ma ciò che il presidente dell’Asi tiene a rilevare “maggiormente”, rispetto alla strategia del nuovo responsabile di governo per lo Spazio, è che “il ministro Urso sta dimostrando una sensibilità strategica verso le imprese italiane”. “Urso considera lo spazio un elemento importante per sostenere le imprese italiane” assicura il presidente dell’Asi.
A Parigi sono state anche definite alcune missioni di astronauti europei e Saccocia riferisce con orgoglio che “è confermato ormai ufficialmente che un astronauta italiano andrà in orbita intorno alla Luna sul Lunar Gateway”. “Esa ci ha riconosciuto il nostro ruolo ed io ho appena ricevuto lettera la lettera di conferma del Dg di Esa, Josef Aschbacher, in relazione a quanto venne promesso alla ministeriale di Siviglia nel 2019 e che adesso è ufficializzato: l’Italia avrà uno dei suoi astronauti della classe del 2009 a bordo del Lunar Gateway” riferisce il presidente che nel summit francese ha potuto ‘salutare’ anche la nuova classe di astronauti europei dell’Esa ed i riservisti tra cui compaiono anche due italiani: Anthea Comellini e Andrea Patassa. “Sono due ragazzi con una professionalità esemplare” commenta il capo dell’Asi che tiene a rilevare lo spessore dei nostri due nuovi astronauti riservisti dell’Esa, l’ingegnere aerospaziale Anthea Comellini, 30 anni, nata a Chiari in provincia di Brescia, e l’ingegnere aerospaziale Andrea Patassa, 31 anni, nato a Spoleto e capitano dell’Aeronautica Militare.
La nuova classe 2022 degli astronauti europei appena annunciata dall’Esa è composta da 5 astronauti effettivi e da 12 componenti di riserva, tra cui Comellini e Patassa, e per la prima volta da un astronauta con disabilità. Il nuovo gruppo di astronauti effettivi affiancherà quelli già in servizio in Esa e che vede, tra i suoi componenti, astronauti italiani ‘veterani’ del calibro di Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano e Roberto Vittori. “Nella classe 2022 l’Italia ha due riservisti ma il nostro Paese con Cristoforetti, Parmitano e Vittori è un Paese già sovra-rappresentato nel corpo astronauti Esa” chiarisce Saccoccia. Il presidente Asi non nasconde l’orgoglio per i nostri astronauti Samantha, Luca e Roberto, “punte di diamante” del nostro sistema spaziale che hanno già partecipato a numerose missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale e di cui Cristoforetti e Parmitano sono stati anche Comandanti della Iss. E guardando alla nuova generazione, Saccoccia tiene a rilevare che Comellini e Patassa “hanno poco più di 30 anni ma sono due astronauti eccezionali, hanno un’esperienza come se avessero già vissuto due vite” e infine ribadisce la loro “professionalità esemplare” ricordando che “sono riservisti, non ricevono ancora un contratto da Esa, non sono astronauti effettivi ma la loro è una professionalità esemplare. Sono certo che voleranno presto”. (di Andreana d’Aquino)