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Rizzi: “Tecnologia ha rivoluzionato mondo investigazioni”

(Adnkronos) - "Negli ultimi 30 anni il mondo sia del crimine che delle investigazioni è stato completamente rivoluzionato dalle nuove tecnologie. Il fattore umano resta centrale, ma oggi bisogna sapere utilizzare queste tecnologie tanto per investigare quanto per difendersi". Sono le parole del Prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale di Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie,…

(Adnkronos) – “Negli ultimi 30 anni il mondo sia del crimine che delle investigazioni è stato completamente rivoluzionato dalle nuove tecnologie. Il fattore umano resta centrale, ma oggi bisogna sapere utilizzare queste tecnologie tanto per investigare quanto per difendersi”. Sono le parole del Prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale di Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, che oggi ha presentato nella sede del Siracusa International Institute, il libro “Investigare 5.0” scritto a quattro mani con Anna Maria Giannini, Direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma. Gli autori espongono il tema della criminologia e criminalistica, nell’ottica del terzo millennio, costellato da cyber crime, da macromafie, da terrorismo. 

Il metodo di investigare, di conseguenza, ha dovuto seguire l’evoluzione del crimine: nel libro si parte dalla storia della criminalistica – citando esempi come Alphonse Bertillon, Edmond Locard e Salvatore Ottolenghi che esploravano la scena del crimine e lì ricercavano le tracce del reato – per arrivare alle vesti “dell’investigatore odierno che cerca gli indizi in una realtà virtuale in cui, però, le vittime sono reali”. Ed è proprio a loro – e in particolare per quelle che non hanno ottenuto giustizia – che è dedicato il libro, puntando a “esplorare dolore ed emozioni per elaborare tecniche di approccio investigativo e risposte sociali ed istituzionali che evitino forme di vittimizzazione secondaria, preservando la vittima da ulteriori sofferenze”. “Non sempre le indagini possono avere un esito – dice Rizzi – Magari hanno un esito nelle coscienze degli investigatori, ma non è possibile documentarlo processualmente e le vittime restano con un dolore che non hanno risolto. E questo rimane un dolore anche per chi è chiamato a fare questo mestiere. E quindi dedicarlo a loro ci è sembrato un minimo segno di restituzione di quel dolore”.  

“Investigare 5.0” si dedica anche alle nuove sfide, dal metaverso alle blockchain, dai reati ambientali alla tutela del patrimonio artistico e culturale, dal riciclaggio alle criptovalute, dalle gangs ai suprematisti. Con i due autori hanno collaborato i più grandi investigatori del mondo, dai Direttori di Interpol ed Europol a Capi della polizia di Svizzera ed Argentina, oltre ad investigatori ed esperti forensi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Psicologi, Giornalisti, Accademici e vittime. All’evento di questa mattina, moderato dalla giornalista Adnkronos Elvira Terranova, erano presenti il Direttore dell’Istituto, Filippo Musca, il Prefetto di Siracusa Raffaela Moscarella, la vicaria della Questura di Siracusa Maria Ludovica Scacco, il Sindaco Francesco Italia. Il Procuratore Capo della Repubblica di Siracusa Sabrina Gambino nel suo intervento ha ricordato l’evoluzione degli strumenti di indagine in particolare nei reati di violenza di genere, con il Codice rosso. Il professore Tommaso Rafaraci, Ordinario di Diritto Processuale all’Università di Catania, ha invece parlato dell’intelligenza artificiale. 

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