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Mulè: “Fondamentale diffondere la cultura della sicurezza informatica”

(Adnkronos) - "Una delle principali sfide che deve affrontare oggi il comparto della cybersicurezza in Italia è quella di avere il coraggio di continuare nella ricerca, arrivando ad individuare i limiti della sicurezza e preparando una resilienza che sia efficace". Lo ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati, in occasione della prima delle…

(Adnkronos) – “Una delle principali sfide che deve affrontare oggi il comparto della cybersicurezza in Italia è quella di avere il coraggio di continuare nella ricerca, arrivando ad individuare i limiti della sicurezza e preparando una resilienza che sia efficace”. Lo ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati, in occasione della prima delle due giornata di “CyberSec2023 – nuovi domìni, guerre ibride e cooperazione”, la conferenza internazionale del quotidiano online Cybersecurity Italia, giunta alla sua seconda edizione, che si svolge a Roma l’1 e il 2 marzo nella suggestiva cornice della ‘Serra’ del Palazzo delle Esposizioni, in via Milano 9/a. 

“Le aziende italiane sono dotate di reparti di ricerca e sviluppo all’avanguardia a livello internazionale – ha aggiunto il vicepresidente della Camera dei Deputati – Prova ne è il fatto che, nel corso di una riunione della Nato, le capacità e il know how delle aziende italiane siano state descritte come superiori rispetto a quelle europee e internazionali. Per questo motivo è fondamentale continuare la collaborazione tra pubblico e privato, perché le cose le sappiamo fare bene e possiamo farle ancora meglio”. 

Quando si parla di cultura della sicurezza informatica però, solo una piccola percentuale della popolazione ha realmente contezza dell’importanza rivestita dalla cybersecurity oggigiorno, come sottolinea Mulè: “Dobbiamo lavorare sulla cultura della sicurezza perché senza cultura c’è l’ignoranza e quando si è ignoranti si è vulnerabili e di conseguenza condannati a perdere. Quando si parla di diffondere la cultura della cybersecurity, è bene sottolineare che non si intende l’impartizione di nozioni, ma bensì la diffusione della consapevolezza del rischio e delle azioni che ci permettono di affrontarlo e superarlo. Non basterà però un giorno per ottenere dei risultati, occorre un programma di istruzione continuo che guidi la popolazione attraverso questi temi”. 

“CyberSec rischia di diventare il Forum Ambrosetti della cybersicurezza – ha ironizzato Mulè parlando dell’apprezzamento riscosso dalla kermesse – Siamo alla seconda edizione e questo evento non solo ha dimostrato di esserci, ma anche di essere fondamentale. Queste occasioni di ritrovo e confronto sono infatti preziose per valutare quando si è fatto finora e gettare le basi per quel che si dovrà fare in futuro”.  

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