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Manovra 2023, pensioni minime e stralcio cartelle: novità e tempi

(Adnkronos) - Prende sempre più forma la manovra 2023 del governo Meloni. E' arrivato il primo pacchetto di emendamenti del governo e tra le novità più importanti c'è lo slittamento di tre mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2023, dello stralcio delle cartelle fino a mille euro. Chiuso anche l'emendamento che riguarda l'aumento delle…

(Adnkronos) – Prende sempre più forma la manovra 2023 del governo Meloni. E’ arrivato il primo pacchetto di emendamenti del governo e tra le novità più importanti c’è lo slittamento di tre mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2023, dello stralcio delle cartelle fino a mille euro. Chiuso anche l’emendamento che riguarda l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75.  

L’orientamento della maggioranza sull’iter in commissione Bilancio, a quanto si apprende, sarebbe quello di dare mandato al relatore lunedì a mezzanotte, scelta che consentirebbe di lavorare sul testo per tutta la giornata di martedì e arrivare in aula mercoledì. L’eventuale rinvio dell’aula dovrà comunque essere sottoposto alla riunione dei capigruppo, prevista per lunedì alle 13.  

Intanto la commissione Bilancio della Camera, dove sono stati depositati i primi due testi bollinati dalla Ragioneria generale dello Stato degli emendamenti del governo alla manovra che fanno parte del primo pacchetto, si riunirà oggi alle 10 per proseguire con la discussione degli emendamenti, come stabilito dall’ufficio di presidenza. Il termine invece per la presentazione dei sub emendamenti è stata fissata alle 15. L’intervento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a quanto si apprende, è previsto intorno alle 21. 

Dei testi bollinati, ad arrivare prima è stato quello che contiene le misure relative agli enti locali, intorno alle 21. L’altro, che si riferisce invece agli emendamenti sul fisco, è giunto circa 45 minuti dopo e al suo arrivo la seduta è stata sospesa ed è stato convocato un ufficio di presidenza, durante il quale si stabiliranno i tempi dell’esame delle misure. 

Gli emendamenti che il governo presenterà in commissione Bilancio “sono divisi in due pacchetti, uno oggi pomeriggio e uno domani (ieri pomeriggio e oggi, ndr) che sarà più corposo. In contemporanea saranno presentati quelli dei relatori”, ha fatto sapere Roberto Pella di Forza Italia, relatore della manovra in commissione Bilancio alla Camera, a margine dei lavori. Inoltre, ha aggiunto, “alcune cose che stiamo portando come relatori potrebbero essere presenti anche tra le proposte del governo, del resto la maggioranza di governo è anche la maggioranza parlamentare”. 

Pensioni minime
 

L’emendamento alla manovra del governo che riguarda l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75 è stato chiuso., hanno fatto sapere fonti di governo. “Per noi è imprescindibile l’aumento della pensione delle minime a 600 euro, siamo fiduciosi che ci sarà” tra gli emendamenti contenuti nel pacchetto che il governo presenterà tra oggi e domani, ha ribadito Pella aggiungendo: “Ci sono impegni politici e non vediamo per quale ragione debbano essere disattesi”, ha aggiunto. 

Bozza emendamenti
 

Non ci sarà più la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali di multe e tasse in riscossione dal 2000 al 2015 di importi inferiori ai 1.000 euro. Mentre gli interessi saranno comunque cancellati, la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali. E’ quanto prevede la bozza di un emendamento del governo alla manovra. Lo stralcio, prevede inoltre l’emendamento, slitta di tre mesi: secondo il testo contenuto nella bozza, la scadenza non è più prevista per il prossimo 31 gennaio, ma passerà al 31 marzo 2023. 

La tassa sugli extraprofitti verrà applicata solamente alle società il cui 75% dei ricavi è generato da attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi. E’ quanto prevede la bozza di un emendamento del governo alla manovra, che fa parte del pacchetto da consegnare bollinato alla commissione Bilancio. 

Un sostegno in arrivo agli enti locali che sono strutturalmente in deficit. E’ quanto previsto nella bozza di un emendamento. La proposta prevede, in primo luogo, che agli enti locali strutturalmente deficitari, che non rispettano i livelli minimi di copertura dei costi di gestione di servizi essenziali, non si applichi la sanzione della decurtazione pari all’1 per cento delle entrate correnti risultanti dal rendiconto della gestione del penultimo esercizio finanziario precedente a quello in cui viene rilevato il mancato rispetto dei predetti limiti minimi di copertura. 

La proposta in esame prevede, si legge ancora nella relazione tecnica, di estendere per il triennio 2023-2025 la misura dell’innalzamento da tre a cinque dodicesimi del limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria. La proposta, infine, differisce, rispettivamente, dal 15 febbraio 2022 al 31 gennaio 2023 il termine ultimo per la sottoscrizione dell’accordo per il ripiano del disavanzo, cui è subordinato l’erogazione del previsto contributo, e dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 la prima verifica dell’attuazione dell’accordo medesimo. La proposta non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. 

Una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef, fino alla concorrenza del suo ammontare, del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2023, di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente, cedute dalle imprese costruttrici delle stesse. La detrazione, si legge nella relazione che accompagna l’emendamento, è pari al 50% dell’imposta dovuta sul corrispettivo d’acquisto ed è ripartita in 10 quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi 

Reddito cittadinanza
 

“È ufficiale: i sovranisti dell’evasione fiscale, più occupati a garantire ai furbi valigette e bustoni di plastica pieni di banconote, vogliono scientificamente togliere ogni sostegno a più di 600mila percettori del Reddito di cittadinanza. Nel corso dell’esame in commissione della legge di Bilancio, Governo e maggioranza hanno bocciato il nostro emendamento per sopprimere la sciagurata norma che intende cancellare il Rdc a partire dai cosiddetti ‘occupabili’: più di 600mila persone con bassi livelli di studio e un’età spesso avanzata, quindi in condizione di fragilità oggettiva”, hanno comunicato in una nota i deputati del M5S Alessandra Todde, Gianmauro Dell’Olio, Emma Pavanelli e Valentina D’Orso. 

Meloni e Giorgetti
 

“Su 20 paesi esaminati dalla Commissione Ue 10 paesi sono stati giudicati parzialmente in linea, promossi con riserva dunque, e 10 paesi tra cui l’Italia giudicati in linea quindi promossi. Questi sono i fatti poi c’è chi tifa contro. Poi si sono espresse riserve rispetto agli interventi sul pos, sul contante e una formula abbastanza complicata sulle pensioni, ma questi sono dettagli”, ha affermato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. “Abbiamo fatto scelte molto chiare e nette, con lo scopo di ridurre e limitare il più possibile l’aumento dei costi dell’energia sulle famiglie e sulle imprese, che non dipende da noi ma siamo qui a combattere”, ha affermato ancora.  

“Sono molto soddisfatta della manovra, soprattutto alle condizioni date. E’ una manovra fatta dopo 30 giorni dalla nascita del governo, praticamente in 10 giorni, probabilmente qualcun altro avrebbe preso il lavoro della Ragioneria dello Stato rinviando le scelte politiche al prossimo anno. Invece noi abbiamo presentato una manovra politica, dove c’è gran parte degli impegni presi. Su molti dei nostri impegni avremmo voluto fare di più”, ha sottolineato il premier Giorgia Meloni, parlando alla festa per il decennale di FdI.  

“Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati. La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi difende il Pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei”, ha aggiunto sottolineando: “Incontrerò ancora i sindacati, ma il governo deve fare delle scelte”.  

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