(Adnkronos) – Nel 2022 è cresciuta la percentuale di famiglie ‘fragili’, ossia in difficoltà nel far fronte a spese fisse e ricorrenti, portandosi al 37% dal 33% del 2021. Sempre nello stesso periodo di tempo, la percentuale di investitori che riferisce di aver registrato un calo temporaneo o permanente delle proprie entrate si attesta al 23%, in aumento rispetto al 2021, quando si attestava al 17%. Rimane stabile invece al 23% la quota di individui che dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro (famiglie ‘esposte’). E’ quanto emerge dall’ottava edizione del Rapporto della Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane.
Il peso dell’inflazione. La gestione delle finanze personali è complessa per l’80% degli italiani che investono, anzitutto a causa del contesto incerto e della crescita dei prezzi. I dati macroeconomici confermano questa percezione: l’inflazione erode il potere di acquisto del reddito disponibile, il disagio economico delle famiglie torna ad aumentare, la ricchezza finanziaria in rapporto al reddito disponibile si riduce, pur rimanendo superiore a quella dei maggiori paesi dell’area euro.
L’ansia finanziaria. Tra gli investitori italiani risultano diffuse la sensazione di impotenza, con il 62% che ritiene che si possano perdere i propri risparmi anche senza averne la responsabilità (dato in crescita nell’ultimo triennio), l’esigenza di delegare a persone fidate la gestione delle proprie finanze (49%) e il disagio che quest’ultima può generare (48%). L’ansia finanziaria è più diffusa tra le donne e tra le famiglie a basso reddito, mentre si associa negativamente con le conoscenze finanziarie e le buone prassi di controllo finanziario (pianificazione, rispetto del bilancio familiare e risparmio).
Le donne. Tra le donne investitrici italiane si registra con maggiore frequenza l’avversione al rischio, l’avversione alle perdite e l’underconfidence, ossia la propensione a sottostimare le proprie conoscenze finanziarie. Inoltre, tendono ad avere meno familiarità con prodotti finanziari, sostenibilità e servizi di investimento digitalizzati e sono meno propense al trading online, ma chiedono più di frequente il supporto di un professionista. Le donne, spiega ancora l’autorità, sono anche più vulnerabili a livello finanziario, ossia maggiormente soggette a variabilità nel proprio reddito. Tuttavia, quando le donne sono il primo decisore finanziario della famiglia le differenze di genere si attenuano.