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La Bce cambia strada e lo spread vola, record dal 2014

(Adnkronos) - E' lontano il record storico del 2011, quando lo spread toccava quota 574 punti. Era il 9 novembre e l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nominava Mario Monti senatore a vita. Il passo che anticipava le dimissioni di Silvio Berlusconi e l'incarico all'ex commissario Ue alla concorrenza di formare un nuovo governo. Ma…

(Adnkronos) – E’ lontano il record storico del 2011, quando lo spread toccava quota 574 punti. Era il 9 novembre e l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nominava Mario Monti senatore a vita. Il passo che anticipava le dimissioni di Silvio Berlusconi e l’incarico all’ex commissario Ue alla concorrenza di formare un nuovo governo. Ma il differenziale tra il Btp decennale e il Bund tedesco torna oggi a fare paura. 

Ha toccato, sulla piattaforma Bloomberg, arriva 234 punti, sei in più rispetto ai 228 punti base della chiusura di ieri. In netto rialzo il rendimento che ha chiuso al 3,85% rispetto al 3,72% di ieri, aggiornando i massimi da ottobre 2014, più alto anche rispetto ai valori del 2018, quando pagava l’incertezza politica che portò alla nascita del governo gialloverde. 

A far salire la tensione sono state le decisioni di ieri della Bce, con il rialzo dei tassi e la ‘promessa’ di una stretta ulteriore della politica monetaria che si sommano alla fine del piano di acquisto dei titoli di Stato europei. 

Decisioni che sono state accompagnate da una comunicazione meno attenta che in passato. E che hanno alimentato in Italia anche la polemica politica. Per tutte, valgono le parole del leader della Lega, Matteo Salvini. “È in corso un attacco all’Italia, oggi la borsa perde il 4%, la Bce non compra più titoli di Stato da un giorno all’altro, lo spread torna ai massimi, c’è l’inflazione, vogliono svendere l’Italia come hanno fatto con la Grecia, è in corso un attentato da parte di Bruxelles alla vita e alla economia del nostro paese”.  

Toni da comizio elettorale ma che rendono un clima sicuramente cambiato. Anche rispetto alle crisi precedenti, quando alla guida della Bce c’era Mario Draghi e non Christine Lagarde e quando a Francoforte c’era una sensibilità diversa rispetto al peso e all’interazione di tre forze spesso contrastanti tra loro: inflazione, crescita, stabilità finanziaria. 

 

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