(Adnkronos) – Sono passati vent’anni dalla morte di Gianni Agnelli. Dal 24 gennaio 2003, data della morte dell’Avvocato, il mondo è cambiato e sono cambiate tante cose anche negli affari di famiglia. Ce ne sono due su tutte, però, che lo avrebbero scosso di più, le vicende della Juventus e quelle della sua Fiat, oggi diluita nel gruppo Stellantis. Ci sono due frasi, tra le tante celebri pronunciate da Gianni Agnelli, che possono essere ricordate per rappresentare il legame strettissimo con il suo calcio e la sua industria.
“La Juve è per me l’amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d’amore”. Parole che descrivono un rapporto simbiotico, da tifoso vero, con i colori bianconeri. L’Avvocato, parlando di gioia e di orgoglio, e anche di delusione e frustrazione, si riferiva al campo. Quando è morto non c’era stata ancora Calciopoli, non si era allungata nessuna ombra sulla gestione della società, e la sua Juventus, stagione 2002-2003, vinceva l’ennesimo scudetto e perdeva la finale di Champions League all’Old Trafford contro il Milan. C’erano Vittorio Chiusano presidente e Marcello Lippi allenatore. La nomina alla presidenza di Andrea Agnelli sarebbe arrivata solo nel 2008.
Oggi, la ricorrenza dei vent’anni dalla morte dell’uomo che ha reso grande la Juventus cade proprio mentre la società è costretta ad attraversare una nuova crisi, con la penalizzazione di 15 punti in classifica per il caso plusvalenze, altri possibili sviluppi giudiziari dopo l’uscita del nipote Andrea Agnelli, e una reputazione da ricostruire. La delusione e la frustrazione di Gianni Agnelli avrebbero il sopravvento sulla gioia e sull’orgoglio? Guardando alla storia dell’Avvocato, sicuramente la gioia sarebbe svanita ma l’orgoglio difficilmente sarebbe stato messo da parte. Come ne sarebbe uscito? C’è un’altra frase che può aiutare ad azzardare una risposta: “Agisco tramite professionisti esperti, ma loro non prendono decisioni senza consultarmi”. E’ quello che ha iniziato a fare e che dovrebbe fare fino in fondo l’erede designato, John Elkann.
Una delle frasi più celebri di Gianni Agnelli sulla Fiat è altrettanto identitaria. “La mia vita coincide per tre quarti con quella della Fiat. E il mio rapporto con la Fiat è per metà di memoria e per metà di vissuto”. Quando muore, la Fiat sta attraversando una crisi profonda, che porta prima il fratello Umberto alla presidenza (2003) e, dopo la morte di Umberto (2004), al passaggio del testimone a Luca Cordero di Montezemolo.
Passati 20 anni, la Fiat non c’è più. Nel 2014 si fonde con Chrysler Group, dando vita a Fca. All’inizio del 2021 Fca si fonde con Psa, dando vita all’attuale Stellantis. Velleitario immaginare cosa avrebbe pensato Gianni Agnelli di un percorso che l’evoluzione dell’industria italiana, e di quella globale, ha evidentemente reso necessario. Oggi, però, l’Avvocato guarderebbe alle prossime mosse di Exor, e di John Elkann, provando a tenere insieme memoria, vissuto e futuro. (Di Fabio Insenga)