(Adnkronos) – Francia e web. Giovedì 2 marzo all’Assemblea Nationale francese è stata presentata dal deputato centrista Laurent Marcangeli una proposta di legge volta ad impedire l’accesso ai social network ai minori di 15 anni. Ciò dovrebbe avvenire attraverso un meccanismo di controlli formali sulle generalità del potenziale cliente, controlli che saranno a carico dei gestori delle piattaforme e che per questo, in casi di comportamenti laschi o reticenti, rischierebbero multe “fino all1% del loro valore d’affari certificato”. La proposta di legge Marcangeli (a differenza di altre, in qualche modo simili, presentate in passato) ha riscosso ampi consensi e sta già aprendo un dibattito importante nel Paese. Da più parti si sottolinea (secondo me a giusta ragione) che la norma, se approvata, avrebbe un importantissimo effetto annuncio al di là del fatto che sarebbe di difficilissima applicazione. Sarebbe il segnale che comunque anche le Istituzioni tentano qualcosa contro le gravissime distorsioni e gli effetti nocivi ormai ben noti a livello scientifico ed inconfutabili che l’uso distorto dei social può portare soprattutto sui più giovani e sui più fragili. Non è un caso che a conclusioni simili (necessità comunque di un “barrage” all’accesso indiscriminato ai social), pur partendo da motivazioni del tutto diverse, sia arrivato il più visionario e innovatore tra i protagonisti di Internet, Elon Musk. Musk, infatti, appena ha acquistato Twitter, ha imposto un prezzo (quindi una selezione, anche se economica) per accedere ai servizi migliori del Social.
India e modelli di pagamento. Lo scorso 24 febbraio, parlando ai ministri finanziari del G20, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ebbe a dichiarare “il sistema dei pagamenti indiano è ormai un bene pubblico gratuito; ha ottenuto un largo successo e ha cambiato la governance, la struttura finanziaria e ha migliorato la qualità della vita del nostro Paese”. Ha ragione: L’India è di gran lunga il Paese al mondo dove si registra la più alta percentuale di pagamenti digitali anche per importi piccoli o piccolissimi. Ciò può avvenire grazie ad una piattaforma (la United Payment Interface) creata dalla banca centrale indiana e gestita da una struttura non profit. Alla piattaforma possono accedere tutti gli indiani dotati di uno specifico ID rilasciato dal sistema Aadhar. Questo – introdotto nel 2009 dal predecessore di Modi – elabora codici di identificazioni basati su dati biometrici e demografici e vede ad oggi un miliardo e 133 milioni di iscritti (il 99% degli indiani con più di 18 anni). Un sistema che l’ex capo economista della Banca Mondiale e Premio Nobel Paul Romer ha definito “il programma ID più sofisticato al Mondo”. Il risultato è stupefacente: in pochi anni i pagamenti digitali (anche quelli micro, di pochi centesimi) sono divenuti la regola in India a tutti i livelli e sorpassano (di molto) quelli di USA, Germania, Gran Bretagna e Francia messi insieme.
Boxe. Per i tanti appassionati di boxe che ormai da troppo tempo non riescono a vedere un combattimento ‘vero’, degno di questo nome, segnalo l’uscita nelle sale italiane in questi giorni del film Creed III diretto ed interpretato con efficacia e misura da Michael B. Jordan. Ci sono per circa un’ora sontuosi match, certamente cinematografici ma assolutamente godibili (e di questi tempi non è poco), i migliori visti sullo schermo dall’epoca di Rocky. Ecco Rocky. Questo film è un sequel di un sequel di un sequel dal primo film di Silvester Stallone che è sempre stato poi presente in un modo o nell’altro in tutte le pellicole successive. Qui, per la prima volta, non c’è e, sinceramente, un po’ ci manca. (Di Mauro Masi)