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James Blunt presenta il nuovo album e parla della guerra: “Ecco quello che successe in Kosovo”

(Adnkronos) - James Blunt parla della guerra in occasione della presentazione del suo nuovo album 'Who We Used To Be', in uscita venerdì 27 ottobre. "La grande tristezza - afferma il cantante - è che il mondo sembra spingersi sempre più nella divisione, i politici sembrano interessati a dividerci e così tutto finisce in tragedia,…

(Adnkronos) – James Blunt parla della guerra in occasione della presentazione del suo nuovo album ‘Who We Used To Be’, in uscita venerdì 27 ottobre. “La grande tristezza – afferma il cantante – è che il mondo sembra spingersi sempre più nella divisione, i politici sembrano interessati a dividerci e così tutto finisce in tragedia, è strano pensare che come esseri umani abbiano tutti le stesse emozioni, puoi incontrare meravigliosi palestinesi o israeliani, ucraini e russi, kosovari a albanesi, non siamo gang o partiti politici, ma abbiamo perso la capacità di capire le ragioni dell’altro, che non è pazzo, ma ha la sua visione delle cose. Ed è davvero terribile che non riusciamo a guardarci negli occhi con compassione e umanità”. 

Blunt, ex capitano dell’esercito britannico, parla con cognizione di causa di guerra: nel giugno del 1999 fu il primo ufficiale a entrare nella capitale kosovara Pristina, al comando di un reparto da ricognizione, in preparazione dell’ingresso del contingente Nato e ha raccontato più volte che in quell’occasione si rifiutò di attaccare un contingente russo che bloccava una pista d’atterraggio, contravvenendo a un ordine del suo generale e sventando a suo avviso un potenziale terzo conflitto mondiale. “Non sono un politico – dice presentando a Milano il nuovo album – ma un ex soldato e un essere umano, e dalla mia esperienza, limitata alla guerra in Kosovo, ma così simile a quello che accade in Ucraina e Israele, posso dire che in ogni conflitto sono sempre i civili innocenti a pagare il prezzo più alto, a soffrire di più, ed è davvero terribile”. 

‘Who We Used To Be’, realizzato con diversi produttori, tra cui Jonny Coffer, Red Triangle, Jack & Coke e Steve Robson, “è un album – spiega l’artista oggi 49enne – che parla degli alti e bassi della vita, una riflessione sul passato e sul presente e sulle mie esperienze di vita. Quello sulla copertina dell’album sono io da bambino, la foto è stata scattata da mio padre. L’abbiamo ritoccata perché il cielo in Inghilterra non è così soleggiato”, ironizza.  

“Ogni album racconta un periodo della mia vita, e questo album riflette su quella che è la mia vita ora. I miei genitori stanno invecchiando, ed ora sono io a dovermi occupare di loro. Sono sposato, e ora per la donna con cui condivido la vita e voglio vivere per sempre, canto canzoni che hanno un valore ben più importante”, sottolinea. Ma più che un album “melanconico”, Blunt definisce questo lavoro “nostalgico”.  

Fra le tracce del nuovo disco c’è anche ‘In Dark Thought’, brano in cui James Blunt ricorda la sua amicizia con l’attrice Carrie Fisher, scomparsa nel 2016, che lo aiutò all’inizio della sua carriera nei primi anni 2000: “Nel 2002 ho incontrato Carrie Fisher a Los Angeles, e abbiamo pranzato insieme. Lei mi ha chiesto il motivo della mia presenza lì e dove vivevo. Le ho raccontato che ero a Los Angeles per la musica e che non avevo ancora una casa. A quel punto, mi disse di andare a vivere da lei, e così è stato. Sono tornato a Los Angeles a dirle addio. Il brano parla di questo”, conclude.  

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