(Adnkronos) – Le Organizzazioni non governative, firmando il ‘Codice di condotta per le Ong impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti in mare’, “hanno assunto l’impegno ad assicurare che le competenti autorità dello Stato di bandiera siano tenute costantemente informate dell’attività intrapresa dalla nave ed immediatamente informate di ogni evento rilevante ai fini di ‘maritime security’, in conformità al principio della giurisdizione dello Stato di bandiera sancito dall’articolo 92 Unclos (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare – ndr) e da altre norme applicabili del diritto internazionale”. Lo riferisce all’Adnkronos il marittimista Giuseppe Loffreda, Legal4Transport.
Loffreda spiega: “Firmando il Codice di condotta, le ong hanno accettato il principio della legge di bandiera. Che stabilisce che a bordo della nave in acque internazionali vige la legge della bandiera della nave e la piena giurisdizione del paese di quella bandiera, come se fosse terra. I comandanti di tutte le navi ong sono tenuti dunque a ricevere ed istruire la richiesta di asilo ai sensi del regolamento di Dublino, riconosciuto come legge applicabile a bordo dal codice di condotta”.
Si legge tra l’altro nel Codice sottoscritto dalle organizzazioni non governative che “le Ong che sottoscrivono questo Codice di Condotta assumono i seguenti impegni”: “….L’impegno ad assicurare che le competenti autorità dello Stato di bandiera siano tenute costantemente informate dell’attività intrapresa dalla nave ed immediatamente informate di ogni evento rilevante ai fini di “maritime security”, in conformità al principio della giurisdizione dello Stato di bandiera in base alla UNCLOS e ad altre norme applicabili del diritto internazionale…”. (di Roberta Lanzara)