(Adnkronos) – L’attacco di Israele arriva a Gaza City, mentre un nuovo raid colpisce il campo profughi di Jabaliya. L’offensiva delle forze armate prosegue e arriva ad un punto cruciale, secondo le news diffuse oggi 1 novembre dal generale di brigata Itzik Cohen, comandante della 162esima divisione delle Forze di difesa israeliane (Idf). “Siamo alle porte di Gaza city”, dice l’ufficiale.
“E’ Hamas che ha scelto questa guerra, non noi”, sottolinea il militare, spiegando che la sua divisione “ha ricevuto un importante incarico, andare e finirla con Hamas”. Negli ultimi cinque giorni, riassume, “abbiamo distrutto gran parte delle capacità di Hamas, attaccato le sue strutture strategiche, la sua gamma di esplosivi e i suoi tunnel sotterranei”. “Sarà un lungo compito”, ma questa “è una guerra per l’esistenza d’Israele” e “noi la vinceremo”, conclude.
Gli scontri tra le forze di difesa israeliane e Hamas nella zona di Gaza City proseguono: carri armati e fanteria dello Stato ebraico hanno preso di mira da ieri gli ingressi dei tunnel e le postazioni di lancio dei razzi. Il quotidiano britannico The Guardian spiega come i miliziani di Hamas hanno risposto con mitragliatrici e missili. Secondo l’Idf sono stati colpiti circa 300 obiettivi da lunedì, tra cui avamposti militari di Hamas, e uccisi “numerosi” militanti, tra cui Nisam Abu Ajina, il comandante del battaglione Beit Lahiya di Hamas. I militari israeliani rendono noto di aver attaccato più di 11mila obiettivi nella Striscia dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre.
Tredici soldati israeliani sono intanto morti nel Nord della Striscia di Gaza in seguito all’esplosione di un missile anti carro. Le vittime hanno da 18 a 24 anni di età. Sempre ieri, altri due soldati israeliani sono rimasti uccisi in operazioni, di cui non sono stati forniti dettagli, nella Striscia. “I risultati significativi dei pesanti combattimenti in profondità nella Striscia di Gaza ci costano un prezzo elevato”, dice il ministro della Difesa israeliana, Yoav Gallant, commentando l’uccisione dei soldati. “Siamo pronti e preparati per un’offensiva lunga e complessa che richiede coraggio, determinazione e perseveranza”, aggiunge.
Israele ha di fronte a se una “guerra lunga e difficile”, afferma il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, in risposta alla perdita di soldati israeliani. “Abbiamo così tanti risultati, ma anche perdite dolorose. Sappiamo che ogni nostro soldato è un mondo intero. L’intero popolo di Israele abbraccia le famiglie delle vittime dal più profondo del cuore”, aggiunge, sottolineando che questa è anche “la più giusta delle guerre, la guerra per la nostra casa”. “Ve lo prometto, completeremo il lavoro. Continueremo fino alla vittoria”, sottolinea il Premier.
La giornata è caratterizzata dal nuovo raid aereo delle forze militari israeliane contro il campo profughi di Jabalia. Vi sono numerose vittime, rende noto al Jazeera, descrivendo il bombardamento come “intenso e indiscriminato”. Sarebbero centinaia le persone intrappolate sotto le macerie degli edifici rasi al suolo. Prima del raid, stati lanciati volantini in cui si sollecitavano i civili a lasciare il sito. Sarebbero decine i palestinesi uccisi nel nuovo raid, denunciano fonti palestinesi sui social. Molti anche i feriti.
Nella giornata di ieri il primo attacco israeliano al campo profughi nel nord di Gaza. Secondo testimoni oculari e medici, riporta la Cnn, l’attacco ha ucciso un gran numero di persone e ha lasciato danni catastrofici. Un direttore dell’ospedale ha stimato che i morti sono stati “decine”. Sette ostaggi sarebbero rimasti uccisi nei raid contro il campo profughi secondo quanto denunciano le brigate al Qassam, ala militare di Hamas.
Secondo le Idf, nel campo sarebbero nascosti terroristi di Hamas in un edificio a più piani vicino a una scuola, un ambulatorio e un ufficio dell’amministrazione locale. Nell’attacco è morto il comandante di Hamas Ibrahim Biari, coinvolto nell’attacco contro Israele del 7 ottobre.