(Adnkronos) – Giorgia Meloni “me la sono persa. A volte mi dicono ‘mi manchi’, e io rispondo ‘anch’io mi manco’. Questo è un ruolo che ti toglie tutto, e puoi farlo solo se ci credi veramente. Puoi farlo, certo, se sei molto vanitosa — e non è il mio caso — o se sei troppo responsabile. In questo caso non riesci a vedere i vantaggi personali di quello che fai. Io vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma è anche la mia forza riuscire a immaginare sempre lo scenario peggiore. Appena risolto un problema, vedo solo che ne ho altri cento davanti. Assumendo questo incarico non avevo capito che avrei dovuto fare i conti con due problemi enormi. Il primo: qualunque imprevisto accada nel mondo, riguarda anche te. Il secondo: non esiste programmazione. L’emergenza è la tua unica certezza”. Così si racconta la premier Meloni nel libro, in uscita oggi, ‘Il rancore e la speranza’, di cui il Corriere della Sera ha pubblicato alcuni stralci.
“Sono del segno del Capricorno. Molto schematica. Per me, che devo sapere tutto prima di affrontare qualunque cosa, è un problema. Eppure mi sono sorpresa di me stessa. Un paradosso. Di fronte all’emergenza sono serena, senza l’ansia di un tempo. Ha presente gli atleti quando si mettono ai blocchi? Il cervello li isola: pensano unicamente alla gara. Allo sparo, partono concentrati solo su quella. Margaret Thatcher si faceva portare soltanto i giornali che parlavano bene di lei. Io nemmeno quelli. Non leggo niente per non essere condizionata. Non ho padroni, non ho niente da restituire. Mi fido solo della mia coscienza e mi interessa solo il giudizio degli italiani”, dice.
Com’è cambiata in un anno la presidente del Consiglio? “Anche qui sono la stessa persona, e la cosa che mi rende orgogliosa è di essermi mossa a livello internazionale esattamente come mi sono sempre mossa. Mai paludata per il ruolo. La franchezza di sempre. Sono schietta nel trasferire le mie convinzioni. Non abbasso la testa. Non ho complessi d’inferiorità. Quello che temevano fosse una debolezza per l’Italia è diventata una forza”, si racconta la premier.
“In Italia – per la presidente del Consiglio – è mancata troppo a lungo la politica, e l’impressione che ho è che in politica estera l’assenza della politica ci abbia portato a essere dei follower, cioè a inseguire gli altri per essere certi di non sbagliare. Io provo a fare dell’Italia una nazione leader, da inseguire. Prenda il vertice arabo del Cairo del 21 ottobre, un incontro cruciale con la crisi in Israele. Ho spiazzato tutti e sono stata l’unico leader del G7 a essere presente. Qualcuno lo sconsigliava, visto che gli altri avevano preferito essere presenti con i loro ministri degli Esteri, ma i paesi arabi, a cominciare dal presidente egiziano al-Sisi, hanno apprezzato moltissimo questo coraggio”.