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Ricerca, assemblea Fgu-Anpri: “Stop discriminazioni fra Epr”

(Adnkronos) - Basta "discriminazioni" e dare "subito fondi anche agli enti di ricerca non vigilati dal ministero dell'Università e Ricerca". E' in un clima di "profondo scontento" che si sta snodando l'Assemblea nazionale del personale degli Epr, oggi a Roma, presso la sede dell’Istat, che vede riunito il sindacato Fgu-Federazione Gilda Unams Dipartimento Ricerca Sezione…

(Adnkronos) – Basta “discriminazioni” e dare “subito fondi anche agli enti di ricerca non vigilati dal ministero dell’Università e Ricerca”. E’ in un clima di “profondo scontento” che si sta snodando l’Assemblea nazionale del personale degli Epr, oggi a Roma, presso la sede dell’Istat, che vede riunito il sindacato Fgu-Federazione Gilda Unams Dipartimento Ricerca Sezione Anpri assieme alle altre sigle di categoria. “È inaccettabile la discriminazione del personale tra Enti pubblici di ricerca (Epr) vigilati dal Mur e non” sottolinea Eleuterio Spiriti, coordinatore nazionale di Fgu Dipartimento Ricerca Sezione Anpri. 

“Le risorse aggiuntive vanno utilizzate per le progressioni di carriera e la generalità dei dipendenti, non per premi legati alla performance che mortificano il lavoro di équipe e la specificità dell’attività negli enti. La riforma dell’ordinamento professionale deve valorizzare tutto il personale” scandisce.  

“Fin dalla prima bozza della legge di Bilancio 2022, nel novembre 2021, abbiamo segnalato – continua Spiriti – che rappresentava una scelta discriminatoria destinare i 40 milioni di euro per la valorizzazione professionale al solo personale degli Enti di ricerca vigilati dal ministero dell’Università e della ricerca, dimenticando gli addetti di istituzioni cruciali, anche in ottica di realizzazione del Pnrr, come Anpal, Asi, Crea, Enea, Inail settore ricerca, Inapp, Isin, Ispra, Iss e Istat”. 

Spiriti avverte: “Finora abbiamo ascoltato solo promesse e ciò si ripercuote negativamente anche sulla trattativa all’Aran per il rinnovo del contratto del comparto ‘Istruzione e Ricerca’”. Infatti, indica infine Spiriti, “non viene recepita appieno la necessità di dare risposte a ricercatori, tecnologi e personale tecnico-amministrativo sia per quanto riguarda l’ordinamento professionale sia rispetto allo smart working, al telelavoro e, appunto, alla distribuzione delle risorse aggiuntive”. 

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