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Per cancro prostata con Pdta cure appropriate e meno ricoveri, il progetto

(Adnkronos) - Nove casi su 10 di tumore alla prostata discussi da un gruppo multidisciplinare, meno ricoveri, una diminuzione dei pazienti riospedalizzati a 30 giorni dopo l'intervento chirurgico e una maggiore appropriatezza nelle terapie e negli esami. Sono i principali risultati dell'attivazione dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (Pdta) per il cancro alla prostata in 29…

(Adnkronos) – Nove casi su 10 di tumore alla prostata discussi da un gruppo multidisciplinare, meno ricoveri, una diminuzione dei pazienti riospedalizzati a 30 giorni dopo l’intervento chirurgico e una maggiore appropriatezza nelle terapie e negli esami. Sono i principali risultati dell’attivazione dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (Pdta) per il cancro alla prostata in 29 centri specializzati in tutto il territorio italiano, nell’ambito del progetto ‘Prostate Cancer Team – una squadra di specialisti contro il tumore della prostata’, realizzato con il contributo non condizionante di Astellas Pharma e con il supporto organizzativo di Opt Spa, finalizzato alla certificazione Iso 9001:2015 dei Pdta da parte di un ente di certificazione internazionale indipendente. I dati sono stati illustrati questa mattina a Roma durante un evento promosso da Opt con il patrocinio di Europa Uomo e Siicp (Società italiana interdisciplinare per le cure primarie).  

I pazienti che si rivolgono a un centro con Pdta del tumore prostatico certificato – spiega una nota – hanno la garanzia di una presa in carico tempestiva, integrata ed efficiente, che si avvale di professionalità altamente qualificate e terapie innovative e appropriate. Un vero e proprio presidio di competenze d’eccellenza per la diagnosi e la cura del cancro alla prostata. Il valore generato dalla ‘messa a regime’ e certificazione dei Pdta del tumore della prostata è stato misurato da Opt coinvolgendo 18 team multidisciplinari e 150 clinici che hanno contribuito a raccogliere e monitorare oltre 80 indicatori. “Multidisciplinarietà, regole condivise, indicatori di performance sono i tre fattori chiave da cui partire – afferma Oreste Pitocchi, presidente Opt Spa – per progettare e implementare un modello di governance in sanità, capace di soddisfare le esigenze e aspettative dei tre principali portatori di interesse: paziente, medico, istituzioni”.  

La percentuale di pazienti a basso rischio che grazie all’organizzazione del Pdta hanno svolto esami evitabili per il loro profilo, come Tc e Pet, è scesa dal 5-10% al 3% – emerge dal progetto – mettendo in evidenza come sia migliorata l’appropriatezza clinica e l’aderenza alle linee guida. Più che dimezzato il tempo medio dalla diagnosi alla discussione del caso in multidisciplinarietà: da 10-15 giorni a 6 giorni. L’implementazione dell’approccio multidisciplinare, infine, ha portato a una migliore e più equilibrata ripartizione dei trattamenti, in ottica di maggiore appropriatezza del percorso terapeutico radioterapico e oncologico e l’inserimento in sorveglianza attiva. La presa in carico in ottica di multidisciplinarietà ‘fa bene’ al paziente, al clinico e al Servizio sanitario nazionale, perché lavorare secondo criteri di appropriatezza significa anche spendere meno, evidenziano i promotori. Il progetto, inoltre, ha evidenziato come sia fondamentale una sempre più strutturata collaborazione tra pubblico e privato. 

“La partnership tra pubblico e privato nel settore sanitario appartiene alla visione di Astellas, azienda che vuole rispondere alla domanda di salute dei pazienti e, al tempo stesso, alle esigenze della sanità pubblica di reperire risorse per garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale e regionale – dichiara Giuseppe Maduri, amministratore delegato di Astellas Pharma – Il progetto Prostate Cancer Team per la certificazione dei Pdta del tumore della prostata rappresenta uno strumento concreto per migliorare la presa in carico del paziente con carcinoma prostatico, standardizzare le procedure e ottimizzare le risorse disponibili”. 

“Il Pdta certificato è uno strumento dinamico, i cui singoli passaggi sono monitorati nel tempo con parametri misurabili e oggettivi che rendono misurabile l’efficacia nel tempo delle misure intraprese – sottolinea Domenico Bilancia, direttore Uoc Oncologia medica Ao S. Carlo di Potenza – Obiettivo futuro del gruppo multidisciplinare del San Carlo è l’estensione territoriale del Pdta con il coinvolgimento delle aziende sanitarie provinciali, dei medici di medicina generale e dell’assistenza domiciliare integrata (Rete oncologica regionale) con definizione di setting assistenziali in funzione del profilo di complessità, tenendo in somma considerazione il diritto di prossimità delle cure”. 

Grazie al team multidisciplinare dedicato alla patologia oncologica prostatica, “abbiamo garantito una migliore appropriatezza prescrittiva – rimarca Antonio Cardi, medico Uoc Urologia Ao San Giovanni Addolorata di Roma – ed evidenziato un incremento significativo delle prestazioni chirurgiche, radioterapiche e oncologiche. A fronte di un maggiore aumento di volume, siamo riusciti anche a gestire le liste d’attesa. Attualmente siamo tra i primi 10 centri italiani per volumi di attività”.  

“Competenza, sinergia, presa in carico”. Con questi termini Matteo Ciuffreda, medico Uoc Urologia Asst Mantova, sintetizza “la moderna gestione del tumore prostatico, che pian piano sta portando sempre più centri italiani alla gestione multidisciplinare di tale patologia, fornendo garanzia di qualità e di efficienza del percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale, con possibilità di trattamento personalizzato che miri non solo alla sopravvivenza, ma anche alla qualità della vita”.  

Anche per Piercarlo Gentile, responsabile della Radioterapia all’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, “la realizzazione del Pdta nei nostri ospedali è forse la sfida più ambiziosa che la sanità italiana dovrà affrontare nei prossimi anni. E’ pertanto necessario coinvolgere in questo progetto non solo i professionisti sanitari, ma anche convincere le amministrazioni a investire in dotazioni tecnologiche e spazi adeguati alla realizzazione di questo progetto”.  

Il presidente della Siicp, Ciro Niro, ricorda infine come la Società italiana interdisciplinare per le cure primarie sia “da tempo impegnata perché alla medicina generale venga riconosciuto uno specifico ruolo nello screening, nella diagnostica e nel monitoraggio post-trattamento delle malattie oncologiche e in particolare del tumore della prostata. L’impegno è esteso, attraverso la condivisione con le varie figure specialistiche, come realizzato con l’Istituto tumori di Bari, nelltapplicazione di Pdta che possano soddisfare i bisogni della medicina delle cure primarie nella cura del tumore prostatico. Quest’ultimo percorso vede la Siicp dedicata anche all’implementazione della telemedicina e dell’intelligenza artificiale”.  

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