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Salute, psicologo online: “Il 60% degli utenti non ha mai fatto terapia”

(Adnkronos) - “Il 60% dei nostri pazienti non ha mai fatto psicoterapia e ci dicono che apprezzano lo scambio con una persona che sta nel loro mondo, sono infatti giovani. Il 70% ha meno di 40 anni. Ci sono lavoratori e genitori. La genitorialità e il rapporto con i figli è l’ambito dove abbiamo più…

(Adnkronos) – “Il 60% dei nostri pazienti non ha mai fatto psicoterapia e ci dicono che apprezzano lo scambio con una persona che sta nel loro mondo, sono infatti giovani. Il 70% ha meno di 40 anni. Ci sono lavoratori e genitori. La genitorialità e il rapporto con i figli è l’ambito dove abbiamo più richiesta. Ma il digitale è un mezzo che cambia il setting del supporto psicologico: va usato dove è dimostrato che possa funzionare. È un vantaggio che va, da un lato, a rendere accessibile il servizio, ma anche a incrociare delle esigenze”. Così Daniele Francescon, co-founder di Serenis, piattaforma digitale attiva nel sostegno psicologico, intervenendo al talk ‘Covid, guerra, crisi economica… quali soluzioni per l’ansia da infodemia’, ottavo webinar promosso e organizzato da Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica sostenuto da Novartis. 

All’incontro – moderato da Federico Luperi, direttore Innovazione e Nuovi media di Adnkronos – hanno partecipato anche David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop) e Claudio Mencacci, psichiatra, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia. 

Il servizio psicologico da remoto è esploso con l’emergenza Covid, “ma in realtà – ricorda Francescon – era presente anche prima della pandemia. La psicoterapia online si utilizza da 15 anni nei Paesi anglosassoni ed è supportata da evidenze. Questo tipo di intervento è aumentato con la pandemia”.  

Riferendosi ai dati citati durante l’incontro sul disagio mentale, aumentato in tuta la popolazione, ma soprattutto tra i giovani più vulnerabili, Francescon dice che la piattaforma agisce “in un contesto in cui c’è il senso di necessità. I presupposti sono quelli di semplificare e rendere accessibile un servizio. L’esplosione che vediamo di realtà come la nostra – psicologi e psicoterapeutici che si fanno vedere, tecnicamente definiti in vetrina, o come quella di Serenis, che è più da centro medico – cavalca un trend dove il digitale può dare una mano. Dove non c’è prossimità, per esempio, questa è una soluzione”.  

“Il digitale è un mezzo e non è indicato per tutti i tipo di disagio – sottolinea Francescon – non ha la stessa efficacia, ma ci sono dati ed evidenze” di dove può essere impiegato in modo utile. Varie associazioni hanno iniziato a regolare questo setting diverso, come l’American psychology association, nel 2012-13. “La pandemia – spiega – ha dato una spinta e quando si creano le opportunità, nascono le aziende che occupano lo spazio”. Serve però “uno sforzo comunicativo congiunto per far passare il supporto psicologico online per quello che è, lavorare e darsi delle regole, un codice etico per evitare che si confonda un’opportunità” con un fine solo commerciale, conclude il co-fondatore di Serenis.  

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