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“Io accusato ingiustamente da Scarantino, lui vittima come noi”

(Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - "Vincenzo Scarantino dice che sta male ancora oggi per le false accuse a noi e che vive di rimorsi? Anche io sto male, anzi, malissimo. Ma oggi, questa persona mi fa quasi tenerezza. Purtroppo, Scarantino è una vittima. Come noi...". A parlare, in una intervista esclusiva con l'Adnkronos, è…

(Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – “Vincenzo Scarantino dice che sta male ancora oggi per le false accuse a noi e che vive di rimorsi? Anche io sto male, anzi, malissimo. Ma oggi, questa persona mi fa quasi tenerezza. Purtroppo, Scarantino è una vittima. Come noi…”. A parlare, in una intervista esclusiva con l’Adnkronos, è Gaetano Murana, l’ex netturbino palermitano che ha trascorso, da uomo innocente, 18 anni in carcere, accusato falsamente dall’ex pentito Vincenzo Scarantino della strage di via D’Amelio. Ieri sera, nella trasmissione ‘Non è l’Arena’, Vincenzo Scarantino ha detto: “Il rimorso per le false accuse mi mangia il cuore”. Anche Murana, che dopo la scarcerazione non ha più trovato un lavoro, ha visto la trasmissione condotta da Massimo Giletti. “Sa qual è la verità?”, dice oggi. “Che quell’uomo mi ha fatto quasi tenerezza. Ripeto, purtroppo anche lui è stata una vittima. Come noi, innocente come noi, quello che ha vissuto lui, l’ho vissuto io sulla mia pelle…”.  

Gaetano ‘Tanino’ Murana oggi è un uomo di 64 anni. Venne arrestato il 18 luglio del 1994, con l’accusa di avere fatto parte del commando che uccise, il 19 luglio del 1992, il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Murana ha trascorso in carcere 18 anni. Tutta la sua giovinezza. Da innocente. Quando venne arrestato il figlio aveva appena un anno. Era impiegato all’Amia, l’ex azienda per l’igiene ambientale di Palermo, oggi Rap. Ma dopo la sua scarcerazione, anche se era risultato innocente, nessuno gli ha più voluto dare un lavoro.  

“Vincenzo Scarantino è un povero sfortunato – dice oggi Murana -mi fa pena”. Poi aggiunge: “Sa, io non odio nessuno. Continuo a soffrire in silenzio”. E aggiunge: “Sono stanco e deluso dalla vita”. Oggi deve occuparsi della moglie, molto malata. E non ha uno stipendio. Né ha mai ricevuto un risarcimento. 

Murana finì in manette con l’accusa di aver fatto da staffetta, in motorino, la mattina del 19 luglio 1992, alla Fiat 126 imbottita di tritolo della strage di via D’Amelio. Dopo l’arresto, Murana rispose all’interrogatorio condotto da Ilda Boccassini. Lui non capiva, pensava e un errore. E credeva di tornare a casa. Ma la magistrata, alla domanda di Murana se potesse tornare a casa, gli rispose: “Murana, purtroppo ci sono indagini in corso, si deve accomodare in cella”. Trascorrerà 18 lunghi anni in carcere, alcuni dei quali nel carcere di massima sicurezza di Pianosa, dove sarebbe stato picchiato più volte. 

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