(Adnkronos) – E’ stato trovato un corpo senza vita alla foce del fiume Tacina di Crotone. E’ l’ottantesima vittima del naufragio dello scorso 26 febbraio a Steccato di Cutro (Crotone).
Intanto i legali di un gruppo di familiari delle vittime del naufragio hanno appena depositato, come apprende l’Adnkronos, la memoria difensiva al procuratore capo Giuseppe Capoccia che indaga sulla tragedia. Gli avvocati crotonesi Luigi Ligotti, Francesco Verri e Vincenzo Cardone e l’avvocato Mitja Galuz, peraltro docente di Procedura penale a Genova, hanno prodotto il documento per la Procura. “Forniremo il nostro attivo contributo, anche per mezzo di ricerche e investigazioni difensive, per accertare i fatti e perseguirli se risulteranno provati – dicono i legali- Abbiamo fiducia, a ragion veduta, nelle attività della Procura della Repubblica di Crotone”.
Bonelli porta a Palazzo Chigi lettera a Meloni: “Prelevare dna familiari dispersi”
“Sto andando personalmente a Palazzo Chigi per consegnare una lettera alla presidente Meloni nella quale chiedo che venga prelevato il dna ai familiari dei dispersi di Cutro”. Lo annuncia Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra, fermandosi a parlare con i cronisti fuori da Montecitorio.
“Sono stato inserito, dai parenti dei dispersi, in una chat che si chiama ‘Still missing’ – dice Bonelli mostrando il suo cellulare con la chat – ci sono le foto dei bambini e delle perone dispersi, i video della barca, descrizioni di come erano vestiti i dispersi… Da giorni e giorni si chiede al ministro Piantedosi di raccogliere il dna a questi familiari, che è l’unico modo per fare il match di ricongiungimento. Molti sono già partiti, presto partiranno anche gli altri, torneranno in Finlandia, in Germania… Quando si ritroveranno i corpi, irriconoscibili dopo oltre 10 giorni in mare, l’unico modo per determinare il riconoscimento è il dna”.
“Perché il governo italiano non applica la legge che prevede l’uso del dna per determinare il riconoscimento dei familiari? E’ il minimo sindacale che si può fare nei confronti di queste persone. Su questo, però – aggiunge Bonelli – finora non c’è stata alcuna risposta. Oggi consegno questa lettera al presidente Meloni e sono convinto che mi risponderà perché non si può andare oltre ogni limite, e siamo ancora in tempo per dare una risposta a queste persone”.