(Adnkronos) – ”Si inizia vietando, bruciando libri e si finisce bruciando le persone”. Così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha risposto alle parole dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, secondo il quale ”il bando sui media russi equivale a una difesa della libertà di parole”. Come si legge nel comunicato diffuso su Twitter dal ministero degli Esteri russo, Zakharova ha detto: ”Lasciatemi ricordare che l’Europa ha già adottato questa logica una volta”.
Borrell, parlando stamani ad una conferenza sulla manipolazione delle informazioni al Seae, ha spiegato che “grazie alle ampie prove che abbiamo raccolto con EUvsDisinfo, siamo stati in grado di imporre misure restrittive alla macchina di propaganda del Cremlino e di impedirle di operare all’interno dell’Unione Europea. In questo modo non stiamo attaccando la libertà di espressione, stiamo solo proteggendo la libertà di espressione”.
“Questo – ha aggiunto – fa parte delle nostre sanzioni contro i portavoce del Cremlino, che inviano un segnale forte: sappiamo come manipolano il nostro ecosistema e come operano. E siamo forti nella nostra determinazione”.
“Questa guerra – ha continuato Borrell – non è condotta solo sul campo di battaglia dai soldati. Si svolge anche nello spazio dell’informazione, cercando di conquistare i cuori e le menti delle persone. Mi direte: ‘Niente di nuovo su questo, Goebbels l’ha già fatto durante la Seconda guerra mondiale: mentire e diffondere disinformazione non è una novità’. Ebbene, la novità oggi è l’intensità, la volontà e gli strumenti. Goebbels non aveva Internet, non aveva i social media. Oggi, le persone che si comportano come Goebbels, raccontando una bugia mille volte, hanno una potente capacità di moltiplicarsi alla velocità della luce e di raggiungere tutti ovunque”.
“All’interno della Russia – ha proseguito Borrell – la repressione della libertà di espressione e della libertà dei media ha raggiunto livelli senza precedenti. Come ogni regime autoritario, in particolare quando si è in guerra, deve nascondere alla propria popolazione il numero di vittime che sta subendo. Solo 10 giorni fa, uno degli ultimi media indipendenti in Russia, Meduza, è stato designato come ‘organizzazione indesiderata’. E chi cerca di dire la verità viene subito considerato un ‘agente straniero'”.
“Cerchiamo di sostenerli – ha aggiunto – siamo al fianco dei media indipendenti russi, della società civile, dei difensori dei diritti umani che, nonostante la continua repressione che subiscono, continuano a difendere i diritti umani e ad opporsi all’autoritarismo e alla guerra”.