(Adnkronos) – Un rapporto fatto di stima, rispetto, amicizia e “grandi affinità”, che ha travalicato i confini formali del confronto tra Capi di Stato. Così Giorgio Napolitano ha vissuto, ricambiato, l’incontro con i due Pontefici saliti al soglio di Pietro durante il suo lungo mandato al Quirinale, Benedetto XVI e Papa Francesco.
Un’amicizia, quella con Papa Ratzinger che Napolitano, nel luglio 2012, ha voluto mettere nero su bianco in un articolo per l’Osservatore Romano dal titolo ‘Il mio amico Benedetto XVI’. “Non esito a confessare –scriveva il Capo dello Stato- che una delle componenti più belle che hanno caratterizzato la mia esperienza è stato proprio il rapporto con Benedetto XVI. Abbiamo scoperto insieme una grande affinità, abbiamo vissuto un sentimento di grande e reciproco rispetto”.
Napolitano aveva intrecciato con Benedetto un rapporto del tutto personale, ricco di amicizia e umanità. Un incontro che ha toccato profondamente il Capo dello Stato, così come quello con il successore di Ratzinger, Papa Bergoglio. Due parole più di altre possono caratterizzare il rapporto tra Napolitano e Papa Francesco fin dal loro primo incontro: amicizia ed essenzialità. Più volte, fin dai primi mesi del pontificato, Napolitano ha mostrato verso Papa Francesco un’attenzione che ha oltrepassato “l’eccellente stato delle reciproche relazioni”, grazie anche all’amicizia manifestata dal Capo dello Stato nei confronti di Benedetto XVI. E Francesco, quando le condizioni di salute di Napolitano si sono irrimediabilmente aggravate, non ha mancato di rivolgere una preghiera per lui durante l’udienza generale del mercoledì, affinchè “abbia conforto, questo servitore della patria”.
Indubbiamente, il modo del tutto nuovo di interpretare il ruolo di vicario di Cristo, con la cancellazione, di fatto, del protocollo, con il rifiuto della croce d’oro, dell’auto d’ordinanza (all’incontro con Napolitano al Quirinale arrivò a bordo di una Ford Focus con scorta ridotta), degli abiti e dei paramenti ricercati e, persino, dell’appartamento pontificio, ha lasciato il segno anche nel Presidente emerito, che ha visto negli atteggiamenti dell’attuale Pontefice quella sobrietà da lui stesso predicata e praticata.
Un messaggio e un comportamento che dovrebbero rappresentare, come ha sottolineato lo stesso Napolitano nel corso della visita di Bergoglio al Quirinale nel 2013, “stimoli nuovi” per la politica, ”lontana dalla cultura dell’incontro”. Una politica chiamata a “levare più in alto lo sguardo” e a “recuperare moralità”.
Per sei volte, nel corso degli anni al Quirinale, Napolitano ha incontrato i Capi di Stato d’Oltretevere. L’esordio, con Benedetto XVI, il 20 novembre 2006 con la visita ufficiale in Vaticano. Il Pontefice ricambia due anni dopo, il 4 ottobre 2008, al Quirinale. Il 30 aprile 2009, in occasione del concerto offerto nell’Aula Paolo VI per il quarto anniversario del Pontificato di Papa Ratzinger, Napolitano ha avuto un colloquio privato di venticinque minuti con il Pontefice. Un altro faccia a faccia il 4 febbraio 2013, una settimana prima dell’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI, per il concerto organizzato in Vaticano in occasione dell’anniversario dei Patti lateranensi. Poi l’8 giugno 2013, il Capo dello Stato è oltre Tevere in visita ufficiale a Papa Francesco, eletto nel marzo dello stesso anno. Il 21 novembre 2014 Napolitano viene ricevuto da Papa Bergoglio per un incontro strettamente privato, pochi settimane prima delle dimissioni.