(Adnkronos) – Gli 11 soldati italiani della missione Kfor feriti negli scontri di ieri in Kosovo “non sono gravi”. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a Radio Anch’io su Rai Radio 1. I militari “sono curati in Kosovo, il nostro ambasciatore li andrà a trovare stamattina, c’è il generale Figliuolo, sono seguiti molto da vicino”, ha aggiunto Tajani, ricordando che i militari italiani sono inquadrati in una missione Nato che “punta a impedire la nascita di un nuovo conflitto tra Kosovo e Serbia”.
“Ho parlato sia con il presidente serbo Vucic che con il primo ministro kosovaro Kurti – ha continuato il titolare della Farnesina – fino a ieri sera e ho invitato tutti quanti alla calma, ad abbandonare la violenza. Spero che abbiano ascoltato, entrambi hanno dato grande disponibilità”. “Ho chiesto di calmare le acque, non è interesse di nessuno dei due accendere micce che possono essere dannose per entrambi”, ha aggiunto Tajani, secondo cui i due leader “hanno il dovere di scongiurare una guerra”.
Secondo quanto comunica la missione KFOR guidata dalla Nato in Kosovo, “il numero delle forze di pace ferite durante le violenze non provocate di ieri nel comune di Zvecan è di 30. Undici soldati del contingente italiano e 19 del contingente ungherese hanno riportato ferite multiple, comprese fratture e ustioni causate da ordigni incendiari esplosivi improvvisati. Tre soldati ungheresi sono stati feriti dall’uso di armi da fuoco. I feriti non sono in pericolo di vita”. “Abbiamo aumentato la presenza nei quattro comuni del nord del Paese per ridurre il rischio di escalation, dopo che i sindaci neoeletti hanno cercato di insediarsi. Le truppe della KFOR sono state successivamente attaccate da folle sempre più aggressive”, si sottolinea.
“KFOR opera sempre con fermezza e moderazione – prosegue la nota – all’interno di rigide regole di ingaggio (ROE). In questo caso, ha risposto agli attacchi non provocati di una folla violenta e pericolosa, pur svolgendo il suo mandato ONU in modo imparziale. Il Comandante della Missione KFOR, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia segue in prima persona l’evolversi della situazione ed esprime la sua solidarietà ai militari Nato rimasti feriti durante gli scontri e alle loro famiglie: ‘Per evitare gli scontri tra le parti e ridurre al minimo il rischio di dopo l’escalation, le forze di pace della KFOR hanno evitato minacce alla vita dei serbi del Kosovo e degli albanesi del Kosovo. Entrambe le parti devono assumersi la piena responsabilità di ciò che è accaduto e prevenire qualsiasi ulteriore escalation, piuttosto che nascondersi dietro false narrazioni”.
“KFOR continuerà ad adottare tutte le misure necessarie per garantire un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutte le comunità in Kosovo, in conformità con il suo mandato basato sulla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1999”.