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Milano, violentata mentre fa jogging: fermato pusher

(Adnkronos) - Il 27enne, fermato per lo stupro di una donna che faceva jogging, avvenuto lo scorso 23 dicembre a Locate Triulzi, è un pusher di nazionalità marocchina, che – da quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese – diverse volte aveva molestato le sue clienti, offrendo loro droga…

(Adnkronos) – Il 27enne, fermato per lo stupro di una donna che faceva jogging, avvenuto lo scorso 23 dicembre a Locate Triulzi, è un pusher di nazionalità marocchina, che – da quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese – diverse volte aveva molestato le sue clienti, offrendo loro droga in cambio di prestazioni sessuali.  

L’uomo ha ammesso, durante l’interrogatorio di garanzia di essere l’autore della violenza avvenuta in una zona di campagna nei pressi di Cascina Nesporedo. “Ero ubriaco, di solito non bevo alcolici, dunque mi girava molto la testa”, avrebbe provato a giustificarsi, dicendosi “dispiaciuto” per quanto successo. La vittima, mentre correva sola nel primo pomeriggio, era stata aggredita alle spalle dall’uomo che, tappandole la bocca e impedendole di chiedere aiuto, l’aveva trascinata con forza nella vicina boscaglia, dove l’aveva poi violentata.  

Al 27enne, pusher abituale della zona, gli inquirenti sono risaliti oltre che dal materiale biologico repertato sulla donna alla clinica Mangiagalli di Milano, anche grazie alle testimonianze dei clienti consumatori di droga. Una di loro proprio il 23 dicembre si era rifornita dallo spacciatore che le aveva offerto “un regalo” in cambio di un rapporto sessuale. Stessa offerta fatta a un’amica di un altro cliente, poi afferrata con violenza dal 27enne, che ha tentato, senza riuscire, di trascinarla via. Elementi che denotano “una abitualità nella commissione di reati di tale indole e consentono di escludere l’occasionalità della condotta”, scrive convalidando il fermo il gip del tribunale di Milano, Daniela Cardamone, che ravvede un “concreto ed attuale pericolo di recidiva”. Gli atti passeranno per competenza al tribunale di Lodi.  

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