(Adnkronos) – Tutta in streaming. Questa l’intenzione del Nazareno sulla Direzione Pd di giovedì. “Siamo un grande partito, il confronto è sempre sano ed è giusto che elettori ed iscritti possano ascoltare”, il ragionamento che si fa in queste ore. Anche per marcare la differenza con altri, vedi la Lega che fa il consiglio federale chiuso e ritira persino i cellulari ai partecipanti. L’odg della Direzione, del resto, è denso e anticipa un percorso che dovrà coinvolgere iscritti e simpatizzanti. L’impostazione di un congresso ‘costituente’. Dove, come ha scritto Enrico Letta agli iscritti, ogni cosa sarà messa in discussione: nome, simbolo, alleanze, organizzazione.
Nella lettera Letta delineava un percorso preciso, articolato in 4 fasi ma, si specifica dal Nazareno, la relazione del segretario sarà “aperta, nessun prendere o lasciare”. E a dispetto degli inviti allo scioglimento che arrivano da più parti in questi giorni, al Pd si registra un clima diverso rispetto al ‘casting’ per il congresso dei giorni scorsi. “Stanno venendo fuori molti nodi su cui confrontarsi e questo è positivo. Il Pd non è morto e si mette in discussione per evolversi”.
Una discussione che toccherà anche l’organizzazione del congresso. Da Base Riformista arriva la richiesta di ‘tempi certi’. “Discussione e partecipazione, ma serve una leadership forte in tempi idonei. Ci sono sfide da affrontare in Parlamento e nel Paese. E siamo sotto attacco. Da parte di Renzi in particolare”, osserva Alessandro Alfieri, coordinatore di Base Riformista, all’Adnkronos. “Una forza politica che ha perso le elezioni dovrebbe lavorare per costruire un’opposizione in Parlamento e invece il Terzo Polo, Renzi soprattutto, continua ad essere ossessionato dal Pd, usa parole irresponsabili”. Anche per questo “c’è bisogno di avere una leadership di piena autorevolezza in tempi certi”.
Attacchi dal Terzo Polo anche sul nodo regionali. Al Pd rilevano che tra i due, Calenda e Renzi, stia “emergendo già qualche sfumatura diversa” ma sulla questione alleanze per le regionali entrambi hanno posto il veto sui 5 Stelle. “O noi o loro, il Pd deve decidere”, dice Calenda. Sebbene Azione sia attualmente in maggioranza nel Lazio con i 5 Stelle come ricorda Bruno Astorre, segretario regionale dem, all’Adnkronos: “In questi anni, c’è stata una grande unità -da Azione ai 5 stelle- che ha portato a risultati molto positivi”.
“Programma, coalizione e continuare il modello Lazio”, la linea di Astorre. “Io sono convinto che se parliamo delle cose da fare, troviamo una quadra. Sono ottimista e fiducioso”. E sulle primarie osserva: “E’ la coalizione che decide. Una volta che ci sarà la coalizione, insieme si deciderà se il candidato presidente sarà scelto con le primarie”.
Un nodo da sciogliere più ravvicinato è quello dei presidenti dei gruppi di Camera e Senato. Al momento ci sono due ‘scuole di pensiero’. Quella di chi sostiene di non toccare le attuali presidenti, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, per poi eleggere nuovi capigruppo dopo il congresso. E chi invece sostiene la necessità di un rinnovamento. La nuova composizione dei gruppi, l’innesto di diversi parlamentari fanno propendere per la prima soluzione. Anche perchè le presidenze sono cariche elettive e di solito vengono votate all’unanimità. “L’intenzione è quella di una soluzione più collegiale e più istituzionale possibile”, sottolineano fonti parlamentari dem.