(Adnkronos) – Referendum sulla giustizia senza quorum mentre inizia oggi alle 14 lo spoglio delle schede delle elezioni amministrative 2022. Il flop dei referendum è stato segnato da un’affluenza rimasta ieri per tutto il giorno sotto il 20% e ora intorno al 20,8. I cinque quesiti – sull’abolizione della legge Severino, sulla limitazione della custodia cautelare, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sul voto dei membri laici dei Consigli giudiziari nella valutazione dei magistrati, sull’abolizione della raccolta firme per l’elezione dei togati al Csm – non hanno spinto gli italiani alle urne.
“Grazie ai 10 milioni di italiani che hanno scelto di votare per cambiare la Giustizia. È nostro dovere continuare a far sentire la loro voce!” ha twittato Matteo Salvini.
Tra i primi a commentare il risultato della consultazione referendaria il senatore della Lega Roberto Calderoli dalla sede del partito in via Bellerio. “Adesso succede che abbiamo perso. E’ inutile nasconderlo. Non ci sono storie. I numeri dimostrano che 10 milioni hanno partecipato, gli altri non hanno inteso farlo” e ha aggiunto “non ho il minimo problema a dire che secondo me c’è stato veramente un complotto: ciascuno ci ha messo del suo perché questo quorum non potesse essere raggiunto”, ringraziando comunque “i circa 10 milioni di cittadini che hanno partecipato”.
Di “incivile silenzio censorio” sul voto referendario ha parlato la Giunta dell’Unione Camere Penali. “La storia dei referendum in Italia è da sempre una storia di ostracismo e di avversione al voto democratico diretto”, hanno sottolineato le Camere Penali, esortando: “Occorre ora che l’impegno politico dei liberali di questo paese per una giustizia più giusta, tra i quali in prima fila l’Unione delle Camere Penali Italiane, sappia trovare da subito la forza per rilanciare le proprie idee e le proprie battaglie”.
Secondo il consigliere del Csm Nino Di Matteo il flop dei referendum dimostra come “evidentemente molti italiani hanno capito che con il referendum non si voleva migliorare la giustizia ma – ha evidenziato all’Adnkronos – punire la magistratura e renderla meno autonoma e indipendente. Purtroppo anche la riforma Cartabia, in discussione al Senato, va nella stessa direzione”.
Per Eugenio Albamonte, segretario di ‘Area democratica per la giustizia’ “hanno vinto i cittadini, perché quelle formule erano talmente grossolane da non poter rappresentare per il futuro un modello né culturale né istituzionale per il nostro Paese. Sconfitto è chi ha pensato di puntare tutto sugli scandali per colpire la magistratura anziché per riformarla e porre riparo a una serie di situazioni che si sono create in passato. Una cosa sono le riforme, un’altra la mortificazione della magistratura”.
AMMINISTRATIVE 2022 – Centrodestra a un passo dalla vittoria al primo turno a Genova, Palermo e L’Aquila. Sorpresa a Verona con l’exploit dell’ex giocatore Damiano Tommasi, sostenuto dal centrosinistra, che è in vantaggio anche a Parma. Questo il quadro che prospettano i primi exit poll della principali città al voto in una giornata segnata dal caos ai seggi elettorali in Sicilia e dal flop (annunciato) dei referendum sulla giustizia per mancato raggiungimento del quorum, che doveva superare il 50% e alle 19 di ieri sera era al 14 per cento, il peggiore di sempre. In attesa dello spoglio, previsto nel pomeriggio di oggi, le comunali 2022 spiccano per la riconferma nel capoluogo ligure del sindaco uscente, il civico Marco Bucci, dato al 51-55%, appoggiato da Lega Fi Fdi ma anche da ‘Azione’ e i renziani di ‘Italia Viva’.
Stando agli attuali numeri, Bucci potrebbe dunque fare il bis al primo turno, battendo l’avvocato Ariel Dello Strologo, attuale presidente della Comunità ebraica e candidato per il ‘campo largo’, che stenta a decollare, almeno a livello locale. Verso l’en plein al primo round anche Roberto Lagalla, nome indicato dal centrodestra, che con il 43-47% ottenuto sarebbe vicinissimo al traguardo, visto che qui basta il 40% per vincere le elezioni. L’ex rettore dell’ateneo palermitano, fortemente voluto da Lorenzo Cesa dell’Udc e poi caldeggiato anche da Giorgia Meloni e in un secondo momento da Fi e Lega, avrebbe la meglio su Francesco Miceli, ‘portato’ da Pd M5S e alcune liste civiche, che si attesta tra il 27 e il 31%.
Sorpresa di questo election day, però, è Tommasi nella città di Romeo e Giulietta: l’ex centrocampista della Roma del terzo scudetto, infatti, grazie al 37-41% degli exit poll, è in vantaggio sia sul sindaco uscente di Fdi, Federico Sboarina, fermo al 27-31%, nome voluto da tutto il centrodestra tranne Forza Italia, che invece gli ha preferito l’ex leghista Flavio Tosi, dato anche lui al 27-31%. Forte dell’appoggio di Fi e Italia Viva e della sua esperienza di primo cittadino a Verona (dieci anni), Tosi che potrebbe dare filo da torcere a Tommasi e giocarsi le sue carte al ballottaggio.
A Parma, dopo 10 anni, cala il sipario sull’era Pizzarotti, primo cittadino M5S alla guida di una città di peso. Avanti a tutti, sempre per gli exit poll, è Michele Guerra, stimato al 40-44%, grazie al sostegno proprio di quelli che una volta facevano il tifo per Pizzarotti, del Pd e della sinistra ma senza i 5stelle. A cui si aggiunge anche Iv, ma non Azione che ha schierato Dario Costi. Guerra sfiderà Pietro Vignali del centrodestra, al 19-23%, portato da Lega e Fi, mentre Fdi sarebbe fuori dal ballottaggio.
Si prospetta invece un ballottaggio a Catanzaro tra Valerio Donato (tra il 40 e il 44%) , candidato di Forza Italia, Lega e Udc, e il nome espresso dal Pd e i pentastellati, Nicola Fiorita, che ha incassato il 31-35%. Qui il centrodestra va in ordine sparso, perché Fdi ha presentato una sua candidata, Wanda Ferro, ferma al 7-9%. Va molto meglio per il partito di Giorgia Meloni, invece, a L’Aquila, dove il sindaco uscente Pierluigi Biondi, è a un passo dalla riconferma con il 49-53% rispetto alla sfidante di centrosinistra Stefania Pezzopane (‘targata’ Pd M5S Iv), bloccata al 23-27%. Si contano sulle dita della mano le reazioni dei leader in vista dello spoglio.