(Adnkronos) – Le tensioni al confine tra Israele e Libano con Hezbollah, sostenuto dall’Iran e alleato del leader siriano Bashar al-Assad che a sua volta è uno stretto alleato militare e politico di Teheran, alimentano i timori di un’escalation più ampia dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele. L’aumento delle tensioni al confine tra il nord di Israele e il sud del Libano è considerato il peggiore dalla devastante guerra dei 33 giorni del 2006. Ora si attendono le parole del leader degli Hezbollah, Hasan Nasrallah.
Sostenuto dall’Iran, “creatura” della Repubblica Islamica, Hezbollah ha stretti legami con Hamas (Nasrallah ha ‘ricevuto’ di recente in Libano il numero due di Hamas e il segretario generale della Jihad Islamica). Il ‘Partito di Dio’, oggi con ministri nel governo di Beirut e deputati in Parlamento, nasce nel 1982, nel pieno della guerra civile in Libano (1975-90).
Il movimento si è trasformato da fazione a forza armata con un’influenza notevole sullo Stato libanese ed è l’unico gruppo ad aver mantenuto le armi dalla guerra civile. Miliziani di Hezbollah sono stati dispiegati in Siria per aiutare Assad contro i ribelli, per lo più sunniti. Nasrallah, evidenzia Sky News, avrebbe 100.000 combattenti a sua disposizione. La Bbc descrive Hezbollah – con il braccio armato nella blacklist Ue delle organizzazioni terroristiche Usa – come la più vasta forza politica e militare in Libano con un grande arsenale di armi che comprende missili in grado di raggiungere in profondità il territorio israeliano e decine di migliaia di combattenti ben addestrati.
Il segretario generale di Hezbollah è rimasto in silenzio, o almeno non ha mai tenuto uno dei suoi ‘storici’ discorsi pubblici, dal giorno del terribile attacco di Hamas in Israele. Resta un mistero dove si trovi Nasrallah, uomo chiave dell'”asse della resistenza” messo insieme dall’Iran come rete di alleanze in Medio Oriente, leader sciita che è riuscito a far entrare Hezbollah in Parlamento e nel governo, che guida un partito armato. Il suo discorso – annunciato a inizio settimana – verrà trasmesso su schermi allestiti da Hezbollah in un Paese dei Cedri al collasso economico.
Nato in Libano nel 1960, Nasrallah ha conosciuto come primo conflitto la guerra civile libanese (1975-90). E’ proprio nel 1975 che Nasrallah si unisce al movimento Amal. Studia a Najaf, città irachena simbolo per il mondo sciita, e poi a Qom, cuore spirituale dell’Iran. Nel 1982 Israele interviene militarmente in Libano e una fazione di Amal, guidata da Hussein al Musawi, decide per la scissione e, con il sostegno iraniano, getta le basi per la nascita di Hezbollah.
Nasrallah prende la guida di Hezbollah nel 1992, dopo l’uccisione di Abbas al Musawi in un raid aereo israeliano. Nel 2011 era tra le 100 persone più influenti al mondo segnalate dal Time, quel leader di Hezbollah che ‘attacca’ Israele, ma è considerato da “molti suoi connazionali come una minaccia anche per il Libano”. Amato o disprezzato oggi resta una delle figure più influenti in Medio Oriente.
Nasrallah, evidenzia Sky News, è considerato da molti l’uomo più potente del Libano, con 100.000 combattenti a sua disposizione. “Con la sua leadership dell’unica forza armata che gode dell’ampia percezione di essere in grado di contenere il nemico israeliano, Nasrallah è stato in grado di costruire una leggenda intorno al suo nome”, scrive il giornale libanese L’Orient Le Jour, che lo descrive come uno stratega militare, leader politico e icona carismatica, “paragonato da alcuni a un moderno Nasser”.
E la stessa testata evidenzia come dal 2006, dalla guerra dei 34 giorni tra Hezbollah e Israele, “il serbatoio di simpatie per Nasrallah sia stato intaccato dalle molteplici crisi che hanno attanagliato il Libano”. All’epoca delle cosiddette Primavere Arabe ha sostenuto le rivolte in Tunisia, Egitto e Bahrein, ma poi ha fatto intervenire Hezbollah in sostegno dell’alleato leader siriano Bashar al-Assad.
“Nessuno lo considera più una figura prettamente libanese”, ha detto a L’Orient Le Jour Hanin Ghaddar, ricercatrice del Washington Institute. E “questo è il momento di Nasrallah”, ha detto alla tv satellitare araba al-Jazeera Mohanad Hage Ali, esperto di Libano del Carnegie Middle East Center.