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Patuelli (Abi): “Inflazione impone prolungate misure di resilienza per la ripresa dello sviluppo”

(Adnkronos) - "L’esplosione dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, mitigata dal’euro, più forte della vecchia lira italiana, e i rischi di rallentamento economico impongono prolungate misure europee e nazionali di resilienza per la ripresa dello sviluppo sostenibile e dell’occupazione, indispensabili anche per la riduzione del debito pubblico". E' quanto ha detto Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, nella…

(Adnkronos) – “L’esplosione dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, mitigata dal’euro, più forte della vecchia lira italiana, e i rischi di rallentamento economico impongono prolungate misure europee e nazionali di resilienza per la ripresa dello sviluppo sostenibile e dell’occupazione, indispensabili anche per la riduzione del debito pubblico”. E’ quanto ha detto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, nella sua relazione all’Assemblea annuale dell’associazione. 

L’Italia, ha inoltre detto, “pur appesantita da un ingente debito pubblico, crescente da oltre mezzo secolo, si è mossa con misure largamente efficaci che debbono avere orizzonti non brevi”. 

“L’inflazione – ha proseguito – è una tassa ingiusta sugli onesti, innanzitutto sui risparmiatori” e che “spinge ad investimenti che debbono essere sempre pienamente consapevoli e lungimiranti” in quanto “il risparmio investito è indispensabile fattore per la ripresa, assieme ai fondi europei per il cui tempestivo impiego le banche sono a fianco di Istituzioni e imprese”.  

“Per attrarre i risparmi verso gli investimenti in Italia – ha quindi ribadito – occorre proseguire nelle riforme fiscali: il potenziamento dei Pir va in questa giusta direzione, ma questa riforma non è sufficiente per attrarre l’ingente liquidità parcheggiata. Occorre – ha aggiunto Patuelli – ridurre la pressione fiscale sugli investimenti stabili e non speculativi per innescare un più robusto circuito virtuoso per favorire la trasformazione della liquidità in investimenti produttivi che sono gravati dalla doppia imposizione sugli utili delle imprese e sui dividendi”. 

“I timori di un razionamento del credito – ha aggiunto Patuelli – si sono rivelati infondati per il comune impegno delle istituzioni europee e nazionali e delle banche”, con gli istituto di credito che sono “a fianco delle imprese nel sollecitare e applicare misure europee e nazionali di sostegno per i settori ed i fattori produttivi colpiti dalla pandemia e dagli effetti della guerra” e “impegnate nel sostegno alle imprese, nel confronto trasparente e costruttivo per ogni operazione finanziaria nel quadro delle complesse normative”. 

“Le banche, mai rassegnate, sono impegnate – ha specificato – per un’economia più sostenibile, debbono valutare sempre meglio i rischi climatici, ma non debbono essere viste come sostituti delle Autorità e delle funzioni pubbliche e non devono essere gravate da ulteriori requisiti di capitale”.  

In Italia, ha sostenuto ancora, “le strategie per la maggiore tutela della salute e dell’ambiente debbono avere la priorità. I processi di consolidamento debbono svilupparsi anche internazionalmente, soprattutto in Europa, per favorire la crescita di soggetti bancari che abbiano dimensioni competitive con i giganti americani e asiatici”.  

“Le aggregazioni bancarie – ha aggiunto – si sono realizzate in un quadro di costante forte concorrenza. In proporzione alle popolazioni, si sono realizzate più aggregazioni bancarie in Italia che negli altri paesi del resto d’Europa”. Nel nostro Paese, ha inoltre ricordato, “i gruppi bancari e le banche indipendenti con sede in Italia sono ora un centinaio, con canali fisici e digitali”, con un calo “degli sportelli bancari” una crescita “dei negozi finanziari”. 

Pur con una riduzione dei crediti deteriorati che “non sono esplosi – ha detto – anche per la presenza di moratorie che debbono essere reintrodotte col prolungamento della pandemia e con gli effetti della guerra russo-ucraina”, gli Npl “possono riprendere a crescere” in quanto “possono crescere le crisi di imprese che debbono ancora essere accompagnate da misure di finanza d’emergenza che anche allunghino le durate dei prestiti assunti, per dare nuove possibilità di ripresa. Importante è l’entrata in vigore dell’innovazione europea, fortemente sostenuta dall’Abi, che riduce di un terzo l’assorbimento patrimoniale degli Npl venduti da banca a banca”. 

“Dopo trent’anni di sperimentazione, occorre trasformare il vecchio patto europeo di stabilità e crescita in uno nuovo che ne inverta i fattori, puntando alla crescita e alla stabilità, per un’Europa più umana, con regole più semplici, con più civismo, solidarietà e sostenibilità”. 

Con le “emergenze pandemica e bellica” si sono aperte “grandi nuove possibilità” dall’utilizzo delle tecnologie “ma anche rischi per la sicurezza e le libertà” e “si è accentuato anche l’uso delle rischiose cosiddette cripto valute, che valute non sono e non hanno corso legale, che operano in un eccessivo anonimato, nella mancanza di norme che le regolino, con gravi rischi per la legalità e i risparmi che non hanno le tutele proprie degli investimenti in mercati regolamentati”.  

Per questo, ha aggiunto, “l’impegno contro il riciclaggio e l’usura deve svilupparsi anche negli scambi in cripto pseudo valute” e l’associazione, in tal senso sollecita “l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo per la resilienza operativa digitale del settore finanziario (Dora) con l’istituzione di una Vigilanza europea sui servizi digitali”. Inoltre, ha detto ancora Patuelli, “è urgente e indispensabile un diritto internazionale per la società digitale che implichi principi e metodi, doveri, diritti e Autorità di controllo” e “occorre la costituzionalizzazione del web per farvi prevalere le regole del diritto”. 

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